Mezzo mondo occidentale pronto e genuflesso ad applaudire i 20 punti del vergognoso ‘Piano Trump’ per la Pace a Gaza che in un sol colpo fa strage di legalità, democrazia, libertà e finisce per legittimare il genocidio ancora in corso (anzi, nel pieno del rush finale) in tutta la Striscia.
Vincitori assoluti in questa tragica farsa internazionale il boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu, che canta vittoria a tutto campo; il capo della Casa Bianca Donald Trump, ormai il suo cagnolino al seguito; e il super consulente speciale, l’ex premier britannico Tony Blair, futuro Governatore di Gaza, come anticipato nel reportage messo in rete dalla Voce qualche giorno fa, il 27 settembre scorso,
TONY BLAIR / ECCO IL NUOVO GOVERNATORE DI GAZA. A GENOCIDIO COMPIUTO
Uno dei piani più criminali nella storia dell’Umanità, se passa così come è stato architettato da menti che più naziste non si può.
SCROSCIANTI APPLAUSI DA MEZZO MONDO
Gongolano i leader europei, che dimostrano ancora una volta la loro totale nullità politica: a cominciare dal Kapò della Commissione UE, la tedesca Ursula von der Leyen, seguita dal suo codazzo di SS. Ok, ovviamente, dal nostro sgoverno sfascista, sempre inginocchiato davanti al Potere a stelle e strisce.
Plaudono anche le nazioni arabe moderate, soprattutto i potenti paesi del Golfo (e alla fine capirete il perché, via maxi business).
Una benedizione arriva perfino dal Papa americano, che definisce il piano “realista”. E Prevost ha avuto il coraggio di non pronunciare mai, in questi mesi, la parola GENOCIDIO. Una autentica bestemmia.
Tutto il mondo, adesso, con il fiato sospeso per il disco verde da Hamas: i 3-4 giorni di tempo concessi da ‘The Donald’, altrimenti poi “si scatenerà l’Inferno” a Gaza, come ha giurato.
Incredibile ma vero, non è stata neanche interpellata l’Autorità Nazionale Palestinese che quindi di tutta evidenza, nonostante le parole buttate al vento, non conterà un accidenti nel futuro della Striscia.
Mentre si attende il responso della formazione terrorista Hamas, finanziata da oltre un decennio proprio da Israele (via Qatar) e proprio in funzione anti Autorità Palestinese, che propugna la creazione dei due Stati, vista invece come fumo negli occhi dei vertici nazi di Tel Aviv. Come vi abbiamo più e più volte raccontato e documentato.
Partiamo dalle parole del Boia Bibi per farvi capire il senso dello Storico Piano di Pace trumpiano.
Così parla il Vate di Morte & stermini: “Donald Trump è il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”.
E, senza peli sulla lingua, ha il coraggio (o meglio, la faccia criminale di bronzo) per aggiungere: “Un Piano che realizza tutti in nostri obiettivi bellici”.
Più chiari di così davvero non si può. Eppure quel mezzo mondo colluso e connivente plaude al Piano killer e al Genocidio.
Ai confini della realtà. Di un mondo nel quale, ormai, la legge del più forte domina incontrastata. La Giustizia reale è calpestata. Il Diritto internazionale fatto a pezzi. Ogni senso Morale vilipeso. Ogni brandello di Umanità oltraggiato.
Ma passiamo alla vera sostanza criminale del Piano.
TUTTO IL PIANO, PUNTO (CRIMINALE) PER PUNTO
Due i punti bollenti che vediamo ora più in dettaglio, per la precisione il 9 e il 10.
Partiamo dal nono, quello che fa capire i veri progetti assassini della trimurti NETANYAHU-TRUMP-BLAIR.
Ecco il testo: “Gaza sarà governata da un Commissione composta da palestinesi tecnocratici e apolitici, con la partecipazione di esperti internazionali. Sotto la supervisione e il controllo di un nuovo organismo internazionale di transizione, ‘Il Consiglio di Pace’, guidato da Donald Trump, con la partecipazione di altri membri ancora da nominare, tra cui l’ex premier britannico Tony Blair. Questo organismo definirà il quadro di riferimento e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza, fino a quando l’Autorità palestinese non avrà completato il suo piano di riforme”.
Passiamo al seguente, il decimo ‘comandamento’ trumpiano. “Verrà elaborato un piano di sviluppo economico di Trump per la ricostruzione e il rilancio di Gaza, convocando un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle più fiorenti città moderne del Medio Oriente. Molte proposte di investimento ponderate e idee di sviluppo entusiasmanti sono state elaborate da gruppi internazionali ben intenzionati”.
