Corsari ‘neri’

Se vi fosse in qualche parte del mondo un narratore emulo di Emilio Salgari avrebbe modo di implementare la saga del ‘Corsaro Nero’ traendo lo spunto dal fattaccio dell’assalto israeliano a una nave umanitaria diretta a Gaza per aggirare il disumano blocco di medicinali e alimentari che il criminale Netanyahu ha imposto con l’evidente e ignobile obiettivo di completare il genocidio del popolo palestinese. In piena notte, i ‘pirati’ di Tel Aviv hanno circondato con navi veloci la Madleen e intimato all’equipaggio dei volontari di cambiare rotta. Gli assalitori hanno reso muti i cellulari di bordo e dato il via all’abbordaggio, all’attacco in acque internazionali. La nave della Freedom Flotilla traporta aiuti per i superstiti del massacro subito a Israele, per chi è privo di cibo e farmaci come conseguenza del blocco imposto da Netanyahu a decine di camion della solidarietà internazionale. A bordo della nave dodici volontari. Anche Greta Thunberg e l’europarlamentare francopalestinese Rima Hassan, Le loro disperate dichiarazioni, prima che fossero interrotte le comunicazioni: “Ci hanno lanciato addosso prodotti chimici. È un altro crimine di guerra, bloccare una nave umanitaria è un crimine di guerra. A bordo c’è preoccupazione”. Le immagini inviate dal ponte della nave lo mostrano chiaramente. Il personale cerca di mettersi al sicuro, ma la Madleen è piccola, nasce come barca da diporto, non ci sono posti in cui poter stare al riparo. “Greta va via di lì”, si sente dire in uno degli ultimi video. “Non sono pacifici, non sono pacifici”, urla Hassan.

Gli assalitori ordinano di cambiare rotta e un’ora dopo droni sommergono l’imbarcazione con una sostanza urticante. Bruciano gli occhi e si soffoca. Il criminale progetto di decimare i palestinesi, fino a che non ne sopravviva neppure uno, è stato più volte evocato dalla destra israeliana che Netanyahu governa nonostante i reati commessi, reati da condanna giudiziaria e la contestazione dell’ebraismo liberale. Sorprende, sconcerta, indigna, l’incredibile provocazione del parallelismo sostenuto dai neofascisti, ma purtroppo anche da filo-israeliani di altra connotazione politica, ovvero il “sì a Gaza è massacro, ma non genocidio” e “Tutto nasce dal raid terrorista dl 7 ottobre”. Desta perplessità che la testata televisiva la 7, voce superstite del giornalismo democratico consenta al conduttore ebreo, conduttore di “L’aria che tira” di porsi tra i personaggi sfacciatamente pro Israele, che mitigano il giudizio sulla strage del popolo palestinese. A sostegno della scellerata solidarietà con chi dissente dalla definizione di ‘genocidio’ per quanto avviene a Gaza, si iscrivono perfino alcuni parlamentari del Pd, non a caso presenti alla manifestazione promossa da Calenda, in antitesi con i trecentomila di Piazza San Giovanni contro la strage di Gaza.


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