MANOVRA MELONI / SIAMO ORMAI ALLA FRUTTA…

La manovra di bilancio più vergognosa di sempre.

La più insensata e iniqua dell’ultimo ventennio almeno, la più offensiva per alcune, quasi tutte le categorie; un vero cadeau per altre.

Al solito un calcio in culo ai cittadini che non ce la fanno più neanche ad arrivare al 15 del mese, ai pensionati di minima sociale trattati come stracci, a chi cerca salute e viene spedito dritto al cimitero.

E non manca la sorpresina finale, il maxi regalo all’industria militare, la quale potrà godersi un budget che raggiunge quasi il totale della manovra stessa. Ai confini della realtà.

Sopravvissuti allo sterminio di Gaza

Ma ben dentro i confini dell’esecutivo meloniano che sta decidendo, in modo scientifico, davvero nazista, di eliminare di netto alcune fasce della popolazione (ci mancano solo i lager dove sbolognarli), affamandole, riducendole in miseria, usando il metodo Gaza così efficacemente sperimento (e condiviso da lady Giorgia) dal premier boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu. Quel genocidio dei palestinesi che prosegue senza sosta (10 morti al giorno) nonostante la tregua taroccata e lo sbandierato ‘Piano per la Ricostruzione’, una vera truffa di stampo internazionale ma, soprattutto, criminale. Un banchetto arcimiliardario al quale prenderà parte anche il Belpaese con le sue ‘star’ (sic) che banchetteranno sulle ossa e le ceneri delle vittime, come abbiamo documentato nella cover story di ieri.

Altro che cortigiana, lady Meloni: è il Maggiordomo preferito (o la Cameriera, se la abbassiamo di grado) di Donald Trump, il Padrone del Vapore davanti al quale genuflettersi con il servilismo più sconfinato.

 

LACRIME E SANGUE

Torniamo alla manovra – si diceva una volta – lacrime e sangue. Adesso neanche quelli, vista l’esiguità delle cifre messe in campo, appena 18 miliardi, a fronte – abbiamo fatto cenno prima – ai 14 che verranno previsti last minute per il Rearm (via progetto ‘SAFE’), così come ordinato dalla presidente nazi della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e dal Segretario generale della NATO, il sempre più invasato e guerrafondaio Mark Rutte.

Carlo Cottarelli

Commenta in modo amaro l’‘Osservatorio dei Conti pubblici’ diretto da Carlo Cottarelli all’Università Cattolica di Milano, non un covo di bolscevichi: “Colpisce la modestissima dimensione della manovra rispetto al passato. E’ la manovra più piccola dal 2014, con un totale delle misure espansive pari a metà della dimensione media del periodo, in rapporto al PIL”.

Una manovra del tutto ininfluente. E per quel poco che fa, lo fa male, malissimo. Non basta: perché si macchia di ‘omissioni’ che hanno del clamoroso. Da far scendere tutti in piazza, se gli italiani avessero gli attributi al posto giusto e il Paese potesse contare su un’opposizione che invece non esiste, è letteralmente sparita (e certo non da oggi) dalla circolazione: per notizie, rivolgersi a ‘Chi l’ha visto’

La manovra dei 20 euro, secondo non pochi analisti.

Vediamo subito il perché.

E’ da anni che i pensionati vengono trattati neanche più come carne da macello. Forse oggi, con i venti che tirano, come carne da cannone.

I governi – non ne paliamo questo di sfascisti, nella migliore delle ipotesi –  se ne sono regolarmente fottuti dei pensionati al minimo, quelli che prendono l’elemosina della ‘sociale’: da tempo immemorabile attestata poco oltre la soglia dei 500 euro, quel famoso 1 milione di lire che stabilì Berlusconi con il suo esecutivo del 2001. Da allora, in un quarto di secolo tondo tondo, non è più volata una mosca: solo gli adeguamenti ISTAT, nell’ordine di pochi euro. L’anno scorso l’esecutivo nero aumentò di 13 euro al mese: stavolta scende in pista San Gennaro e fa lievitare quella cifra a 20 euro. 2 pizze e birra, se vi va bene.

Un’anziana fruga nei cassonetti. Scene ormai abituali nelle città italiane

Nessun commento, non ne vale neanche la pena. Basti un confronto con la Francia, in pesantissima crisi economica, sociale e politica; e non da oggi. Sapete qual è il livello delle minime sociali, e non da oggi? Più del doppio, oltre 1.200 euro al mese, con i quali un pensionato può campare in modo dignitoso. Qui fai la fame.

