Dopo aver per mesi e mesi negato l’evidenza del massacro della popolazione palestinese, del genocidio ormai riconosciuto anche dalla Commissione speciale d’inchiesta dell’ONU, finalmente adesso i vertici nazisti di Tel Aviv gettano la maschera.
A farlo è il sionista di ferro e ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, uno dei super falchi dell’esecutivo, in ottima compagnia del ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir e di quello della Difesa Ismael Katz.
Nel corso d’una conferenza di urbanistica che si è appena svolta a Tel Aviv, l’‘Urban Renewal Summit’, ha infatti pronunciato frasi che rendono in modo perfetto i veri obiettivi sempre cullati dal governo assassino fin dal 7 ottobre, con una strage ben nota dai Servizi segreti israeliani, Mossad e soprattutto Shin Bet (ossia il servizio interno), e portata tranquillamente a segno da Hamas, il movimento ‘terroristico’ regolarmente finanziato dai vertici di Tel Aviv (almeno dal 2015) in funzione anti Autorità Nazionale Palestinese, e quindi contro i 2 Stati. Obiettivo primario: liberare una volte per tutte la Striscia di Gaza dai vermi palestinesi e quindi avere una totale disponibilità di tutto il territorio. In pari tempo, procedere all’occupazione del Cisgiordania, già in parte occupata da anni illegalmente via coloni.
Veniamo alle illuminanti parole del numero uno del partito Sionista, kapò Smotrich.
Esordio col botto: “La Striscia di Gaza sarà per noi e per gli americani una immensa miniera d’oro”.
Dando per ormai fatto il genocidio e/o la deportazione dei sopravvissuti, il suo pensiero corre subito al domani, ai nuovi mattoni, ai maxi business immobiliari su quella che sarà la meravigliosa ‘Riviera di Gaza’ già annunciata dal compare di merende, Donald Trump, a febbraio, immortalata via ‘Truth’ (il social presidenziale) con un’immagine in compagnia del boia Bibi Netanyahu, bordo maxi piscina, sullo sfondo svettanti grattacieli a picco sul mare, alle prese con un drink.
Prosegue Vate Bezalel: “La demolizione, ossia la prima fase del rinnovamento, l’abbiamo già fatta”. Bombardando per mesi e mesi e radendo al suolo ogni cosa e ogni cosa, come si fa proprio nei più scientifici progetti di annientamento e di demolizione.
“Ora dobbiamo solo ricostruire”, sentenzia.
E, arguto, osserva: “Possiamo contare su una tale abbondanza di spazi immobiliari che alla fin dei conti la ricostruzione si pagherà da sola”.
Al tempo stesso, sono già in corso i negoziati con i vertici della Casa Bianca. Pensate forse per la pace, o almeno una tregua?
Neanche per sogno. Di quella non se ne parla neanche più, nonostante il ‘vociare’ delle Nazioni Unite che finalmente hanno messo nero su bianco che si è trattato di un genocidio.
Le ‘trattative’ – sottolinea con lucidità il killer di Tel Aviv – riguardano le modalità con le quali spartirsi il bottino o, se preferite, la torta.
Da perfetto ragionier-aguzzino, ragiona Smotrich: “Abbiamo investito molti soldi in questa guerra, come del resto hanno fatto i nostri grandi amici americani. Adesso è arrivato il momento di vedere come distribuiremo il territorio in percentuale”.
E’ stato redatto, dagli urbanisti governativi, un preciso ‘Business Plan’ che è già sul tavolo di ‘The Donald’ nella Sala Ovale. Precisa il ministro delle Finanze, non a caso: “Il presidente degli Stati Uniti sta verificando come tutta questa situazione diventerà una manna immobiliare scesa dal cielo”. Ricordate la mitica manna che ai tempi di Gesù scendeva sulla Palestina?
Non ha paura di essere blasfemo, Smotrich, visto che è uno dei protagonisti del genocidio e prima o poi, con la sua gang al seguito, dovrà comparire (ammesso che ci arrivi) davanti al Tribunale dell’Aja per i crimini contro l’Umanità.
Ma Gaza, of course, non basta per il famelico capo sionista. Visto che poco più di un mese fa – inizio agosto – aveva annunciato il ‘Piano’ per la Cisgiordania, attraverso la realizzazione di 3.400 nuovi insediamenti abitativi, la già famigerata ‘Colonia E1’ (sembra proprio un linguaggio da lager hitleriano)
Subito spiegata la ratio: “In questo modo si cancella una volta per tutte l’illusione dei 2 Stati e si consolida invece la presenza del popolo ebraico nel cuore della terra d’Israele”. E, con protervia, aggiunge: “E’ un altro chiodo sulla bara di questa insensata e pericolosa idea. Lo Stato palestinese viene cancellato dal tavolo non con uno slogan, ma con i fatti”.
Qualche dettaglio in più sul criminale di guerra.
Antenati di origini ucraine (la cittadina da Smotryc, da cui il cognome), professione avvocato, è da dieci anni membro della Knesset come numero uno del Partito Nazionale-Sionismo Religioso, la formazione di destra super estrema nata dalla fusione tra il Partito Sionista e La Casa Ebraica.
Nato ad Haspin, un insediamento israeliano sulle alture del Golan, cresciuto in un altro insediamento illegale, quello di Beit El, in Cisgiordania, vive oggi nell’ennesimo insediamento illegale nelle terre palestinesi da anni occupate dai coloni ebrei.
Il suo progetto politico a base di genocidio e occupazione di tutto il territorio storicamente dei palestinesi (Striscia di Gaza, appunto, e Cisgiordania) è coerente con la sua negazione – da sempre – della esistenza stessa del popolo palestinese.
Nell’esecutivo nazi di Netanyahu ha ricoperto prima il ruolo di ministro dei Trasporti e ora, dal 2022, quello di titolare delle Finanze. Da qui (e dalla usa pratica forense) la passione per tradurre immediatamente in un maxi business il genocidio.
Alla resa dei conti, è proprio vero che la lobby ebraica, la super cupola sionista, gli ‘straussiani’, ormai dettano legge alla Casa Bianca, come abbiamo documentato in alcune inchieste dei giorni scorsi, che potete agevolmente trovare in apertura oppure tra le news (o in potere).
Intanto l’Europa fa finta di non accorgersi di stragi, massacri & genocidi, e applica solo una ridicola ‘sanzione’ ad Israele, tagliando per 223 milioni di euro qualche rapporto commerciale. Neanche il solletico per Netanyahu & C. Pari al costo di tre calciatori di buon livello.
Il nostro esecutivo fa letteralmente schifo, non riconoscendo neanche lo Stato della Palestina, come ormai hanno fatto quasi tutte le nazioni al mondo. Coprendosi di vergogna e ridicolo, motivando che “non è il momento opportuno”. Nelle loro teste tarate lo sarà solo quando, tra pochi mesi, tutto sarà uno sconfinato deserto, popolato dalle prime ruspe griffate Netanyahu-Trump per il maxi business della Riviera.
E il Papa che fa? Si rigira i pollici. Come un ormai stonato gingle, piange ogni domenica sul sangue dei bimbi innocenti morti a Gaza: ma quando gli chiedono se si tratta di genocidio, non risponde.
Quanto manca Papa Francesco.
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