EMILIANO, RAPPORTI OUT CON ISRAELE

Tradita millennio dopo millennio, l’umanità di un pianeta che chissà come e quando è nato con obiettivi di convivenza in pace, avrebbe potuto godere del dono, del ‘bendidio’ che la natura ha donato ai fortunati che lo abitano. sarebbe bastato intuire quale infinito patrimonio di ricchezze era disponibile per tutti accogliere con saggezza equanime il regalo della qualità e della quantità, ancora non totalmente esplorate, di foreste, boschi, di terra fertile da cui trarre il cibo per tutti gli esseri viventi, il bene comune dell’immensa distesa di acque dolci e salate, di sorgenti inesauribili. Tutto questo, governato il principio fondamentale del “ce n’è per tutti” avrebbe indotto l’umanità a firmare un trattato di pace per l’eternità.

È accaduto l’opposto. Ha dominato il dio dell’egoismo. Per individuare un momento significativo dell’imbarbarimento vale citare lo stereotipo del cavernicolo che non ha esitato ad impadronirsi con brutale violenza della caverna-casa più confortevole, della femmina più ambita, del cibo procurato da altri. Il poi è sotto gli occhi di tutti. In questa prima metà di secolo del terzo millennio è legittimo estrapolare dalle dilaganti scelleratezze in corso nel Pianeta la disumanità, la cinica violenza di un popolo che si lascia trascinare da uno spietato criminale e ripropone con la tragedia del genocidio del popolo palestinese quanto ha subìto nel secolo scorso con l’olocausto.

Se Netanyahu ha sulla coscienza la strage di un popolo (anche per sottrarsi a condanne per i reati commessi) che dire della complicità globale che non ferma l’eccidio e un nuovo genocidio?  A questa accusa non si sottrae l’Italia, o quanto meno chi governa il Paese.

Alla glaciale, silenziosa inerzia dell’esecutivo, si oppone la condanna verbale delle opposizioni, priva di efficacia operativa, ma accade che Emiliano, presidente Pd della Puglia, primo in Italia, per  richiamare l’attenzione della comunità internazionale su una crisi umanitaria inaccettabile e difendere i valori della pace, del diritto internazionale e dei diritti umani, infrange il muro di complicità che consentono a Netanyau di perseguire l’obiettivo di cancellare dalla Terra la Palestina. Decide di mettere fine a ogni rapporto con Israele per dare un segnale a chi non interrompe la fornitura di armi, le relazioni diplomatiche, la solidarietà oltre ogni limite con la vendetta per il raid terrorista di Hamas. Si conferma subito la pericolosità incontrollata dei social. Sul profilo Instagram di Emiliano ignoti mittenti lo minacciano: “Nazista (ovvero l’opposto qual è il governatore) sionista, faremo saltare in aria te e quella Regione di m…”. Risponde Leccese di Bari: “Esprimo tutta la mia solidarietà al presidente Emiliano, oggetto di un attacco violento e ingiustificabile per aver preso una posizione legittima, insieme al consiglio regionale pugliese, sul governo di Netanyau, che uccide migliaia di civili inermi nella striscia di Gaza. Come sempre, le minacce sono anonime, ma confido che gli inquirenti possano individuare i responsabili, che nascosti dietro a una tastiera continuano ad alimentare un clima di odio insopportabile”. Si associa il segretario regionale del Partito Democratico De Santis: “Alle parole d’odio, alle intimidazioni, che hanno preso di mira il presidente della Regione Puglia, rispondiamo con fermezza e con la forza della democrazia.”

NON ESISTE L’ECOGRAFIA DELL’ANIMA, dunque è inevasa la domanda su come vive chi sa che le armi inviate a Israele hanno ucciso i nove figli di una pediatra e migliaia di altri bambini di Gaza.


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