Ecco poi la mancia, ancora più miserevole, per i salari: uno sconto fiscale da 20 euro l’anno (pari a 1,70 euro al mese) per i redditi più bassi, fino a 29 mila. Ma cosa si scomodano a fare? Vergogna.

 

LA SCENEGGIATA DELLE BANCHE

Passiamo alla super sceneggiata a base di banche & assicurazioni e alla temutissima tassa sugli extra-profitti, una sorta di mito per alcuni, di terrore per altri, di cui al prospettarsi d’ogni finanziaria si parla, in modo ormai ‘distopico’.

Ha subito messo le mani avanti il difensori di tutti i Moloch, il sempre più impalpabile numero uno di Forza Italia Antonio Tajani, che salta fuori una volta all’anno per difendere i luridi maxi profitti raccolti con la pala dagli istituti di credito sul sudore dei cittadini.

Ecco il Tajani-pensiero: “Non so neanche cosa siano!”. E spiega al popolo bue: “Il realtà gli extra-profitti non esistono  e la Costituzione vieta che una tassazione particolare fosse adottata ad una singola categoria di contribuenti”. Da 113.

Antonio Tajani

Italianoide a parte, l’ideuzza fa acqua da tutte le parti. A partire dalla premessa. E’ assurdo parlare di extra-profitti, quando si tratta regolarmente di maxi profitti intascati dalle banche in tempi di vacche grasse e magre, quando c’è la crisi e quando non soffia un alito. Ma ci è o ci fa, Tajani?

Ma ci fa ancora di più la gang meloniana. Che fa solo finta di dare una botta al Moloch delle Banche, mendicando invece solo un PRESTITO, che dovrà essere poi restituito: si tratta solo di vedere gli interessi che l’esecutivo (oggi top secret) sarà riuscito a spuntare. Il prestito ammonta ad 11 miliardi per 3 anni, con una prima tranche da 4,5 miliardi.

Non vi abbiamo riferito ancora di un dato basilare: quel prestito sarà effettuato solo su BASE VOLONTARIA. Quindi, se gli istituti di credito decideranno di non aderire al gentile invito governativo, non ci sarà alcuna misura per convincerli a farlo. E, quindi, salta di netto il tassello base su cui si fonda la manovra stessa”. Ma neanche al Cottolengo ne combinerebbero di peggio!

Non è finita qui. Perché le eruttanti menti della Giorgetti band ne hanno trovata un’altra, per agevolare – altro che spremere  – le banche.  Viene infatti deciso dai Soloni governativi che le banche potranno distribuire come dividendi agli azionisti i soldi che avevano messo da parte nel 2023: se lo faranno, su quei soldi pagheranno una tassa ridotta al 27,5 per cento. Uno sconto di ben 13 punti percentuali rispetto a quanto previsto (il 40 per cento) dallo stesso governo Meloni nel 2023. Incredibile ma vero!

 

IL CADEAU AI COLOSSI ENERGETICI

Finiamo in gloria con i colossi energetici, ENEL ed ENI. Sui quali anche pesava il ‘comunista’ prelievo forzoso sugli extra-profitti. Minaccia totalmente sventata, e quei big a spassarsela allegramente tra ricavi colossali, sempre sulla pelle dei cittadini.

Carlo Calenda

La cosa fa incazzare persino uno sempre quieto e che non dà mai fastidio al governo, come il capo ‘Azione’ Carlo Calenda. Conta come il due di briscola, al pari di Matteo Renzi, ma stavolta alza la voce e suscita subito la stizzita reazione dell’eterno vertice ENEL, Carlo Cattaneo, ex numero uno RAI.

Ecco la sfuriata calendiana: “Con Enel distribuzione fanno non solo il 42 per cento di utile che è superiore a quello di Hermes, ma si beccano pure il bonus”. E poi, dopo la replica dell’ad, continua: “Oggi l’amministratore delegato Cattaneo mi ha dato del ‘lazzarone’ per aver ricordato che Enel distribuzione fa pagare ai cittadini dei costi esorbitanti, che si traducono in un Ebit livello Hermes, e sui quali il management percepisce anche un lauto bonus”.

Ed ENEL – è il massimo – si sta autocelebrando con la invasiva (a tutte le ore e su tutte le reti) campagna pubblicitaria ‘EROI’ sulle note di Fiorella Mannoia!

Siamo ridotti ormai in macerie…


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