I radiosi futuri del Belpaese, gli illuminati domani delle nostre Smart Cities. Un vero inno alla gioia quello intonato da due Vate d’eccellenza, il ministro dell’Economia e delle Finanze Carlo Padoan e il super imprenditore energetico e numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca.
“Finalmente la crescita dopo tre anni – esulta il ministro renziano – finalmente il debito comincia a scendere e poco importa se il Pil si muove di poco. Certo, avrei preferito un decimale in più ma la tendenza è positiva”. Reduce da una missione su Marte che l’ha tenuto per mesi lontano anni luce dalle vicende nostrane, il plenipotenziario governativo festeggia come gli scolari alla campanella della ricreazione. Qualcosa, però, al rientro sulla Terra non deve aver funzionato al cento per cento: neanche il tempo di salutare parenti e amici, e mister Padoan annuncia che “nessun rimborso verrà erogato ai clienti che hanno perso i loro soldi con le quattro banche”. Già il suo braccio destro, l’ex montiano di ferro Enrico Zanetti, profittando dell’assenza del Capo, aveva servito un gustoso antipasto: chi ha sbagliato non verrà rimborsato. Per la serie, perdi i soldi e fottiti (mentre i Bankster, al solito, prendono i soldi, scappano e la fanno regolarmente franca)
Fresco di ritorno fra noi, super Padoan potrebbe fare caso mai una capatina a Palermo oppure a Napoli, per tastare ‘O Pil. “Ma quale ripresa e ripresa – sbottano in coro i negozianti napoletani, dalla centralissima via Roma fino a via Epomeo, nell’area occidentale della città – qua stiamo chiudendo tutti. Ancora un paio di mesi così e a maggio abbasso la saracinesca”. “E’ stata una brevissima illusione per quella settimana natalizia, poi siamo sprofondati in un buio ancora più nero. Rispetto a gennaio dello scorso hanno un 15-20 per cento in meno, che significa rimetterci ogni mese. Se faccio il terzo anno a perdere, non mi resta che chiudere e con parecchi debiti addosso”.
Eppure, ‘O Pil tende piano piano a crescere…
Se Napoli piange, a Milano c’è chi spara i tric trac. Come il padrone dei colossi dell’energia e dei tubi d’acciaio Techint e Tenaris, Gianfelice Rocca, sempre in cabina di regia, vuoi per la discesa in campo dei candidati sindaci a Milano – gli interscambiabili manager Beppe Sala e Stefano Parisi – vuoi per la corsa alla poltronissima di Confindustria, dove preferisce recitare da king maker. E’ in pole position, Rocca, per la scalata al Corriere della Sera, che per dargli il benvenuto sta allestendo i lunghi tappeti rossi delle grandi occasioni. Ecco, fior tra fiori, alcuni passaggi di una fresca intervista rilasciata al quotidiano di via Solferino. A proposito dell’uomo nuovo della sinistra, l’ex city manager con Letizia Moratti: “L’elezione di Sala ha dimostrato che a Milano non c’è un partito unico. Alle primarie del Pd i milanesi hanno scelto tra tanti sapori e personalità. Non c’è populismo ma il bisogno di ritrovarsi in una visione di futuro”.
Tra i “sapori forti” – diavoletti rossi a parte – Rocca schiera (autentiche punte avanzate) Innovazione e Capitale Sociale: mancano solo le dispense degli studi giovanili di Marx sotto il braccio. “Mi sembra – vaticina il Profeta – che questo tempo richieda doti manageriali, occorre individuare strategie per connettere i mezzi con i fini”. E poi, illuminato (via Enel, un tempo guidata dall’amico Paolo Scaroni, oggi in pole per l’Ilva futura): “parlo di empatia, di ascolto, di capacità di non perdere il tram dell’innovazione”. Insomma, un novello San Jobs Francesco, con la sua Apple per tutti i meneghini di buon palato e gran volontà.
Ma ecco le pennellate del Corsera, pronte a immortalare il San Gianfelice lieto al suo desk per scrivere il Futuro delle sue genti: “nel suo ufficio al quinto piano di Assolombarda scruta news analysis, report, classifiche sul merito e la competitività, ragiona sull’Italia che fa il surf nella crisi con la zavorra del debito e della burocrazia”. E poi: “L’ultimo dossier si chiama ‘Milano just in time’. In tempo reale Rocca cerca segnali di futuro nei dati su traffico e compravendite, frequenze a teatro e accessi alle mense pubbliche. Bisogna correre per non perdere i treni ed evitare che l’onda, dopo la salita, s’incurvi”.
Sì, quando ‘O Pil s’incurva…
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