La sconsiderata citazione della parola “pace” denuncia l’ipocrisia della società disumana responsabile delle decine di guerre che insanguinano la Terra. Ne fanno colpevole abuso i leader politici mondiali, il giornalismo che non lo denuncia, il chiacchiericcio popolare di chi privo di competenza e di adeguati strumenti di analisi tenta di districarsi dal caotico garbuglio di esternazioni escogitate per mascherare progetti opposti alla pace, interessi economici e geopolitici, l’esito inconcludente di conferenze internazionali, la stridente contraddizione di chi firma trattati e finanza l’industria bellica, il falso “cessate il fuoco” sbandierato con cinica ipocrisia dagli autori di macabri massacri. C’è chi predica la diplomazia, ma fomenta divisioni, chi si dice pacifista e firma contratti di morte.
SCOMPARE PRESTO DALLA MEMORIA lo sconcio slogan elettorale di Trump. Rieletto avrebbe messo fine alle guerre “in un solo giorno”, pur consapevole del determinante sostegno che riceve dall’industria bellica americana. Il tycoon, durante la campagna elettorale, ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero ridotto il loro coinvolgimento nei conflitti globali. Promessa subito svanita nel nulla. Il neo presidente Usa lascia intendere di condividere la tragedia dell’aggressione israeliana in Palestina, ma progetta di mettere le mani sulla ‘Striscia’, approva il progetto Netanyhau dell’esodo forzato del popolo palestinese, per liberare Gaza, gestire la ricostruzione e trasformarla in Miami araba, “pallino” di Trump immobiliarista.
IPOCRISIA POLITICA: Vladimir Putin continua a parlare di “difesa della sovranità” e di “lotta contro l’egemonia occidentale”, ma contemporaneamente prosegue con la guerra di aggressione contro l’Ucraina, giustificata con motivazioni sempre diverse. Macron, si è proposto come mediatore per la pace in Ucraina e suggerisce l’invio di armi e truppe europee, contestato dagli alleati. Merz, leader tedesco, critica l’eccessiva dipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti, ma rafforza il legame militare con Washington. Viktor Orban. Il premier ungherese si presenta come difensore della sovranità nazionale e della pace, ma è uno dei pochi leader europei a mantenere rapporti stretti con Puti. Si oppone alle sanzioni contro la Russia. Giorgia Meloni. la premier italiana dichiara di sostenere l’Ucraina, ma non partecipa ai vertici dei “Volenterosi” sull’invio di truppe, per non contraddire la sua posizione politica interna. Ecco ara e fa ‘guerra alla guerra’ come Gino Strada, salvando la vita alle vittime di mine, bombe, missili, malattie in Paesi aggrediti dal colonialismo selvaggio, da predatori senza scrupoli, dai potenti del mondo, da Russia, Cina, Stati Uniti, con l’Europa spettatrice ininfluente, che subisce l’onda lunga, terrorizzante, della destra e ne sopporta l’urto impunita.
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