Gentile compagna Elly, nutriamo il sospetto che sottovaluti l’arrembante crociata catto-moderata in crescendo, il fuoco amico che Franceschini, la Picierno e con ‘sfumature’ sottilmente diverse il Bonaccini vendicator della sconfitta subìta nel toto segreteria del Pd e non sono i soli sabotatori, cavalcano a tratti con astio mascherato e financo con aperta contestazione del tuo premierato. Ti sottoponiamo la questione nella giornata storta della profonda delusione per la mascalzonata dei per nulla franchi tiratori che hanno reso più che scandaloso il “no” a processare Nordio, Mantovani, Piantedosi, per l’ignobile salvacondotto del governo che senza arrossire di vergogna ha disatteso il mandato d’arresto internazionale per il truce criminale Almarsi e l’hanno restituito alla Libia con gli onori dovuti alle più alte cariche istituzionali e un volo di Stato. Ai voti ovvii, scontati, del melonismo (toh chi si è degnata di presenziare, l’assenteista borgatara della Garbate che per riconoscenza il ‘nobiluomo’ ministro della giustizia ha ringraziato con un galante baciamano) il conteggio ha smascherato la vigliaccheria di dis-onorevoli dell’opposizione che hanno condiviso l’‘assoluzione’ dei responsabili di complicità con l’assassino, torturatore, stupratore libico. Al tirar delle somme, il conto non torna: ai voti della maggioranza, più quelli di Calenda e Renzi (indecenti Cip e Ciop) e i tre del gruppo misto sono risultati inferiori di 5/6 all’esito della consultazione: nessun dubbio sono i “no” dell’opposizione. Con ragionata deduzione dei centristi piduini. Cara Compagna Elly, non sarebbe il caso di un restauro in casa, prima che il ‘nemico’ concluda la demolizione della sinistra democratica? Che ti costa: una telefonata, un messaggio, un post sul social che preferisci…faci sapere.
COMPILARE LETTERE NON È MANIA DETTATA DA CURIOSITÀ, è solo un dolente sfogo epistolare. Prosegue qui di seguito con un’intervista breve, virtuale, al collega Mario Orfeo, direttore di “la Repubblica”: “Autorevole director, non credere che ignoriamo le difficoltà della carta stampata e soprattutto di una testata non affetta da melonite qual è la tua, dunque ci è chiara la ragione dell’abbondanza di pagine intere più mezze, quarti, riquadratini sottratti all’informazione per venderle alla pubblicità. Con generosità interprofessionale assolviamo questa ridondanza di spot. Non la sistematica ripetitiva presenza delle pagine centrali che ogni giorno con articoli e foto propongono la promozione della moda, che immaginiamo di qualche interesse settoriale per le donne, intuiamo che siano contrattate con gli uffici stampa e il marketing di stilisti e famosi marchi. Ci è più difficile condividere l’imposizione di pagare e non poco, gli aggregati che nei fine settimana accompagnano il giornale, a costi rimodellati in alto, con ‘corpulenti’, patinanti aggregati pubblicitari dei marchi dedicati alla curiosità femminile (con tutto il rispetto per le la cura del proprio aspetto delle donne). Sappiamo, noi del mestiere, che quel ‘malloppo’ è propaganda adeguatamente remunerata dai committenti: perché farla pagare anche a noi lettori? Grazie e buon lavoro”.
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