GUFA VOLODYMYR ZELENSKY / PROSSIMI DRONI SULL’ITALIA…

Cieli sempre più tempestosi.

E’ ormai quotidiano allarme droni che spaziano in lungo e in largo per tutte le ex repubbliche sovietiche e nazioni dell’Est, nonché in Scandinavia e in Danimarca.

Il sempre più invasato pupazzo di Kiev, Volodymyr Zelensky, preconizza una prossima incursione proprio in Italia. Pure iettatore, il super corrotto presidente ucraino, tra l’altro proprietario a Forte dei Marmi di una villa da 3 milioni e mezzo di euro e una, faraonica, a Miami, in Florida, da 34 milioni di dollari e rotti…

Mark Rutte. Sopra, Zelensky

Il Segretario NATO, Mark Rutte, e la presidente nazi della Commissione UE, Ursula von der Leyen, puntano l’indice of course contro Mosca, parlano di guerra ibrida e annunciano pesantissime reazioni.

Invece di blaterare, perché Lorsignori non forniscono uno straccio di prova? Con tutti i sistemi tecnologici iper-avanzati di difesa aerea, com’è possibile che non venga partorita neanche una immagine, una fotarella segnaletica in grado di suffragare e documentare le accuse altrimenti totalmente a vanvera?

Sta di fatto molti degli odierni ‘accusatori’ del Cremlino sono dei mentitori seriali. Basti citare due casi, che più clamorosi non si può.

Proprio lady Ursula, circa un mese fa, denunciò un sabotaggio al suo areo con il quale sorvolava i cieli della Bulgaria, e il suo staff arrivò ad accusare senza mezzi termini la Russia. Titoli cubitali per 48 ore di giornali e tivvù. Per poi rimangiarsi – nel più totale silenzio mediatico – l’epocale bufala. E i suoi responsabili per la comunicazioni hanno gettato la colpa sui servizi segreti bulgari: una tragicomica sceneggiata della quale nessuno ha pagato un prezzo.

Il sabotaggio del Nord Stream

Un altro caso, quello polacco. Ricorderete tutti il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, subito ovviamente attribuito alla Russia. E ci sono voluti alcuni mesi perché la verità venisse a galla, grazie al fiuto investigativo del grande reporter americano Seymour Hersc. Il quale scoprì e documentò la connection: fu la CIA a dirigere l’orchestra, la Polonia fornì tutta l’assistenza possibile alla manovalanza (ossia i sommozzatori che firmarono il sabotaggio) ucraina, con uno dei sub arrestato un mese fa mentre si godeva la tintarella sulla riviera romagnola!

Ma torniamo a volare, sempre sulle ali NATO.

Una decina di giorni fa sono andati in tilt gli aeroporti di mezza Europa, da Londra a Berlino passando per Bruxelles. Stop ai voli per ore e ore, ritardi colossali, passeggeri infuriati nel secondo rientro dalle ferie.

Tutto dovuto ad attacchi di hacker invisibili e potenti, in grado di superare ogni ostacolo. Così hanno dichiarato le autorità aeroportuali europee in coro: “Si è trattato di un attacco informatico alla società americana Collins Aerospace, fornitore esterno di sistemi di check in e imbarco”.

Guarda caso, appena 48 ore prima la stessa Collins Aerospace si era aggiudicata una gigantesca commessa NATO, una maxi appalto per la gestione della sua piattaforma più sensibile: EWPBMper le guerre elettroniche.

E, guarda ancora caso, la stessa super piattaforma a prova di bomba ha fatto subito cilecca negli aeroporti europei, dove viene usata ed è stata perforata con irrisoria facilità…

Voli cancellati per gli attacchi informatici

Sorge spontanea la domanda alta come un grattacielo di New York: ma cosa stanno combinando ‘sti americani? Sono talmente rincoglioniti da affidarsi (ed affidarci) ad incompetenti? Oppure il peso della corruzione nel settore delle commesse per la Difesa (e certo non solo), delle tangenti da montagne di dollari è così forte da condizionare sempre tutto? Boh.

Torniamo ‘a bomba’. Ossia al sistema EWPMB, acronimo di ‘Electronic Warfare Planning and Battle Management: si tratta, in soldoni, del cervello digitale che controlla tutte le operazioni di guerra elettronica militare, dalla pianificazione all’esecuzione sul campo. Il software, infatti, raccoglie dati da intelligence e sistemi digitali per creare quello che gli esperti definiscono ‘Recognized Electromagnetic Picture’, ossia una mappa in tempo reale dello spettro elettromagnetico che aiuta i comandanti degli aerei ad identificare ogni minaccia possibile: come jammjng, spoofing e/o intrusioni nemiche.

Ma vediamo chi è realmente Collins Aerospace. Nasce appena 7 anni fa, nel 2018, dalla fusione di ‘Rokwell Collins’ eUTC Aerospace Systems’. Quartier generale a Charlotte, nella Carolina del Nord, è una sussidiaria del colosso a stelle e strisce RTX’ sul fronte dei sistemi aerei di difesa, ormai fianco a fianco con lo storico numero uno, ‘Lockeed Martin’ che deve il suo eterno primato alla produzione dei super velivoli killer, gli F-35, oggi protagonisti nel genocidio perpetrato dal governo killer di Tel Aviv nella Striscia di Gaza. L’altra storica big,Boeing,’ deve ormai rassegnarsi alla terza posizione nella special hit dell’industria militare (assassina) a stelle e strisce.

Dal canto suo RTX sboccia nel 2020, frutto di una super fusione: quella tra ‘RAYTHEON Company ‘ – super big (o pig, se preferite) sul fronte dei maxi appalti della Difesa Usa – e il ramo aeronautico di ‘United Technologies Corporation’ (LTD).

La catena non finisce mai. E quindi adesso vediamo chi sono gli azionisti (noti) del colosso RTX. I quali, per quasi la metà del capitale, sono i soliti ‘ignoti’, perché si nascondono dietro il comodo paravento dei fondi speculativi, che ormai dettano legge in mezzo mondo economico-finanziario occidentale. E servono, soprattutto, per ‘lavare’ bene i capitali sporchi, riciclando a più non posso.

Tra i fondi ‘eccellenti’ nel ricco parterre azionario griffato RTX, ecco ‘CAPITAL RESEARCH AND MANAGEMENT COMPANY’, con il 10 e mezzo di quote societarie; poi ‘VANGUARD GROUP’ con il 9 per cento; quindi ‘STATE STREET GLOBAL ADVISORS’ con l’8,5; dulcis in fundo la vera star del settore, ‘BLACKROCK’ con il 7,4 per cento. Seguono a ruota, con quote minori una serie di altri fondi, che più neri non si può.

Capito come ‘vola’ (e lava) oggi  il mondo?


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