PACE DISARMATA

Tifo da stadio in piazza San Pietro, come per un gol che regala alla nazionale la coppa Rimet di campioni del mondo. Accoglienza iniziale appena tiepida di cattolici e turisti per il successore di Bergoglio. Chissà per il timore che fosse il cardinale di New York raccomandato da Trump’. Tripudio rinviato, euforia di fedeli con bandiera a stelle e strisce, entusiasmo per l’esordio del nuovo pontefice che ha strettamente connesso gli aggettivi “disarmata” e “disarmante” alla parola “pace”.

L’evento ha prolungato l’effetto ‘tempesta mediatica’ che ha accompagnato il calvario di Papa Francesco, la sua morte, il racconto da periodico ‘Grand Hotel’ dei potenti accorsi da tutto il mondo per i funerali, (non pochi gli  eretici, gli anti Cristo, i blasfemi come Trump),  il quiz sul toto-successore, il minuzioso quanto fantasioso lavoro investigativo  su presente e futuro del Vaticano, il saccheggio degli archivi e la ricostruzione identitaria di tanti Papi, minuziose incursioni sul background dei preparativi, il protagonismo del comignolo annunciatore dell’habemus papam, la permanente passerella di vaticanisti, storici del cattolicesimo, politici, tg, speciali, interi palinsesti stravolti e nel mare magnum di sproloqui, corretta informazione, fantasie gratuite, contraddittori divisivi tra progressisti e conservatori, il “miracolo” di Marco Damilano. L’ex direttore dell’ESPRESSO, che cura ogni sera la preziosa rubrica giornalistica “Il cavallo, la Torre” ha pronosticato fuori dal coro l’investitura del cardinale di Chicago Robert Francis Prevost, elezione che infligge un nuovo colpo alla credibilità di Trump, sostenitore esplicito del cardinale ‘amico’ di New York.

È Leone XIV il rifinitore di Francesco innovatore incompiuto? A caldo il Papa americano ha guadagnato credito reiterando più volte l’invocazione alla pace “di tutti”, a un significativo “costruiamo ponti” e l’attenzione non teorica ai temi sociali. Non avrà vita facile, come non l’ha avuta Bergoglio, permane la previsione sulla fatica di remare contro i ‘nemici’ interni, del cattolicesimo asservito all’antidemocrazia del sovranismo. Ma Leone XIV ha dalla sua che tornare indietro, anche per la Chiesa, è impraticabile. Comunque, ai non cattolici, preme capire se e in che misura il Papa, che si ritiene indicato a suo successore di Bergoglio, avrà ragione del ‘fuoco amico’.


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