USA & CIA / ECCO A VOI IL GOLPE IN VENEZUELA

Detto, fatto.

Appena ricevuto il Nobel per la Pace (o meglio, per la Guerra, come abbiamo subito titolato la nostra cover story giorni fa), Maria Machado, la leader dell’opposizione venezuelana, grande amica di Donald Trump e Bibi Netanyahu, ha chiesto subito un intervento militare per rovesciare il suo acerrimo nemico, il presidente Nicolas Maduro. Queste le sue parole di fuoco: “La comunità internazionale deve mettere in atto una minaccia credibile, grave e imminente”.

In tempo quasi reale il ‘Tycoon’ profitta di un assist del ‘New York Times’ per inviare un grande OK alla neo Nobel di tutti i conflitti.

Ecco la rapidissima catena degli eventi di queste ore frenetiche.

Maria Machado. Sopra, Nicolas Maduro

Il celebre quotidiano newyorkese, storicamente molto vicino alla Casa Bianca, lancia la notizia-bomba. “La Cia, l’intelligence americana hanno come vero obiettivo finale quello di agire contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro per rimuoverlo e sostituirlo con una figura gradita a Trump”.

Più chiari ed espliciti di così davvero non si può.

The Donald’, ricevuto l’assist, va facilmente in gol, confermando non solo le manovre griffate CIA, ma anche lo stato di allerta delle forze militari a stelle e strisce, sia quelle via mare – già attive da settimane e settimane – e adesso anche quelle via terra. Per un’invasione in piena regola: ed in perfetto stile yankee, come è accaduto tante volte – tragicamente – in mezzo secolo di presidenze – fa ormai lo stesso – democratiche o repubblicane. Tra un Biden o un Trump, un Bush oppure un Clinton o un Obama, non fa alcuna differenza: perché ormai domina il Deep State, il Potere a tutti i costi e, soprattutto, detta sempre più legge l’industria militare a stelle e strisce, il vero traino dell’economia americana da decenni. Segue a ruota Big Pharma, che in questi giorni festeggia i 5 anni dall’obbligo per legge del vaccino anticovid che  – con i suoi prevedibili effetti avversi – sta causando caterve di vittime, ben più del virus che in teoria avrebbe dovuto sconfiggere, peraltro creato nel laboratorio di Wuhan a botte di finanziamenti Usa. Il massimo!

Torniamo ai venti di guerra trumpiani, adesso diretti come un tank contro il Venezuela, fino a prova contraria un paese che ‘ancora’ gode di una sua sovranità e di una sua indipendenza, come sanno anche i bimbi. Ma chissenefrga per la prima potenza militare al mondo, il gendarme Usa: ha già deciso che quel regime deve essere ‘cambiato’, nell’ottica ormai imperante del ‘regime change’.

E pensare che la cosa va avanti da anni, e Maduro riesce a tener ancora duro, è il caso di dire. Leggete cosa la Vocemetteva il rete più di 5 anni fa, per la precisione il 27 marzo 2020,

STATI UNITI / CACCIA AL PRESIDENTE VENEZUELANO MADURO

Ed è più che opportuno ridare un’occhiata alla cover story di cui vi abbiamo parlato prima, fresca fresca: è infatti dello scorso 11 ottobre

MARIA MACHADO / ECCO IL NOBEL PER LA GUERRA

Torniamo al Trump-pensiero, che dal suo Studio Ovale ha appena comunicato al mondo i due motivi alla base del prossimo golpe che andrà in scena a Caracas: senza che alcuna nazione, né l’ONU, né niente o nessuno  alzi un dito e/o pronunci anche mezza sillaba. Nel più complice e assordante silenzio (assenso) internazionale.

Ecco le parole del Vate: “In primo luogo, il Venezuela ha fatto uscire dalle sue prigioni moltissimi carcerati, quindi aumenteranno i flussi, già abbondanti, di migranti in arrivo da quella nazione sul suolo americano. In secondo luogo e motivo ancora più forte, abbiamo troppe droghe che arrivano dal mare, per questo dobbiamo intensificare con decisione la lotta al narcotraffico”.

Navi venezuelane nel Mar dei Caraibi

L’obiettivo, of course, sono i paesi-canaglia, ossia quelle nazioni che vengono accusate di favorire, oggi, i narcos: come il Venezuela, appunto, e anche la Colombia, un paese che subirà, prima o poi, lo stesso ‘trattamento’ da Casa Bianca & CIA.

Nelle ultime settimane, infatti, si sono intensificati gli attacchi della marina militare statunitense contro imbarcazioni venezuelane e colombiane in transito nei Caraibi, ed in particolare lungo le coste venezuelane. Tranquilli pescherecci: e invece così camuffati – secondo l’intelligence Usa . per trasportare coca per conto dei narcos. Ben 5 grosse imbarcazione sono state distrutte, causando la morte di una trentina di persone a bordo.

Un folle atto di pirateria internazionale, un’operazione killer contro ogni legge di diritto internazionale e contro ogni morale, passata invece del tutto inosservata. Ai confini della realtà.

Denuncia Maduro: “E’ un palese, ennesimo atto di guerra contro uno Stato sovrano”. E non perde l’occasione per puntare di nuovo l’indice contro decenni di golpe e destabilizzazione orchestrate dalla Cia nei Caraibi e in America Latina che non può più sopportare continui interventi stranieri”.

Duro ed esplicito anche il ministro degli Esterni venezuelano, Yvan Gil: “Una violazione gravissima del diritto internazionale. Al più presto porteremo la questione davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

Gustavo Petro

Non le manda a dire neanche il presidente colombiano dal 2022, Gustavo Petro: “Gli ultimi attacchi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Sono stati ammazzati innocenti marittimi colombiani. Ancora una volta gli Stati Uniti dimostrano la chiara volontà di mettere le mani sulle grandi risorse della Colombia e del Venezuela: il petrolio. E trovano la scusa della guerra al narcotraffico per  nascondere il loro vero obiettivo di predazione delle risorse sudamericane”.

Parole che non hanno bisogno di commenti. Purtroppo, però, la disinformazione regna sovrana. E ai cittadini, ormai imbottiti di fake news, viene negato il diritto minino a sapere come stanno realmente le cose. E Trump già pensa al volo 2026 in direzione Oslo!

Ultimissima. Il Tycoon ha un grosso impegno fra poche ore. E’ infatti previsto per venerdì un incontro alla Casa Bianca con l’altro Big Friend, il presidente pupazzo dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Il quale, come al solito, sbarca in lacrime per chiedere l’elemosina di un’altra vagonata di aiuti militari per sconfiggere il macellaio Putin. Ma stavolta la richiesta ha un nome ben preciso: Tomahawk, il più potente missile da crociera mai prodotto al mondo, gittata che supera i 1.600 chilometri, quindi in grado di colpire al cuore la Russia, come sempre bramato dal burattino di Kiev.

Il numero uno della Casa Bianca ha già dato una risposta che vale più di qualunque abbraccio: “Zelensky vuole i Tomahawk? Noi ne abbiamo tantissimi…


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