Ormai i vertici di Tel Aviv – premier nazi Bibi Netanyahu in testa – hanno gettato la maschera: il loro vero, unico obiettivo è il genocidio del popolo palestinese, una volta per tutte, dopo anni e anni di massacri cominciati, addirittura, nel 1947.
La strage del 7 ottobre 2023 è stata solo un pretesto, organizzato addirittura attraverso la complice ‘Hamas’ finanziata dallo stesso premier a botte da milioni di euro per contrastare la moderata Autorità Palestinese che si batte da decenni per la pace e la creazione di due Stati autonomi e indipendenti.
Adesso scopriamo che le autorità killer israeliane stanno finanziando le formazioni assassine della stessa ISIS per sconfiggere i ‘terroristi’ di Hamas.
Insomma, un vero obbrobrio senza fine e senza confini che viene alla luce in tutta la sua infamia.
Ma i vertici UE se ne strafottono, con la altrettanto nazi presidente della Commissione Ursula von der Leyen solo intenta a spendere centinaia di miliardi di euro (800, con il fresco REARM EU) per dichiarare guerra alla Russia e far esplodere il terzo conflitto mondiale, complici in pole posizioni il premier laburista (sic) Keir Starmer e il neo Cancelliere ed ex numero uno diBlackRock, Frederich Merz. Chissenefrega degli eccidi nella Striscia di Gaza!
Da noi il governo è muto, complice, colluso con il genocidio griffato Netanyahu.
E, da noi, vige anche la più totale disinformazione.
Oppure la più vomitevole delle informazioni: come quelle messe in mostra, in questi giorni, dal solito complice il Foglio (ottimo come carta pattumiera), e soprattutto, dal sempre più inguardabile ‘il Riformista’ firmato dall’uomo che sussurrava all’orecchio di Massimo D’Alema, ossia Claudio Velardi. Per tre giorni, in modo ossessivo, il quotidiano diretto un paio di anni fa da Matteo Renzi ha pubblicato – senza vergogna – un appello titolato “Tutti dalla parte di Israele”, e a seguire addirittura un esercito di 5.000 (?) firme di intellettuali (sic), associazioni, cittadini. Tutti, evidentemente, assetati di sangue e complici del più grande genocidio che la storia ricordi: certo non dissimile né moralmente distante da quello perpetrato da Adolf Hitler nei campi di concentramento.
TEL AVIV ARRUOLA I TERRORISTI “ISIS”…
Ma procediamo con ordine e veniamo alle ultime news. Davvero ai confini della realtà: con i vertici di Tel Aviv che arrivano a reclutare le milizie criminali dell’ISIS per eliminare le sacche di resistenza nell’area sud di Gaza.
Ecco cosa ha appena denunciato, davanti al Parlamento di Tel Aviv, la Knesset, il leader dell‘opposizione ed ex ministro della Difesa, Avigdor Lieberman: “Il governo israeliano sta fornendo armi ad un gruppo di criminali, identificato con lo Stato islamico, su ordine del primo ministro Benyamin Netanyahu”.
Lieberman ha esplicitamente paragonato tale armamento delle bande criminali ISIS alla precedente strategia del premier, quando ha sostenuto finanziariamente Hamas quale contraltare della moderata Autorità Palestinese. Come la ‘Voce’ ha denunciato subito, ossia un paio di settimane dopo quel famigerato 7 ottobre, orchestrato nell‘ombra dal premier con l’ovvio sostegno dei Servizi segreti di Tel Aviv (che ben conoscevano i piani di Hamas da svariati messi e hanno lasciato fare…). Ecco quel primo reportage della Voce, oggi più attuale che mai: messo in rete il 21 ottobre 2023, si intitolava
HAMAS / ECCO COME E’ CRESCIUTA GRAZIE A BIBI NETANYAHU & C.