Poi vedremo alcuni tra gli altri punti: ma siamo certi che vi starete già chiedendo se un bimbo delle elementari, pure un po’ sciocco, può mai trovare il coraggio di mettere nero su bianco corbellerie del genere, scritte pure male.
Il punto 10 pare frutto di un visionario-imbecille in circolazione che parla di città fiorenti e idee entusiasmanti. Addirittura si farnetica: “Verrà elaborato un piano di sviluppo economico di Trump per la ricostruzione a Gaza”: ma se il Tycoon l’ha già fatto, cosa resta più da elaborare? O avremo anche un Trump Archistar per il futuro edilizio lungo tutta la Striscia, come già minacciato a febbraio dalla Casa Bianco con il progetto monstre per la ‘Riviera di Gaza’?
Ma le grosse preoccupazioni sorgono spontanee al punto 9.
Dove troneggiano le solite figure di Trump e, soprattutto, del consulente ovunque, da anni per tutto il Medio Oriente, l’ex capo del Labour Party (e suo killer maximo) Tony Blair, dalla stampa fascista di casa nostra dipinto come il primo leader europeo con le carte in regola per ricoprire un simile ruolo nella già martoriata (e distrutta) Striscia di Gaza.
Da chi sarà mai composto quel già famigerato ‘Consiglio di Pace’? E in che modo gestirà l’ondata di finanziamenti che arriveranno da ogni parte e da spartirsi meglio, per la gioia di Fondi, speculatori, lobbisti & faccendieri d’ogni risma?
Come si vede, il ruolo dei palestinesi è totalmente azzerato. E stiamo parlando delle loro terre da sempre. L’Autorità Nazionale Palestinese, oggi guidata da Abu Mazen, potrà essere presa in considerazione solo quando, dopo un lungo percorso di riforme interne che durerà anni, sarà il pupazzo, il fantoccio più gradito per la Trimurti.
Non è certo finita qui.
Prendiamo il rilascio degli ostaggi, la scusa sempre sbandierata dal boia di Tel Aviv per l’avvio del genocidio. Entro 48-72 ore dovranno essere rilasciati tutti quelli israeliani (al massimo una ventina, più altrettanti cadaveri). Mentre Tel Aviv rilascerà 250 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e 1.770 arrestati e sbattuti in galera dopo il 7 ottobre. E gli altri 10 mila palestinesi rinchiusi illegalmente nella carceri israeliane che fine faranno? Neanche un sillaba nel ‘Piano’…
Fior tra fiori dagli altri punti, ugualmente di stampo criminale.
Il primo. Gaza “sarà zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non costituirà più una minaccia per i suoi vicini”. Quando ormai anche le pietre della martoriata Palestina sanno che il terrorismo griffato Hamas è stato eterodiretto e finanziato dai governi Netanyahu che, dal 2009 in poi, si sono succeduti nel tempo.
Eccoci al settimo comandamento. Che concerne gli ‘aiuti umanitari’ da far arrivare a Gaza. Vi provvederanno – viene dichiarato – le Nazioni Unite attraverso le loro agenzie. Nessuna parola sulla famigerata ‘Gaza Humanitarian Foundation’ promossa da Tel Aviv che, di tutta evidenza, continuerà ad operare in modo delinquenziale come ha fatto fino ad oggi.
Siamo al numero 15. Gli Stati Uniti – si stabilisce – collaboreranno con i partner arabi e internazionali per costituire una forza di stabilizzazione temporanea (ISF) da dispiegare immediatamente a Gaza. ISF, inoltre, collaborerà con Israele ed Egitto per controllare e garantire la sicurezza delle zone di confine. A punto 16, poi, viene precisato che l’IDF (ossia l’esercito israeliano) passerà man mano i territori di Gaza che oggi occupa alle forze ISF.
All’esercito killer di Tel Aviv – che in questi anni di genocidio ha proceduto a rastrellamenti e massacri d’ogni sorta – verrà assicurata la possibilità di avere “una presenza di sicurezza perimetrale di tutta l’area, che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica”. Quindi a vita, per sempre. Né si sa quale autorità prenderà decisioni su questo fronte: il mega ‘Consiglio di Pace’, già in altri maxi business affaccendato, o chi?
Un altro punto nodale. In nessun punto del Piano viene mai tirato in ballo il futuro della Cisgiordania, ormai invasa dai coloni israeliani e per la quale il super falco del governo assassino di Tel Aviv, ossia il ministro delle Finanze Ben Smotrich, ha previsto insediamenti per 3.400 abitazioni da assegnare a nuovi coloni illegali.
