L’input per tornare sul disastro televisivo della Rai, occupata con scippi più che bulgari dal melonismo, si deve ad Alberto Rossi, attore che da trent’anni è remunerato dalla Rai come personaggio fisso di “Un posto al sole” (il giornalista, Michele Saviani), in pratica con un vitalizio permanente. Il soggetto in questione ha percorso tutti i sentieri del mestiere, dai fotoromanzi al teatro, al cinema (10 film), appunto alla televisione (13 format). Vi sembra poco? A lui sì: esce politicamente allo scoperto (spinto dall’aria di destra che spira sull’Italia) e come? Intervistato, lamenta la difficoltà di lavorare come attore perché di destra! Il suo piagnucolare sollecita a scoprire l’anamnesi della patologia che in poco più di due anni ha ridotto la Rai a Cenerentola dei Network televisivi, con sommo gaudio per il berlusconiano Mediaset.
A conforto del ‘grido di dolore’ di Alberto Rossi, la Rai monocolore di Fratelli d’Italia ha rastrellato in un campo infertile amici da gratificare con l’affidamento di programmi. Ne hanno tratto vantaggio soggetti che hanno contribuito a costruire un’interessante catena di flop, ma Fratelli d’Italia commenta così: “Dopo anni di immobilismo e di occupazione militare da parte della sinistra, si sono finalmente restituiti alla Rai pluralismo, dignità, programmazione e prospettive di crescita e sviluppo” (sic).
La Rai nelle mani della destra ha perso 248mila spettatori al giorno. Un disastro ‘Avanti Popolo’ di Nunzia De Girolamo, ex ministra, promossa per motivi misteriosi in prima serata, programma cancellato in tutta fretta. Fallisce “Che c’è di nuovo”, con Ilaria d’Amico conduttrice, precipitato all’1,65% e chiuso dopo due mesi. Non va meglio a Giletti con ‘Lo Stato delle Cose’, partito con 840.000 spettatori e il 5.4% di share, sceso al 4% dopo 7 giorni. Super flop di “L’altra Italia, condotto da Monteleone (ex Iena), con ascolti a dir poco sconcertanti. Per la prima puntata l’1.8% di share, poi l’1,6. Costi di produzione e cachet di Monteleone tutt’altro che economici. Insegno, l’amicissimo di “Soy Giorgia”: dura un niente come conduttore del ‘Mercante in Fiera’ su cui cala il sipario e ‘Reazione a catena’, per colpa della sua empatia zero stenta a trovare concorrenti competitivi (crollo di ascolti). “Tango” di Luisella Costamagna si ferma al 2 per cento, ascolti bassi per Max Giusti, Monica Giandotti al posto del pensionato Maurizio Mannoni non fa meglio, Manuela Moreno con il “Filo Rosso” ottiene un misero 2,2 per cento e Monica Maggioni, nonostante l’impegno, non riesce a portare a casa i numeri di Lucia Annunziata. Ripescato per alleviare le pene di ‘emarginato’, la Rai affida a Luca Barbareschi la conduzione di “In barba a tutto”, in onda su Rai 3, crollo degli ascolti e stop. “Liberi Tutti” su Rai2 con Bianca Guaccero chiude dopo 3 puntate e dopo due sole puntate chiude anche “Forte e Chiara” con Chiara Francini. “A casa di Maria Latella”, Rai3 parte con il 2%, per “Questioni di stile” con Elisabetta Gregoraci il bottino degli ascolti è di 84.000 telespettatori. Crisi anche di Costamagna con “Tango”, di Chiambretti con “Donne sull’Orlo di una Crisi di Nervi”, di Emma d’Aquino con “Sabato in diretta” e di “The Floor” (Rai 2). TG Rai inguardabili.
Chi ha lasciato viale Mazzini ha successo sulle altre reti, (Fazio, Bianca Berlinguer, Gramellini, Angius, Botteri, Cazzullo, eccetera).
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