E poi, del 1 dicembre 2023,
7 OTTOBRE / I VERTICI ISRAELIANI CONOSCEVANO DA UN ANNO I PIANI DI HAMAS E NON HANNO MOSSO UN DITO
Torniamo alle parole di Lieberman: “Nessuno può garantire che queste armi fornite alle bande criminali non saranno poi puntate contro Israele. Non abbiamo alcun modo di monitorarle o rintracciarle”.
Durissime, poi, quelle pronunciate da Yair Golan, leader dell’opposizione alla Knesset ed ex generale dello esercito israeliano (IDF). In un messaggio su X infatti denuncia: “Netanyahu, che ha trasferito miliardi ad Hamas in valigie di contanti, basandosi ora sull’idea errata che Hamas sia una risorsa, sta promuovendo un’altra idea estremamente pericolosa: armare una milizia di Gaza collegata all’ISIS. Il premier è molto pericoloso per la stessa sicurezza di Israele. Invece di cercare un’intesa con l’asse sunnita moderato e garantire la sicurezza ai cittadini israeliani, sta innescando una nuova bomba ad orologeria”.
Più chiari di così, davvero, si muore. Soprattutto gli inermi palestinesi, vittime di un genocidio senza confini.
Hanno poco da smentire all’Ufficio stampa del premier-boia, costretti ad arrampicarsi sugli specchi: “Israele sta facendo il possibile per sconfiggere Hamas in vari e diversi modi, su raccomandazione di tutti i vertici degli apparati di Sicurezza”. Ottimo e abbondante.
E dopo poche ore ammettono: “Su consiglio dei funzionari della Sicurezza, abbiamo attivato i clan di Gaza che si oppongono ad Hamas. Questo è solo positivo e serve a salvare le vite dei soldati del nostro esercito”.
Fonti militari di Tel Aviv riferiscono al ‘Times of Israel’ che il governo sta armando un gruppo descritto come “una banda criminale di jihadisti guidata da Yasser Abu Shabab, membro di uno dei clan più grandi del Sud di Gaza. L’IDF sta fornendo al gruppo criminale fucili kalashnikov, molti dei quali sequestrati mesi fa ad Hamas”.
Secondo il quotidiano libanese ‘Al-Akbar’, “i membri della banda di Abu Shabab appartengono ad una formazione Salafita estremista che si è scontrata con Hamas. La banda capeggiata da Shabab è stata di recente coinvolta nei saccheggi di aiuti umanitari diretti a Gaza”.
Un report interno delle Nazioni Unite già l’anno scorso identificava quella banda come “il principale e più influente responsabile del saccheggio sistematico e massiccio dei carichi di aiuti umanitari”.
Non è finita qui. Secondo un reportage di ‘The New Arabs’, Shabab è stato affiliato a Shadi al-Soufi, un altro famigerato capobanda arrestato da Hamas nel 2020. Al-Soufi è poi fuggito da Gaza con il fattivo aiuto dell’ISIS ed è tornato in azione proprio con il genocidio dei palestinesi deciso da Tel Aviv. Le cui autorità – tanto per chiudere l’ennesimo cerchio – hanno liberato Shabab dopo l’arresto per traffici di droga deciso sempre da Hamas. In perfetto stile ‘guardia e ladri’.
Pochi giorni fa, Shabab ha messo in rete un video in cui afferma che il suo nuovo gruppo ha provveduto a “ripulire” la zona orientale di Rafah dai combattenti di Hamas e dai palestinesi, lasciati al controllo (criminale) IDT.
Un ulteriore tassello per un genocidio che più scientifico non si può.
IL J’ACCUSE DI GIDEON LEVY
Eccoci, infine, ad un fortissimo atto di accusa firmato da uno dei più autorevoli giornalisti israeliani, colonna del quotidiano progressista ‘Haaretz’, ossia Gideon Levy. Che ha il coraggio di denunciare quanto sta, tragicamente, mutando anche nelle (non) coscienze e nei comportamenti di tanti, troppi suoi connazionali: a questo punto complici, o se preferite collusi, oppure quanto meno omertosi di fronte ad un genocidio di tale portata.
