Non è stata certo infruttuosa – per i coniugi Zelensky – la recente trasferta parigina in occasione del vertice della ‘Coalizione dei Volenterosi’.
Soprattutto per la zarina di Kiev, al secolo Olena Zelenskaja, la leggiadra consorte che approfitta di ogni trasferta presidenziale per uno shopping coi fiocchi e soprattutto per rinnovare come si conviene il prezioso guardaroba.
Lo aveva già fatto nell’ultima capatina a New York, quando si rifornì di alcuni oggettini nella boutique di ‘Cartier’, sulla Fifth Avenue: la contabile alla fine quasi svenne, presentando un conto da 1 milione e 100 mila dollari, come ha raccontato ‘The Nation’.
Un numero che di tutta evidenza porta fortuna alla coppia imperiale. Visto che il fresco shopping presso l’esclusivo atelier gestito da una stilista francese di origini marocchine ha prodotto lo stesso risultato: esattamente 1 milione e 100 mila euro. Bingo.
‘Le Quotidien’ ha avuto la fortuna di intervistare la stilista, la quale ha fornito interessanti dettagli sui gusti della zarina, con la quale del resto si tiene in costante contatto online, al fine di “curare il suo look a distanza” e predisporre modelli che possano incontrare il gusto della ‘non facile’ Elena. La stilista, infatti, l’ha descritta come una donna molto precisa, rigorosa e soprattutto “esigente”.
Così descrive: “La moglie del presidente è una persona molto impegnata. Ma siamo comunque riusciti ad interpretare al meglio i suoi gusti e a indovinare le scelte giuste, dopo un lungo lavoro”.
Mentre il consorte, con gli amici Volenterosi, si rimboccava le maniche per salvare i destini della sua Ucraina, ma anche dell’Europa e del mondo, alle prese con la sempre più ossessionante minaccia russa: e regolarmente, piangendo miseria, continua a ordinare missili, droni e tank d’ogni specie…
Ma passiamo al sodo e scorriamo, in rapida carrellata, i capi scelti dalla super lady di Kiev.
Partiamo dall’abitino: ha optato per un ‘Christian Dior’ da 153 mila euro. Un’occasione da non lasciarsi scappare.
Eccoci alla borsetta, una ‘Hermes Birkin Himalaya’. Una vera rarità, tanto che il prezzo sale di un po’, attestandosi ad una quota davvero himalayana: 450 mila dollari. E sapete perché? E’ realizzata con la pelle di un coccodrillo autentico del Nilo: ma non finisce qui, perché è addirittura tempestata di diamanti. Un unicum mondiale. E una bazzecola per le generose tasche di mister Volodymyr
Che risparmia però sulle scarpe, pagate appena 150 mila euro: eppure sono delle ‘Eternal Diamond Stilettos’, non roba di magazzino.
Dulcis in fundo due gioielli griffati ‘Bulgari’, sui quali la stilista ha preferito non precisare ulteriormente. Sono costati, comunque, 175 mila euro ciascuno.
Raccontano i bene informati che, prima di partire, la leggiadra zarina ha ravvisato la necessità di rinnovare anche il suo parco auto: proprio per questo ha ordinato una imperdibile ‘Bugatti Tourbillon’: al maritino costa 4 milioni e mezzo di euro, ma chissenefrega, alla faccia dell’avarizia. Solo un piccolo neo: non potrà sgommarvi subito per le strade di Kiev, dovrà invece attendere inizio 2026 per la consegna.
E nel frattempo, in attesa dalla mitica Bugatti, potrà trascorrere serene vacanze nelle sue maison, tanto per ricaricare le batterie dopo fatiche e impegni parigini.
C’è solo l’imbarazzo della scelta. Tanto per restare in Europa può venire da noi, e caso mai incontrare un’amica del cuore come Giorgia Meloni, la più Volenterosa de tutti i componenti dell’allegra compagnia UE. La può infatti ospitare nella villa a Forte dei Marmi, una piccola delizia, costata appena 3 milioni 800 mila euro, un autentico saldo, meno della vettura.
Altrimenti fare le cose più in grande, volare oltreoceano, sbarcare a Miami, in Florida, e caso mai invitare un altro grande amico, ‘The Donald’, al quale farebbe bene un break dopo i continui impegni presidenziali finalizzati soprattutto a realizzare sulle macerie e i corpi dei palestinesi trucidati la famosa ‘Riviera di Gaza’, da mille e una notte.
Comunque, è altrettanto da mille e una notte la villa hollywoodiana comprata da uno che gli affari li fiuta come pochi, lo zar di Kiev Volodymyr. Pensate, per quel popo’ di ben di Dio in una delle aree giù gettonate dalla crema dei vip internazionali (la costa di Miani) ha versato appena 34 milioni di dollari! Quando il fiuto dei business lo hai nel sangue… La Voce ne scrisse il 4 marzo 2022,
ZELENSKY / VILLE & CONTI OFFSHORE DEL COMICO-PRESIDENTE. ORA ANCHE OLIGARCA
Ha raccolto dollari ed euro come la manna un tempo caduta dal cielo?
Ha vinto alla super lotteria ucraina?
La spiegazione, più terra terra, è un’altra. Le vagonate arcimilionarie sono servite al prode Zelensky anche a finanziare prima la tivvù che gli ha consentito di farsi conoscere come una sorta di Grillo in salsa ucraina. Poi per allestire la faraonica campagna per le presidenziali 2019, dove da perfetto outsider ha sbaragliato il campo a bordo di un 70 per cento bulgaro.
E i soldi chi glieli ha dati? Un grande amico, Ihor Kolomoisky, il super faccendiere che ha dominato la scena finanziaria a Kiev dopo il golpe bianco di piazza Maidan, organizzato dal Dipartimento di Stato Usa e in particolare da un’altra zarina, Victoria Nuland, all’epoca la vice di Tony Blinken.
Dominus di ‘Burisma’, l’ente energetico di Kiev (una sorta di ENI ucraino), il tentacolare Ihor ha fatto entrare nel board un altro amico, Hunter Biden, rampollo dell’allora vicepresidente Usa (con Obama) Joe Biden che poi diventerà il numero uno della Casa Bianca. La Voce lo ha dettagliato in un pezzo messo in rete il 27 marzo 2022,
HUNTER BIDEN, ZELENSKY & IL SUPER OLIGARCA / MOLTO ATTENTI A QUEI TRE
Protagonista del crac della prima banca ucraina, la ‘Private Bank, ha riciclato gran parte del malloppo proprio negli Usa, cercando di ‘ripulire’ il dirty money in industrie meccaniche.
Ciliegina sulla torta, è stato il principale animatore e finanziatore per anni del famigerato ‘Battaglione Azov’, di pretta ispirazione nazista. Da noi per mesi sugli scudi: ricordare una comparsata chez Vespa, Porta e portoni spalancati davanti alle mogli degli eroi del Battaglione?
Quando la tivvù si fa spazzatura. Come ormai siamo costretti a ingurgitare, in modo vomitevole, ogni giorno dai nostri media-tivvù quotidiani. Il funerale dell’informazione.
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