Ci siamo: con il vento in poppa, il complice di Netanyahu, l’immobiliarista Tycoon che di sicuro non ha a cuore il bene comune degli americani e dell’umanità oltre il perimetro della sua tenuta di miliardario, ha fretta di fugare ogni dubbio sull’esclusivo obiettivo di “pace a Gaza”. Si butta a capofitto nell’orgia di “bene, bravo, bis” di quanti hanno assistito senza batter ciglio al genocidio del popolo palestinese, al massacro che Trump, non avesse solo badato a interessi personali alternativi alla pace, avrebbe potuto impedire molto, molto tempo prima. Neppure il tempo di metabolizzare la complessità del dopo tregua e l’osannato individuo sfuggito ai processi, pluri indagato, ha gettato la maschera del pacifista ed ecco emergere la verità sul perché dello stop temporaneo a Netanyahu: “Ricostruirò Gaza, ma sono indeciso sui due Stati” (Tgcom). La scodinzolante Giorgia si è accodata, damigella giuliva, silente in due anni sul genocidio. Consente all’affossatore della democrazia degli States una divagazione sul tema. Sorride compiaciuta all’elogio così tipicamente trumpiana che sfiora il machismo: “Bellissima donna (???), posso dirti che sei bella?”. Giorgia si compiace e felice lo rassicura: “Faremo la nostra parte per la ricostruzione di Gaza. Tiene a rassicurare il caro amico: “Riconosceremo la Palestina quando ci saranno le condizioni”. Ben informati sarebbero pronti a rivelare la riconoscenza del tycoon, che in linea con l’amichettismo della signorina presidentessa del consiglio scrive il nome Giorgia nel punto della mappa di Gaza dove sorgerà un resort da vip riservato a lei e famiglia, in eterno. Trump raccatta un altro po’ di like dalle agenzie di viaggi e di promozione del turismo che esultano in previsione del boom di richieste per vacanze di lusso sul litorale di Gaza trasformato in ‘Riviera’ succursale di Miami e in totale euforia dice: “Tanti soldi. Soldi illimitati”: è la battuta di pronunciata durante l’incontro con il vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti. Alcuni l’hanno interpretata come un riferimento al peso economico di Abu Dhabi nella regione e nei negoziati internazionali.
GAZA, AL VIA I PRIMI BANDI per la ricostruzione della Striscia, con priorità per servizi sanitari ed energia: 80 miliardi di dollari. Tajani assicura l’Italia: “Ci siamo anche noi in virtù della ‘forte esperienza internazionale’”. Tra le aziende italiane interessate Buzzi, Cementir e Webuild. Ecco, la ricostruzione della Striscia di Gaza è un affare miliardario. A ridosso dell’accordo di “pace” tra Israele ed Hamas, il mercato internazionale ha già messo gli occhi su quella che Smotrich, ministro israeliano dell’ultradestra, ha definito “una miniera d’oro immobiliare” da gestire come decideranno i contatti in corso con Trump per la ‘spartizione’. Già, per la spartizione!
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