[Utopia, purtroppo. Franco Rosi (che vuoto ha lasciato nel cinema di denuncia) avrebbe narrato da par suo il vulnus parallelo che ferisce la paradisiaca bellezza dei Campi Flegrei e la rapace aggressività dell’immobiliarista Trump, responsabile diretto, indiretto delle macerie di Gaza, da rigenerare con un Miami bis per miliardari].
NEL RICORDO SDEGNATO DEGLI ANALISTI residua lo sconcerto per la brusca retromarcia del gigante dell’economia italiana incantato dall’immenso potenziale che la natura e la storia hanno assegnato al litorale da Bagnoli a Capo Miseno. L’idea-progetto di farne un paradiso in terra ha fallito prima ancora di trasformarsi in concretezza, cancellato dal ricatto delle cosche criminali, dalla rivendicazione di tangenti e ingombranti compartecipazioni. Trascorsi quasi dieci lustri da quella rinuncia del gruppo interessato a un radioso futuro dei Campi Flegrei, si è registrata solo inerzia a caro prezzo, lo scandaloso non far nulla dell’area liberata dall’Italsider senza controparte, che langue in sato di coma permanente. In contro tendenza benefici flussi del turismo internazionale, non esaltanti per numeri e auspicata stanzialità. Superata la drammatica parentesi della pandemia da ‘Covid’, spaventano la memoria della terra che da secoli va pericolosamente su e giù, la catastrofica vulcanicità che da qualche mese si ripresenta con boati, scosse, turbolenza del magma, notti in macchina, piani di evacuazione.
In ambito locale, a dimensione nazionale e planetaria, i media non risparmiano note, immagini, filmati, allerta, impressionanti ricostruzioni di eventi del passato. Inevitabile il danno di immagine, l’effetto collaterale di rinunce sempre più consistenti e di turisti che disdicono le prenotazioni alberghiere. Paura ingiustificata, informazione dissuadente non corretta? È un’ipotesi corretta, sed cum iudicio. Dovesse verificarsi quello che tutti temono, una nuova devastate espulsione di un vulcano, è molto dubbio la piena risposta dell’evacuazione in massa e veloce. Ugo Leone (su Repubblica pagine di Napoli) ambientalista stimatissimo, riflette sul bradisismo, ragiona con sguardo competente ben oltre il perimetro a rischio. Chiede a chi teme le vacanze nei Campi Flegrei: “Alternative? La terra ha tremato a Instanbul (magnitudo 6.2) in California, Giappone, Birmania, nelle Filippine e può ancora accadere, magari quando i turisti sono in vacanza in quei luoghi, eppure il turismo non li esclude. I comuni flegrei, annota Leone, tranquillizzano i cittadini chi li abitano e li preparano alla convivenza, informano con un volumetto sul che fare in caso di scosse violente. Leone suggerisce ad alberghi, ristoranti, agenzie turistiche, di donarlo ai visitatori, con l’obiettivo di rassicurarli ed è davvero difficile immaginare che l’iniziativa li riattragga, come se nulla fosse. Peggio, se a farlo fosse un’agenzia europea all’atto della prenotazione. Potrebbe provocare risposte di segno opposto. È comunque da condividere l’invito a venire nei Campi Flegrei senza paura. I sismologi smentiscono l’imminenza di un’esplosione vulcanica, peggiore ipotesi per Pozzuoli e dintorni.
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