I “bugiardi patologici” sono coloro che non riescono proprio a dire una verità, neanche su argomenti futili. È come se fossero portatori del gene della bugia o di una malattia del comportamento che molti definiscono “Sindrome di Pinocchio”.
Nella maggioranza dei casi si tratta di innocenti bugie, in genere sono bugie riferite alla propria età, al peso, a qualche errore commesso o a cattive abitudini.
Ma molti politici lo fanno per strategia politica. Un caso da manuale è stato, e continuerà ad esserlo anche in futuro, il ministro Matteo Salvini. Perché è sua consuetudine mentire … proprio come farebbe un bambino dispettoso. Salvini continua a mentire, sapendo di mentire, quando utilizza frasi del tipo “è tutta colpa della sinistra” oppure “è stato fatto dal governo del PD”, anche quando ciò appare macroscopicamente insostenibile. Lo ha fatto persino quando si è trattato di parlare di trasporti, tema di cui è il responsabile governativo da oltre tre anni. Lo ha fatto a fronte delle denunce per i ritardi cronici dei treni e di tutto il trasporto pubblico. La responsabilità, a suo dire, è tutta dei sindacati e dei partiti di sinistra che avrebbero mal governato il paese negli ultimi venti anni. A vederlo puntare il dito viene da pensare al detto “impostori si nasce”. E Salvini lo è, ma non è il solo impostore perché anche altri membri dell’attuale compagine di governo si associano alle sue discutibili bugie nel tentativo di scaricare su altri le proprie responsabilità amministrative. Ma, lo sappiamo, per mentire tanto clamorosamente bisogna dimostrare di avere una non indifferente abilità. E non tutti ne sono capaci. A volte può trasformarsi in una trappola tossica, utile solo a costruire l’illusione di vivere in una realtà più appagante.
Accade quando si dimentica che le bugie ingannano prima di tutto chi le concepisce. Perché a furia di ripeterle, finiscono per diventano realtà. E lì cominciano i guai. Salvini può anche credere che le sue denunce non siano la prova della sua incapacità. Non sono da attribuire ad un fantomatico ministro di sinistra che lo avrebbe preceduto e che avrebbe commesso tutti quegli errori che ora sono a lui ingiustamente attribuiti. In fondo mentire è una malattia, e forse bisognerebbe comprenderlo … ma anche curarlo. Ricordiamo tutti la storia del chiodo e quella degli innumerevoli scioperi del settore di sua competenza, sempre accompagnati da decreti di precettazione. Ricordiamo quando ha affermato che gli scioperi erano dichiarati solo per “allungare le ferie”. Fingendo di non sapere che quei lavoratori non ricevevano alcun compenso per i mancati giorni di lavoro in un paese con i salari più bassi dell’occidente. Ma questo particolare può saperlo solo chi ha effettivamente lavorato nel corso della propria vita al di fuori della politica. Riteniamo che simili falsificazioni della realtà sia, in fondo, normale perché utile per difendere l’autostima e per non prendere coscienza dei propri limiti. Ma, quando si occupano poltrone governative, questa è una pratica pericolosa perché abbatte quel residuo di stima sociale di cui gode chi governa di fronte ai cittadini. Per poterlo fare è necessario avere una considerazione smodata di sé e delle proprie capacità. Quando questo non si può proprio fare, allora si fanno disastri … come è capitato a Salvini da ministro degli Interni. Lo ha fatto senza alcuna consapevolezza e senza nemmeno capire di avere una grande responsabilità, come quando ha affrontato il dramma dei migranti.
In fondo, siamo un po’ tutti sempre in bilico tra un’irresistibile propensione a mentire e una voglia di inventarci una realtà virtuale per non dover prendere atto dei nostri limiti.
Ma chi è un bugiardo patologico? Forse è uno che concepisce la menzogna come un tic, che è incapace di provare sensi di colpa, che è disposto a giurare il falso per ottenere ciò che vuole … o per una manciata di voti.
Alcune bugie per il ministro Salvini sono ormai così familiari da confondersi con la realtà. Qualche esempio? Ha detto “… una volta al governo abbasserò le tasse e le accise” (in realtà tasse e accise stanno sempre lì, anzi sono persino aumentate); “… da quando governiamo noi gli sbarchi di clandestini sono finiti” (in realtà sono sempre continuati e nelle stesse dimensioni); “… abbiamo abbattuto il debito pubblico” (in realtà è aumentato); e via di seguito. Tante bugie dette opportunisticamente con il supporto di un potente ufficio stampa, capace di governare le menzogne falsificando la realtà.
I bugiardi mentono, magari iniziando innocentemente e solo per placare le proprie ansie o delusioni. Raccontano talmente tante bugie che è impossibile tenerne traccia o memoria. Chi ne ha consapevolezza e avverte il peso di qualche senso di colpa o, semplicemente, si rende conto di quanta fatica comporta, finisce intrappolato in una personale realtà virtuale e perde il contatto con il mondo reale.
Mentire richiede fatica e intelligenza, è vero, ma tale considerazione non può giustificare chi ha grandi responsabilità verso la comunità. Anche se tutti noi, bene o male, mentiamo dalle dieci alle duecento volte al giorno, come dimostrano gli studi condotti sulla menzogna. Si mente soprattutto con gli estranei, quando si inventano ruoli o comportamenti diversi da quelli abitualmente praticati, o quando ci si relaziona con persone sconosciute. È quello il momento in cui si costruiscono reticoli di piccole bugie innocenti inventate per facilitarci la vita, per non fare brutta figura, per spacciare un’immagine di sé stessi più lusinghiera.
Proprio come fanno certi ministri quando devono trasformare, agli occhi degli elettori, i loro clamorosi fallimenti in straordinari risultati positivi.
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