ANGELA MERKEL / IL J’ACCUSE CONTRO IL PREMIER POLACCO DONALD TUSK

Scintille tra Germania e Polonia.

Due i detonatori.

Il netto contrasto fra la magistratura tedesca e le autorità politiche di Varsavia sul sabotaggio del gasdotti Nord Stream ed il recente arresto di uno dei sospettati che ora la Polonia non vuole estradare in Germania, come invece chiesto con forza dagli inquirenti di Berlino.

E le fresche parole pronunciate dall’ex Cancelliera Angela Merkel che accusa senza mezzi termini la stessa Polonia e i Paesi Baltici di un altro ‘sabotaggio’: stavolta politico, avendo opposto tutta la resistenza possibile ad un confronto aperto tra la UE e Mosca nel 2021, che avrebbe di tutta evidenza stemperato il clima e forse evitato il conflitto.

Partiamo proprio dalla storica Cancelliera che ha guidato la Germania, con polso fermo ma visione lungimirante, per ben 16 anni, dal 2005 al 2021. Non a caso Merkel è una delle personalità politiche più critiche nei confronti dell’attuale Cancelliere, Frederich Merz, un avvocato d’affari (è stato ai vertici del colosso dei fondi BlackRock), senza un minimo di visione politica ma evidente punto di riferimento per i ‘Poteri Forti’.

Ha appena incontrato a Budapest il premier ungherese Viktor Orban, visto come fumo negli occhi dal primo ministro polacco, Donald Tusk. Ed ha rilasciato una significativa intervista, Merkel, al quotidiano magiaro ‘Partizan’.

Donald Tusk. Sopra, Angela Merkel

In sostanza, ha svelato che a giugno 2021 aveva proposto “un nuovo formato di confronto diretto” tra la UE e la Russia, visto che ormai il Cremlino “non prendeva più sul serio gli accordi di Minsk”.

Ecco le sue precise parole: “Volevo che l’Europa parlasse con Vladimir Putin con una sola voce. Perché capire Putin non significa sostenerlo: ma è un preciso dovere della diplomazia farlo”.

E aggiunge: “La mia proposta non è andata in porto, soprattutto perché alcuni paesi non la pensavano così. In particolare i Paesi Baltici, ma anche la Polonia era decisamente contraria”.

Su tutte le furie i vertici politici dei Paesi Baltici e di Varsavia, che smentiscono la ricostruzione – invece molto attendibile – di Angela Merkel: che parla – e ha sempre parlato – un linguaggio politico improntato ad una sana ‘realpolitik’. Al contrario di tanti, troppi paesi, spinti solo da furia bellicista e spirito guerrafondaio.

Passiamo all’altro grosso motivo di frizione tra Germania e Polonia. Quel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, all’epoca voluti da Berlino e Mosca affinché il gas russo potesse arrivare nei paesi europei.

E oggi spara a zero proprio contro quell’idea il sempre più invasato premier polacco Tusk, che fra l’altro vede ogni giorno, nella sua testa, droni russi sorvolare i cieli di Varsavia.

Ecco le sue fresche, folli parole, riportate dal ‘Berliner Zeitung’: “Il problema con Nord Stream non è che sia stato fatto saltare per aria. ll vero problema è che è stato costruito”.

Il sabotaggio del Nord Stream

Parole indegne di un primo ministro, che arriva ad appoggiare un atto criminale come quel sabotaggio.

Non basta: perché oggi intralcia e mette pesantemente i bastoni tra le ruote della magistratura tedesca, rifiutandosi di concedere l’estrazione per uno dei sospettati di quell’attentato, arrestato pochi giorni fa a Pruszkow, vicino Varsavia, in seguito ad un mandato d’arresto internazionale emesso dagli inquirenti tedeschi. L’uomo, tale Wolodymyr Z., è un esperto sommozzatore e faceva parte – secondo la ricostruzione degli 007 di Berlino – del commando composto da 11 uomini e una donna che viaggiarono a bordo della grossa imbarcazione a vela ‘Andromeda’, arrivarono nei pressi dell’isola danese di Borholm, scesero a 80 metri di profondità e piazzarono le cariche esplosive che fecero saltare i gasdotti.

Di quel sabotaggio vennero subito accusati i russi, of course. E solo dopo molti mesi, quasi un anno, il grande reporter statunitense e premio Pulitzer (per aver denunciato la strage di My Lai in Vietnam), Seymour Hersh, ricostruì per filo e per segno l’attentato: la manovalanza era ucraina, ma la regia era tutta a stelle e strisce, griffata CIA, of course. Complici e collusi i vertici polacchi che oggi, attraverso le farneticanti parole di Tusk, ammettono di fatto la partecipazione a quell’operazione di puro terrorismo. Un mix davvero esplosivo!

La Voce pubblicò subito un reportage sul giallo internazionale. E’ infatti del 9 febbraio 2023

GASDOTTI NORD STREAM / FATTI SALTARE DAGLI AMERICANI


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