Giornate frenetiche per la nostra infaticabile premier Giorgia Meloni, impegnata su tutti i fronti. Anche di guerra.
In queste ore, infatti, scalda i motori per lo storico incontro romano con il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte: reduce, il Rutte, da un summit alla celebre Chatam House di Londra e, soprattutto, in vista del super vertice dell’Alleanza Atlantica che si svolgerà tra pochi giorni a L’Aja: tutti a base di armi e, soprattutto, cifre e percentuali concrete sul fronte dei prossimi investimenti militari. Da sballo.
Partiamo proprio dai numeri. Che indicano in modo plastico come l’Occidente – ossia Stati Uniti, NATO e UE – stanno procedendo a tappe serrate verso la terza guerra mondiale. Pianificando investimenti militari impensabili solo fino a qualche mese fa.
Valga per tutte una percentuale, che sarà al centro dei lavori all’Aja: i Paesi che fanno parte dell’Alleanza Atlantica sono invitati, nel giro di 7 anni al massimo, a dedicare ben il 5 per cento del loro PIL alla voce ‘spese militari’. Un salto praticamente triplo per noi, che oggi non raggiungiamo neanche il 2 per cento (siamo all’1,7 per cento).
In soldoni, significa un esborso annuo pari a 100 miliardi di euro tondi tondi. Una cifra totalmente impossibile da sopportare per le nostre esangui casse pubbliche, già azzoppate da un deficit che non si stacca dalla spaventosa percentuale del 170 per cento di quello stesso PIL. Lo ammette lo stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Quali pesci prende quindi la povera Giorgia? Secondo le ultime voci di Palazzo Chigi, offrirà sul piatto al famelico Rutte il raggiungimento, a breve (quanto?), del 2 per cento mai toccato. E, in aggiunta, uno slittamento dell’obiettivo: non fra 7 anni, ma per il 2035. Poi chi vivrà vedrà…
Fra smorfiette e risolini, tacchi a spillo e ammiccamenti, vien da chiedersi se mai riuscirà la Giorgia che mezzo mondo ci invidia ad ammaliare e convincere il riluttante Rutte, il glaciale olandese da alcuni mesi al vertice della sempre più guerrafondaia NATO, assetata di danari visto che i padroni a stelle e strisce hanno deciso di tirare i remi in barca.
Tra poche ore vedremo. Una pezza a colori verrà comunque trovata.
Ma leggiamo, tanto per capirci meglio e soprattutto annusare la aria che tira, le ultime parole pronunciate da Rutte a Londra, filo conduttore al prossimo vertice Aja.
Partiamo da un annuncio bomba, è davvero il caso di dire. Non solo obiettivo CINQUE per cento del PIL in 7 anni per tutti i paesi UE: ma anche un aumento del 400 per cento delle spese per le difese aeree e missilistiche. Nonché l’acquisto della bellezza di 700 caccia F-35 da parte di tutti i paesi alleati, Stati Uniti esclusi, of course. In sostanza è questa la terapia-urto che Rutte non propone, ma dispone!
Ossia ordina, in perfetto stile nazista. Come ormai succede ritualmente in ambito NATO-UE, visti anche i diktat griffati Ursula von der Leyen, la Presidente della Commissione UE che ha confezionato il fresco pacchetto militare REARM EU da 800 miliardi di euro e… rutte!
Ecco il Verbo del tulipano (è olandese) di ferro che al popolo bue spiega: “Il per cento non è una cifra campata per aria, ma è basata su fatti molto concreti. Abbiamo bisogno di un deciso e decisivo salto di qualità nella nostra difesa collettiva. Dobbiamo avere più forze e capacità per attuare appieno i nostri piani di difesa. E il pericolo non scomparirà nemmeno quando la guerra in Ucraina sarà finita”.
Al confronto, il leggendario “Apocalypse Now” era un cartone animato…
Prosegue come un carro armato, il vulcanico Rutte, precisando: “Il 3,5 per cento in più sarà investito nei nostri principali requisiti. Mentre il restante 1 e mezzo per cento verrà destinato ad investimenti in difesa e sicurezza, comprese le infrastrutture e la creazione di nuova capacità industriale”.
Poi la ciliegina sulla torta: “Abbiamo subito bisogno di un aumento del 400 per cento della nostra difesa aerea e missilistica”.
E spiega, sempre a quel popolo bue europeo: “Lo vediamo tutti i giorni in Ucraina, con la Russia che diffonde il terrore dall alto. Quindi, dobbiamo assolutamente rafforzare lo scudo che protegge i nostri cieli”.
Il raggiungimento degli obiettivi – chiarisce il Vate Nato – richiede anche una massiccia espansione delle forze convenzionali e di supporto. “Le forze armate hanno bisogno anche di migliaia di veicoli corazzati e carri armati in più. Milioni di proiettili di artiglieria in più. E dobbiamo almeno raddoppiare le nostre capacità abilitanti, come logistica, rifornimenti, trasporti e supporto medico”.
Il menù, però, non è ancora completo. “Ci saranno anche maggiori investimenti in droni e sistemi missilistici a lungo raggio. Nonché forti investimenti per implementare le nostre capacità spaziali, digitali e informatiche”, soprattutto sul fronte della cybersecurity e per prepararci alle sempre più prossime “cyberwars” con il nemico russo ma non solo, perché il pericolo giallo è sempre più alle porte.
Sentenzia il Segretario Generale della Santa Alleanza che protegge tutti i nostri destini da qui alla eternità, nel suo rutto finale: “Chiaro che se non investiamo di più la nostra Difesa non sarà credibile. Spendere di più non significa accontentare un pubblico di una sola persona, ma difendere 1 miliardo di persone”. Promosso a pieni voti in matematica.
Come diceva il mitico Totò: ma ci faccia il piacere, mister Rutte…
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