Siate d’accordo, ci sarebbe un gigantesco alibi (ovvio, da rifiutare) per il perché, di una surreale prospettiva che Ranucci, eroico antagonista di mafie e malgoverno, dedichi esperienza, intelligenza professionale e coraggio per indagare i pastrocchi amorosi di star del cinema e di sportivi miliardari: la scelta sconvolgente di dedicare alla cronaca rosa tempo e ‘intraprendenza’, tenacia, doti primarie del giornalismo d’indagine, lo sottrarrebbe al pericolo di rimanere in vita per se stesso, la famiglia e per chi con lui sfida da anni la repressione della libertà d’informare. C’è ipocrisia nel coro che manifesta solidarietà a Ranucci? Molte delle voci a ridosso dell’attentato sono esattamente quelle dei suoi ‘nemici’ che hanno provato a zittirlo con attacchi violenti quanto privi di sostanza e hanno contribuito al tragico primato di oltre cento querele da cui Ranucci deve difendersi. Il ‘caso’ dell’attentato intimidatorio denuncia la vigliaccheria di chi gliele addebita. L’effetto, oltre la persona di Ranucci: i querelati, anche se il tribunale le respingesse perché infondate, vanno in rovina per retribuire i legali che li difendono. Ebbene, il responsabile di Report, in evidente accordo con i suoi colleghi risponde già con il lavoro per la prossima puntata del programma e si può star certi che non si occuperà del ‘burraco’, diffuso gioco di carte per socializzare, né della duplicazione dei santi protettori dell’Italia, di amori dei Vip tramontati o appena nati. Ma che bel gesto: il fratello d’Italia Storace propone ai querelanti di recedere, di ritirare le querele.
Chapeau, ma orecchie tese per conoscere chi aderisce alla proposta riparatrice e se l’azzeramento delle querele in corso sarebbe perfezionato dall’impegno a non minacciare in futuro il giornalismo d’inchiesta. Ne discende una domanda in formato Report: Ranucci è da anni uno dei giornalisti bersaglio potenziale di mafie e nemici ‘politici’, ma nella strada dove abita e dove hanno provato a ucciderlo, nessuno ha disposto di installare una delle telecamere che oramai sorvegliano migliaia di strade e piazze. La conseguenza? Forse non conosceremo mai a quale razza di criminali addebitare l’attentato e l’identità dei mandanti. Matrice mafiosa, vendetta di eversori oggetto di inchieste sul neo fascismo? Effetti collaterali dell’attentato: non come negli Stati Uniti, dove sono stimati e ben retribuiti, anche in Italia operano giornalisti free lance, non organici alle testate di quotidiani e periodici. Sono voci libere, indipendenti, La mannaia di minacce, intimidazioni, condiziona la loro libertà di informare e criticare, inibita dal rischio di fallire economicamente per difendersi dalle querele. Allora ben venga la solidarietà a Ranucci, ma meglio individuare strumenti permanenti di protezione dell’informazione libera e indipendente.
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