“C‘era da aspettarselo: in Israele la retorica ha raggiunto toni neonazisti. Sta cadendo ogni barriera ed è stato legittimato lo spargimento di sangue”.
“Sul canale televisivo Channel14, il parlamentare Mosha Saada del Likud, il partito del premier, si è detto favorevole ad affamare un’intera nazione. ‘Sì, far morire di fame gli abitanti di Gaza è nostro dovere’”.
“Un cantante piuttosto famoso, Kobi Peretz, è convinto che sia stato ordinato di annientare gli Amaleciti, come veniva chiamata nella Bibbia ebraica la popolazione nemica degli israeliti. ‘Non mi fa pena nessun civile morto a Gaza, giovane o anziano. Non provo nemmeno un briciolo di pietà’, ha scritto Peretz sulla prima pagina del quotidiano Yedioth Ahroneth”.
“Saada e Peretz sono solo due pesci piccoli, ma lo stagno è pieno di affermazioni di questo tenore e c’è qualcuno interessato a metterle in evidenza”.
“Se in Europa un personaggio pubblico pronunciasse frasi di questo tipo sarebbe definito neonazista. In Israele dichiarazioni del genere servono a vendere giornali”.
“Bisognerebbe chiamare questo fenomeno con il suo nome: incitamento al genocidio. Va dato atto a Saada e Peretz di aver gettato la maschera. Quelli che un tempo erano insulti da social media sono diventate espressioni normali suoi quotidiani tradizionali; e questo spinge a chiedersi se c’è ancora qualcuno contrario al genocidio di massa”.
“Saada e Peretz sono la faccia truce del premier. Mentre altri difendono solo la strategia di ostacolare gli aiuti umanitari: che è la stessa cosa con parole più raffinate”.
“Lo svelamento dà a questi discorsi illegittimi una normalità che fino a non molto tempo fa ancora non avevano. D’ora in avanti si dovrebbe ordinare: uccidi. Secondo Saada e Peretz è adottare un comandamento. Resta solo da chiedersi chi dovrebbe essere ucciso e chi risparmiato”.
“Lentamente, ma inesorabilmente, i danni portati dall’attacco del 7 ottobre 2023 stanno venendo alla luce. Al di là delle tragedie personali, l’attacco ha sovvertito la società israeliana. Ha distrutto, forse per sempre, qualsiasi traccia di pace e umanità, legittimando la barbarie, come un normale Comandamento”.
“Un tempo ci vergognavamo di azioni simili; adesso la totale perdita del senso di vergogna sta smantellando qualsiasi barriera residua”.
“I discorsi di odio si sono ormai diffusi in tutti gli studi televisivi. Ex colonnelli, ex componenti dell’apparato della difesa partecipano a dibattitti e invocano il genocidio senza batter ciglio. Quando un giorno gli storici cercheranno di capire cosa è successo in Israele in questi anni, troveranno quelle voci, le voci del popolo”.
“Questa legittimazione finirà in un mare di lacrime. Provate a chiedere cosa pensa della libertà di stampa chi vuole affamare 2 milioni di persone, chi pensa che un bambino di 4 anni merita di morire. E scoprirete che chi ha idee simili difende allo stesso tempo la chiusura della maggior parte dei giornali e il bavaglio ai mezzi di informazione. Questa tendenza a compiacere l’estrema destra diventerà un boomerang per colpire proprio i mezzi di informazione. Che lo hanno assecondato”.
“Peretz, Saada e persone simili non vogliono solo sangue arabo. Vogliono anche metterci tutti a tacere”.
Per favore, rileggete le frasi di Gideon Levy una seconda volta.
Oltre che segno di civiltà, è conoscenza allo stato puro: negata dai luridi media di casa nostra. Omertosi & collusi.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.