Colpo di scena nel giallo del ‘suicidio’ di David Rossi, volato (o meglio, buttato) giù dal quarto piano di palazzo Salimbeni, storica sede del Monte dei Paschi di Siena, più di 12 anni fa e sul quale non è mai stata fatta luce, con ben due archiviazioni ai confini della realtà.
Dopo i clamorosi flop della magistratura ad indagare, da un anno e mezzo, è una Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Gianluca Vinci di Fratelli d’Italia.
Nel corso dell’ultima audizione è spuntato il “giallo della 24 ore”, su cui ha parlato l’ex sindaco di Mantova, Nicola Sodano, il quale conosceva bene David, dal momento che erano ai vertici di una Fondazione culturale promossa dal Comune, ‘Centro Palazzo Te’, di cui il sindaco era presidente e Rossi il suo vice.
Riflettori ora già puntati sulla prossima audizione che avverrà a brevissimo e addirittura in forma ‘segreta’. Il teste che verrà sentito il 7 ottobre, infatti, ha espressamente chiesto di poter conservare l’anonimato. C’è da chiedersi: arriverà incappucciato all’audizione o cosa per non essere identificato dai cronisti?
Misteri nei misteri. E alla fine vediamo di azzeccare il nome del super teste.
Cominciamo dall’audizione dell’ex sindaco di Mantova.
“Mi ha molto colpito che David Rossi aveva sempre con sé una valigetta squadrata, una sorta di 24 ore. Una volta scherzando gli dissi ‘ma non è per caso quella del presidente Usa con i codici della bomba atomica?’. E lui ridendo mi rispose di no, ma che dentro c’erano cosa importanti”.
Forse davvero esplosive.
Continua Sodano. “La particolarità è che la valigetta era chiusa e magari qualche volta, quando c’erano cartelline di cartone con documenti sul bilancio e le attività della fondazione, non erano nella valigetta”. Boh.
Intervistato dall’ADN Kronos, il numero uno della Commissione, Vinci, così commenta: “Sicuramente faremo altre audizioni per approfondire dove è finita quella valigetta e cosa ci facesse Rossi”. Strano non dica, “cosa c’era dentro”.
Aggiunge che l’unico precedente riferimento mai fatto ad una valigetta risale ad un’intervista a ‘Le Iene’ del 2017.
E ancora: “In precedenza altri testimoni ci hanno detto che Rossi non passava mai nelle filiali: e allora, dove andava con la valigetta se non in un’altra banca?”. Incredibile ma vero: ora è il morto, l’ucciso che deve giustificare qualcosa!
Prosegue Vinci: “Per anni David Rossi è stato considerato soltanto l’uomo della comunicazione del Monte dei Paschi, ma Rossi era anche l’uomo delle sponsorizzazioni”. Non poco sibillino…
Infine, come chi sa tutto ma non dice: “E’ difficile pensare che il movente, sia nel caso di suicidio sia in quello di omicidio, fosse legato alla sua attività di comunicazione. Ci dev’essere qualcosa di molto più forte”. Accipicchia.
Comincerà ad alzarsi il sipario durante la prossima, misteriosa audizione? Stiamo a vedere.
A questo punto, val la pena di scorrere le cronache giudiziarie di alcuni anni fa.
Per la precisione torniamo al 2017, quando era appena terminato un processo che aveva coinvolto anche il sindaco di Mantova e alcuni imprenditori, tutti accusati di collusioni mafiose per via di una serie di appalti indetti dal Comune: tra i processati anche un certo Antonio Muto. Tutti poi assolti da ogni addebito, immacolati come gigli candidi.
Ed è proprio di quello stesso periodo un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’ dall’avvocato della famiglia di David Rossi, Luca Goracci, il quale ricostruiva alcuni passaggi – ultimi e non – nella vita di David Rossi che oggi possono tornare non poco illuminanti.
Il legale, infatti, parla di un paio di incontri avuti con ‘un imprenditore’ che avrebbe frequentato David Rossi negli ultimi anni. E con il quale, addirittura, aveva appuntamento proprio quel fatidico, e fatale, 6 marzo 2013.
“Mi raccontò che avevano fissato l’incontro per le 18. Ma lui aveva fatto tardi di due ore e quando era arrivato sotto palazzo Salimbeni aveva trovato il corpo di David riverso al suolo. Fa per avvicinarsi quando succede l’imprevedibile: viene assalito da 3 o 4 persone alle spalle. Dopo una breve lotta riesce a divincolarsi e a fuggire. E poi sente uno colpo d’arma da fuoco”.
Eccoci poi ad alcuni fatti di anni prima che vedono far capolino proprio ‘una valigetta’. Il misterioso imprenditore – racconta Goracci – “comincia a parlare di conti correnti aperti dalla banca (Il Monte dei Paschi, ndr) con l’intervento di alcuni dirigenti e funzionari e necessari per la sua attività imprenditoriale a Brescia e a Mantova”. Poi mister x racconta all’avvocato di un altrettanto misterioso viaggio a Roma con David per incontrare una persona che avrebbe consegnato loro ‘una valigetta’. E di ritorno il responsabile comunicazioni Mps si sarebbe fatto accompagnare all’Ospedale di Siena, sempre con quella valigetta tra le mani.
Non è finita qui. Ricostruiva (siamo sempre a 7-8 anni fa) Goracci: “Il tizio (ossia l’imprenditore, ndr) comincia a parlare di danaro in nero che veniva dalle fatture per operazioni immobiliari a Mantova. Poi non l’ho mai più visto né sentito. Ma ricordo bene che si era presentato come Antonio Muto”.
Quell’Antonio Muto, con ogni probabilità, uscito indenne dal processo per collusioni mafiose insieme al sindaco.
E vuoi vedere che il prossimo, misterioso teste che parlerà in modo ‘segreto’ davanti all’Antimafia è proprio lui?
La Voce, negli anni scorsi, ha scritto decine di articoli e inchieste sul caso Rossi. Uno dei ‘misteri’ di casa nostra sul quale con maggior attenzione abbiamo cercato di puntare i riflettori. Per ritrovarli, basta andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra del nostro sito e digitare DAVID ROSSI. Ne ritroverete a bizzeffe. Ecco comunque gli ultimi due messi in rete.
Del 5 marzo 2024
DAVID ROSSI / FARA’ LUCE LA NUOVA COMMISSIONE D’INCHIESTA?
E del 24 giugno 2023
DAVID ROSSI / IL GIP LIGURE PROSCIOGLIE I PM SENESI. E IL GIALLO CONTINUA A 10 ANNI DAL “SUICIDIO”…
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