GENOCIDIO / RUSH FINALE CON I CARRI DI GEDEONE

E’ cominciato l’ultimo atto del Genocidio, la parte finale di Sterminio scientifico della popolazione civile palestinese, il Nuovo Olocausto in perfetto stile nazista. Ecco al via l’Operazione I CARRI DI GEDEONE.

Quelli che sopravviveranno alla furia del governo di Tel Aviv, del boia Bibi Netanyahu e del suo criminale esercito,IDF, potranno essere trasferiti il Libia, grazie ad un piano messo a punto in combutta con gli Usa.

Se ne strafottono, i vertici israeliani killer, se la Spagna, rompendo gli indugi, dopo aver riconosciuto lo Stato Palestinese, ha etichettato come autentico genocidio quanto ha compiuto e sta compiendo Israele.

Intanto, per la gioia dei turisti, i tour operator, con l’ovvio ok delle autorità e dell’esercito, stanno organizzando dei perfetti ‘horror tours’: e puoi vedere, anche dal vivo, in diretta, come i missili israeliani ammazzano i palestinesi o bombardano ospedali e scuole.

Il massimo!

Ma procediamo con ordine e vediamo i vari tasselli che compongono l’apocalittico mosaico.

Raggiunto un totale di 53 mila morti dall’inizio della Strage (150 solo nelle ultime 24 ore e migliaia di sfollati), ossia dal 7 ottobre 2023 ad oggi (ma secondo fonti attendibili il computo potrà essere di 3-4 volte superiore per le penose condizioni di tantissimi bimbi e ragazzi che la pagheranno con la vita), il governo di Tel Aviv ha deciso di arrivare al rush finale. Ormai con un chiaro obiettivo: liberare tutta la Striscia di Gaza dagli inutili, luridi e ingombranti palestinesi, fottendosene anche degli ostaggi rimasti: chiaro pretesto, fin ab initio per raggiungere, appunto, il vero scopo.

Carrarmati israeliani nella Striscia di Gaza. Sopra, scene dalla deportazione dei civili

 

ARRIVANO I CARRI DI GEDEONE

Per questo è appena partita l‘Operazione ‘I Carri di Gedeone’, con l’impiego massiccio di carri armati, tank e tutta la forza d’urto IDF.

Tanto per rinfrescare la memoria millenaria, Gedeone – un giudice – venne chiamato da Dio per liberare Israele dai Madianiti e dagli Amaleciti, popoli pagani che avevano invaso quelle sacre terre. E l‘ottimo Gedeone la prese molto sul serio: sterminò i Madianiti, inseguì i fuggiaschi e non ne lasciò vivo neanche uno. Il figlio Abimelech conquistò il potere dopo aver ammazzato, uno ad uno, i 70 fratelli. E fu incoronato primo re d’Israele…  Su quel fronte, il prode rampollo rimarrà insuperato, visto che Bibi ha certo meno fratelli e sorelle.

Con tale rastrellamento, le truppe israeliane puntano ad eliminare fisicamente circa 1 milione di palestinesi innocenti: non solo con bombe, missili e armi, ossia nel mondo più convenzionale; ma anche affamandoli, assetandoli e privandoli di medicine e di ogni minino vitale, avendo ormai impedito da quasi 2 mesi e mezzo l’arrivo di tutti gli aiuti umanitari.

Neanche la Gestapo…

 

La popolazione palestinese stremata dalla pulizia etnica

E per la restante metà, no problem. Ecco pronto il freschissimo piano elaborato a Washington, che prevede la deportazione, con le buone o con le meno buone, di tutti i sopravvissuti in ridenti campi lager acquartierati in Libia, con la quale i vertici Usa stanno arrivando ad un accordo finale. Ottimo e abbondante!

Niente deserto del Sinai, come inizialmente previsto; nessuna isola artificiale da attrezzare di fronte alla Striscia di Gaza, secondo le proposte di alcuni ministri del gabinetto (nel vero senso della parola) di Tel Aviv. Soluzione, questa, anche anti-estetica, visti i progetti turistici coltivati per lo sviluppo di tutta la Striscia sia dei vertici israeliani che da quelli a stelle e strisce.

Chi non ricorda, a inizio febbraio, le radiose news sui faraonici progetti made in Trump-Netanyahu per far della Striscia la Riviera del futuro, una Costa Azzurra da mille e una notte!

