C’è un Papa.
C’è un Leone a presidiare i bastioni della Pace & della giustizia sociale, a fianco dei poveri, dei diseredati, dei senza diritti.
Non sarà un Francesco: ma non potrà che proseguire lungo il solco tracciato da lui, nel cammino per de-istituzionalizzare la Chiesa e farla sempre più aperta alle istanze di tutti, credenti e non credenti.
Non avrà i toni dirompenti di Bergoglio, che ha avviato una ‘rivoluzione’ storica tra mura ancora troppo ‘fortificate’; ma – speriamo davvero – possa avere quelli giusti, misurati ma decisi e inequivocabili, per agire in modo concreto verso la Pace, il disarmo, come ha indicato fino all’ultimo fiato Francesco e come sembra aver ripreso – quasi un filo rosso – Robert Francis Prevost fin dalle sue prime, emozionate parole dal balcone di piazza San Pietro.
E, soprattutto, non sarà la Restaurazione, come avrebbe invece perfettamente incarnato il super favorito da tutti i bookmakers e analisti di turno, ossia Pietro Parolin: un ‘diplomatico’ perfettamente in linea con gli attuali establishment dei Palazzi & dei Poteri.
Per fortuna, golpe (bianco, bianchissimo) sventato: e la Chiesa che dimostra, in modo concreto, di essere anni luce più avanti della Politica, ridotta ormai in macerie sotto tutte le latitudini e capace di pronunciare solo parole di odio, di distruzione, di guerra. Se non addirittura di genocidio.
Una Chiesa che ha deciso, una volta per tutte, e nel solco di Bergoglio, di mettere in pratica nel modo più concreto possibile le parole del Vangelo: di incarnarlo, per renderlo attività concreta dei suoi missionari, dei suoi ‘preti’, dei suoi militanti al fianco di chi non ha più la forza di combattere – su questa Terra – per i propri sacrosanti diritti, calpestati e oltraggiati ogni giorno sotto tutti i cieli del Potere: che veste i panni dei Politici che pensano al Dio Denaro, dei Magistrati che uccidono la Giustizia nei tribunali, degli Scienziati che brevettano vaccini Killer, degli Industriali che fabbricano armi di morte. E anche dei camici bianchi che fanno aborti, come ha avuto il coraggio di denunciare – con parole durissime – Papa Francesco.
Il quale, ciò facendo, ha solo applicato e reso viva la parola del Vangelo: non uccidere. In tempi di guerra ma anche in tempi di pace.
Fa correre i brividi ascoltare le parole di un certo Italo Bocchino (nome omen) che poche ore fa, via tivvù, ha parlato di un Bergoglio ‘conservatore’, di destra, evocando le sue parole contro l’aborto. E, lungo quella scia nera, ha cercato le pezze d’appoggio per affibbiare la stessa etichetta al neo Leone XIV. Penoso.
Ma questo ci offre il ‘destro’ – è proprio il caso di dire – per parlare di ‘sinistre’ cose sulla continua, estenuante, ormai nauseate ‘bollatura-etichettatura’ di destra-sinistra, conservatore-progressista.
Ad esempio, alcuni ‘analisti’ (sic) hanno scovato che l’americano Prevost è registrato come ‘repubblicano’ negli Usa. Eppure, il suo agire è sempre parso ‘di sinistra’, come si osava dire un tempo.
E allora, la vogliamo dire tutta per poi abbozzare il filo d’un ragionamento che stia in piedi?
Il primo comunista su questa Terra ha un nome ben preciso: si chiama Gesù.
Uscite, con la vostra mente e per alcuni momenti, dalle GABBIE del pensiero comune: ossia, non fate, per favore, l’equazione comunismo=Stalin, comunismo=Putin, comunismo=gulag.
E allora. Pensate a quanto predicava e, soprattutto, ha fatto Gesù nei suoi 33 anni di esperienza su questa Terra. Amore sconfinato per gli altri, per gli affamati, i senza terra e senza casa, i diseredati, le prostitute, i malati, gli storpi, i diversi. L’altra metà del mondo, quella che non ha più speranze e muore disperata. Gesù è venuto per loro, solo per loro: non per i potenti e i loro eserciti, non per i re e le loro corti, non per i trafficanti del Tempio.
Una umanità profondissima a fianco di quelli che ormai tutti definiscono ‘ultimi’. Ma non solo: perché il suo è stato un messaggio di ribellione, di rivoluzione: su questa Terra, prima ancora di godere di un domani nell’aldilà, che è un’altra Terra promessa.
Un messaggio che urla – come ha fatto fino all’ultimo istante Papa Francesco con un sol filo di voce – per una Giustizia sociale qui, in questo mondo costruito sul dolore e le sofferenze degli ‘altri’ e le iniquità sociali più spaventose. Di diritti: alla vita, alla dignità, alla salute. Al rispetto del prossimo, non da bombardare e ammazzare con il coltello tra i denti o il fucile imbracciato oppure col dito sul pulsante per sganciare missili oppure bombe.
Chiudete gli occhi. E fatevi venire in mente le pagine di storia – non di propaganda becera – che parlano degli obiettivi del comunismo autentico: lo ripetiamo ancora una volta, non quello staliniano o putiniano.
Sono gli stessi, identici di quelli del Vangelo: eguaglianza sociale, giustizia altrettanto sociale, rivoluzioni per cambiare il mondo sì, ma non guerre.
Inutile dire: la Chiesa tutta ha sempre ripudiato il comunismo, il marxismo. Parole vuote.
Bisogna sempre andare alla radice delle cose. Alle origini. Allo spirito. Il comunismo è solo materialismo? Lo hanno sempre detto tutti quelli che avevano ottimi motivi per dirlo e per delegittimare un percorso comune tra comunismo e cristianesimo.
Vogliamo solo rammentarvi le feconde e purtroppo dimenticate (o messe tra molte parentesi) esperienze di grandi intellettuali cattolici che esattamente mezzo secolo fa decisero di scendere in campo. Erano le elezioni del 1976, quando un foltissimo gruppo partecipò alle elezioni sotto le bandiere del PCI e venne eletto al Senato, per poi costituire quella ‘Sinistra Indipendente’ che non ha mai avuto le casse di risonanza che avrebbe meritato. Un solo nome per tutti (lo abbiamo citato anche un paio di giorni fa): Raniero La Valle, una vita contre le Guerre, per la Pace senza se e senza ma, per la Solidarietà.
C’è solo da sperare che seguendo l’itinerario tracciato da Francesco e, a quanto sembra, proseguito da Leone, quei semi possano di nuovo germogliare.
Per offrirvi quale stimolante lettura in più su quanto è successo in Vaticano e sulla figura del nuovo Papa vi proponiamo il link del sito a stelle e strisce ‘Politico’, le prime reazioni negli Usa e soprattutto negli ambienti trumpiani, Leo is America’s first Pope. His worldview appears at odds with ‘America First’. Steve Bannon called Leo ‘worst pick up for MAGA Catholics
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