E subito il boia Bibi tiene a sottolineare: “La Cisgiordania, anche col Piano, sarà nostra”. Capito?
Osservano alcuni esperti di geopolitica fuori dal coro: “E’ molto difficile, quasi impossibile immaginare l’esito delle negoziazioni. Perché tutto sta avvenendo senza la minima partecipazione dei palestinesi e invece tutto succede sulle loro teste. E tutto è portato avanti da due soggetti ben poco attendibili e affidabili, come Netanyahu e Trump”.
Sintetizza in modo lucido Francesca Albanese: “Ma quale progetto di pace! Così si sostituisce l’occupazione israeliana di quei territori con l’occupazione israelo-statunitense. Ci rendiamo conto dell’insulto alla vita e alla dignità umana di proporre un piano totalmente coloniale di questo tipo?”.
I MAXI BUSINESS DEL GENERO PRESIDENZIALE
Per finire, un’appendice non poco significativa che vi farà capire meglio perché i paesi arabi moderati hanno – per ora – dato il loro ok al piano partorito dal tandem criminale TRUMP-NETANYAHU.
Una delle più grosse operazioni finanziare del secolo, anzi forse di sempre sullo scenario dei maxi business internazionali, fa capo al genero di Trump, al secolo Jared Kushner.
L’ex consigliere presidenziale entrato nello staff a vele spiegate nel 2018, ha infatti sempre avuto l’hobby dei super progetti da palate di milioni di dollari con i paesi arabi.
Ed eccoci all’ultima invenzione. E’ riuscito nell’impresa di metter su una cordata capeggiata dalla sua creatura prediletta, ‘AFFINITY PARTNERS’, per comprare una società che da anni domina nel settore dell’intrattenimento, ‘ELECTRONIC ARTS’ (EA), leader mondiale nella produzione di videogiochi, a partire dal filone sportivo (Fifa/EA Sports, Maddenl NFL, Formula 1, Super Mega Baseball)e soprattutto quello per ragazzi (Battlefield, Apex Legends, The Sims, Need for Speed, Plants vs Zombies).
La cordata può contare su un partner di grandissimo peso mondiale. Si tratta nientemeno che del ‘PUBLIC INVESTMENT FUND’, PIF per i suoi tantissimi fans, ossia il Fondo sovrano dell’Arabia Saudita, uno scrigno da centinaia di milioni di dollari.
Al quale se ne aggiunge un altro di pretta marca statunitense, griffato ‘SIVER LAKE’, un lago d’argento ma soprattutto un fondo di private equity in irresistibile ascesa nel quale possono specchiarsi i due CEO, Egon Durban e Greg Mondre. I quali hanno appena portato a termine un’altra maxi operazione, affiancandosi al mitico ‘Oracle’ e ad un altro super fondo, ‘MSX, griffato Qatar, per dar vita ad un’altra mirabolante cordata, quella creata per controllare lo spin-off americano di TikTok. Un gigantesco business tira l’altro…
La catena non finisce qui, perché Silver Lake è una sigla in perfetta orbita trumpiana. Controlla infatti una holding non poco strategica, ‘ENDEAVOR’, azionista al 62 per cento di ‘TKO GroupHoldings’, la quale – a sua volta, come nei più classici giochi di scatole cinesi – fa capo al fondatore del colosso ‘World Entertainment’, un big friend di ‘The Donald’ che del suo vice, Jd Vance.
Ma torniamo, e finiamo, a bomba, ossia al protagonista dell’operazione del secolo o di sempre, come detto. L’acquisto di ELECTRONIC ARTS, che baserà i suoi business futuri soprattutto sull’Intelligenza Artificiale: che potrà dare tutti i suoi frutti miracolosi soprattutto tenendo conto dell’enorme bacino di clienti su cui può contare EA.
Jared Kushner. E’ stato fianco a fianco del genero presidenziale negli ultimi, essenziali colloqui intercorsi con Blair, proprio per ‘disegnare’ il prospero e luminoso futuro di tutta la Striscia di Gaza.
Il padre, Charles Kushner, è stato un grande sostenitore (a botte di soldi) del Partito Democratico e, al tempo stesso, uno dei maggiori finanziatori di Netanyahu e del suo Likud.
Last but non least, Jared, nella sua lunga catena di rapporti al top, può contare su inossidabile legame con l’uomo forte del regime saudita, Mohammed bin Salman, e con il suo braccio destro, Mohammed bin Zayed al Nahyan.
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