E la Casa Bianca arrivò a mettere in rete foto hollywoodiane, con tanto di immagini dei due leader in costume da bagno, a bordo piscina, sorseggiando un aperitivo tra grattacieli, palme e colonnati imperiali…

Ai confini della realtà. Ma ben dentro quelli di un piano studiato in modo criminal-scientifico dai due Paesi per prendere due piccioni con una sola fava: il Genocidio da sempre sperato (fin da quel famigerato progetto di Partizione della Palestina predisposto dall’ONU nel 1947) e l’utilizzo di quelle terre finalmente liberate a fini immobiliari e turistici (super-speculativi) per rastrellare miliardi di dollari con la pala. Insomma un nuovo ricco Libano dopo mezzo secolo per la goduria di tanti vip!

Ecco un istruttivo pezzo che dettaglia il piano-Libia predisposto dagli Stati Uniti. Lo mette in rete il sito Antiwar il 16 maggio  White House working on Plane to Send 1 Million Palestinians to Lybia

 

Pedro Sanchez

Passiamo a Madrid, dove il primo ministro Pedro Sanchez ha dato un nome a quanto sta facendo Israele: GENOCIDIO. Lo ha fatto in un dibattito parlamentare, nel corso del quale ha affermato: “Non facciamo affari con uno Stato genocida”. Un paio di settimane fa il governo spagnolo aveva annullato un contratto da 6 milioni e mezzo di euro per comprare munizioni da una azienda israeliana.

Un anno fa, del resto, l’esecutivo guidato dal socialista Sanchez (unico in Europa ad ottenere anche significativi risultati in campo economico e sociale) ha riconosciuto lo Stato della Palestina. Come ha fiancheggiato, fin dall’inizio, il Sudafrica, nel denunciare le autorità di Tel Aviv davanti alla Corte Internazionale dell’ONU e alla Corte Penale dell’Aja per i crimini contro l’umanità.

La collusa UE, capeggiata dalla nazista Ursula von der Leyen, non dice una parola, neanche una sillaba, contro il genocidio; e pensa solo al REARM EU da 800 miliardi e passa per la prossima guerra contro la Russia.

E da noi, peggio che andar di notte: governo zitto e muto, complice; e il ministro Maurizio Crosetto (uno dei meno impresentabili, figurarsi!) il quale promette che supereremo il 2 per cento del PIL per le spese militari, obbedendo ai diktat Usa!

 

BOMBE E MASSACRI IN DIRETTA

Finiamo proprio con i tour dell’orrore. Come non succede neanche nei più immaginifici horror movie.

Alcuni tour-operator (tra cui, a quanto pare, TripAdvisor) stanno promuovendo succulenti pacchetti-vacanza. Offerte davvero imperdibili, da lasciare a bocca aperta e/o con la classica acquolina in bocca. Ecco due esempi: il ‘Tour del patrimonio e dell‘eroismo al confine di Gaza’, e il ‘Tour di Sderat e del Nova Music Festival’.

I favolosi pacchetti prevedono incontri con gli eroici soldati dell’IDF, che descrivono nei dettagli alcune tra le più cruente operazioni; colloqui con coloni e residenti; nonché anche il pernottamento in un kibbuz colpito.

Ma la vera ciliegina sulla torta è la diretta di un bombardamento dal vivo su un villaggio palestinese: la si può godere dall‘incantevole belvedere a Sderat. Con ogni probabilità è previsto un supplemento extra per l‘esclusiva sul massacro.

Ecco il commento di un paio di guide israeliane: “Dopo quello che ci hanno fatto il 7 ottobre questa è la nostra risposta. E’ quello che si meritano”.

E la seconda: “Non abbiamo altra scelta, dobbiamo combattere. I palestinesi non sono esseri umani, sono mostri. O loro o noi”.

Uno spettacolo da notte degli Oscar…

Per tirarci su un po’ di morale e capire che non tutto il popolo israeliano la pensa in questo modo, anzi una buona metà e speriamo di più giudica Netanyahu e C. dei criminali di guerra e di pace, vi proponiamo la lettura di un intervento firmato da uno dei reporter storici, Gideon Levy, una colonna del quotidiano progressista di Tel Aviv Haaretz. Lo traduce e mette in rete, meritoriamente, il Giornale d’Italia, titolando  Cisgiordania, pulizia etnica dei coloni israeliani nella valle di Sa’ir, residenti palestinesi cacciati con violenza, chi torna viene ucciso

Ecco l‘incipit: “La Valle di Sa‘ir è interdetta ai palestinesi per ordine e l’ordine proviene dai coloni violenti. La fertile valle, che un tempo ospitava decine di villaggi pastorali e boschetti di ulivi e albicocchi appartenenti ai residenti, è stata ripulita all‘inizio della guerra dai coloni che vivono ad Asfar, un insediamento in cima al monte Qanub. Dror Etkes, che monitora l’attività degli insediamenti israeliani sui territori, definisce i coloni di Asfar ‘violenti al 100 per cento”.


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