GAETANO MANFREDI / COME ‘O INGEGNERE SFASCIA NAPOLI IN MODO SCIENTIFICO

Vedi Napoli e poi muori.

In modo che più letterale non si può, in maniera davvero scientifica.

Grazie al costante impegno profuso, con pervicacia certosina, dal sindaco sfascista della città, Gaetano Manfredi: non nel senso politico, perché indossa la casacca del PD anche se gode di consensi a 360 gradi ed è fresco di nomina unanime al vertice dell’ANCI, l’associazione che raggruppa tutti i comuni italiani.

Ma nel senso ‘ingegneristico’ del termine: perché sta quotidianamente distruggendo, pezzo dopo pezzo, ciò che resta di ‘Parthenope’, il gioiello che Dio ha posto a baciare il mare blu. Un Paradiso che ormai da anni si sta trasformando nell’Inferno, soprattutto per chi ci vive: ma ormai sono anche i turisti mordi e fuggi ad accorgersene.

Come testimonia il testo di una mail arrivata dopo Pasqua in redazione. Si tratta di due turisti padovani che da anni non vedevano la città.

Lo stato in cui versa la Villa Comunale sul lungomare di Napoli. La vediamo anche in apertura, nel fotomontaggio col sindaco Manfredi

Siamo rimasti mezzo e mezzo. Ricordavamo il centro antico che è sempre meraviglioso, come poche cose mai viste. Ma siamo rimasti molto meravigliati di come è mal tenuto il lungomare, che è una delle cose più belle. Perché camminando, abbiamo visto che la Villa Comunale, che ricordavamo come un bellissimo polmone verde, è ridotta in totale stato di abbandono. Erbacce alte due metri, piante lasciare morire, robaccia ovunque, edifici interni ridotti in macerie. Possibile mai che l’amministrazione di una delle più importanti citta italiane permetta un tale scempio? Poi ci siamo allungati in un quartiere che mi ricordavo molto pittoresco, quello della Torretta che porta a Piedigrotta e Mergellina. Anche qui, un caos totale, traffico impazzito, lavori per strada, la gente che non sapeva che fare. Ci siamo detti: questa è la bellezza di Napoli, un vero manicomio di luci, suoni e colori. Ma così è davvero un po’ troppo, immaginiamo soprattutto per quelli che ci vivono ogni giorno”.

Più volte sulla ‘Voce’ abbiamo descritto, dettagliato e denunciato le penose condizioni in cui da anni è costretta a vivere la città: senza che l’amministrazione muova un dito.

Anzi, quando lo muove, fa danni incalcolabili.

Masochismo, ignoranza, imperizia o che?

Basta andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page, digitare anche solo il nome di GAETANO MANFREDI per rendersene conto.

‘O TRAM

Per alcuni dettagli in più, partiamo dall’ultima parte della mail dei nostri due lettori padovani, dove si parla del caos alla ‘Torretta’, coinvolta in pieno nel maxi progetto del nuovo, faraonico ‘TRAM DEL MARE’, appena tenuto a battesimo. E uscito dall’Uovo di Pasqua griffato Manfredi & C.

Ecco come lo spiega una nota diramata da Palazzo San Giacomo, la sede storica del Municipio partenopeo: “Da lunedì 7 aprile partono i lavori per la valorizzazione e il ripristino della linea tranviaria nel tratto che si estende da via Acton, galleria Vittoria, Piazza Vittoria fino a piazza Sannazaro, passando per la Riviera di Chiaia e via Giordano Bruno”, e quest’ultima corrisponde alla storica ‘Torretta’.

Lavori eterni alla Riviera di Chiaia

Prosegue spedito il comunicato sindacale: “A questo si aggiunge il progetto dell’HUB di interscambio con la stazione Linea 2 a San Giovanni a Teduccio e del prolungamento del Tram fino a Mergellina, con un interscambio con la Funicolare. Si realizzerà così il ‘Tram del Mare’, 10 chilometri lungo l’intera costa di Napoli. Sempre il 7 aprile parte anche il cantiere di prolungamento dell’attuale linea tranviaria di via Stadera che si estender fino al deposito Atan di via Nazionale delle Puglie”.

Ed ora il ‘piano finanziario’ delineato dal Manfredi ‘dream team’: “Entrambi gli interventi sono finanziati a valere sul PNRR e pertanto la conclusione dei lavori sarà entro giugno 2026. Si accoppia allo sviluppo infrastrutturale il finanziamento di 11 Tram, sempre con fondi del PNRR. Una iniziativa ad elevato valore storico e culturale, visto che Napoli ha avuto tram fin dal lontano 1876”.

Così commenta, gonfiando il petto, l’assessore alle Infrastrutture di Palazzo San Giacomo: “Il ripristino ed estensione del ‘Tram del Mare’ rappresenta un importante traguardo di mobilità sostenibile per tutti i cittadini ed i turisti, complementare rispetto al sistema delle metropolitane”.

Siamo allibiti. Basiti.

Perché con tutti i giganteschi problemi che assillano, massacrano e ‘uccidono’, ogni giorno che passa, Napoli e i suoi abitanti, ‘O Sindaco e la sua giunta pensano ad ‘O Tram. Quando proprio il sistema quotidiano dei trasporti è al collasso in ogni sua minima articolazione: basta sentire quanto ‘dicono’ alle fermate i poveri-cristi ogni santo giorno; la sanita è ormai al lumicino, e anche stavolta basta sentire le disperate parole di pazienti e familiari stremati ai pronto soccorso cittadini, neanche da settimo mondo; quando la povertà sta esplodendo in ogni quartiere, la miseria entra in ogni casa, i prezzi sono alle stelle, i fitti insostenibili, il lavoro non esiste più.

Insomma, quasi un Gaza quotidiana.

E lorsignori che fanno? Progettano il TRAM D’O‘MARE. Fondi pubblici, sì, del PNNR: ma che avrebbero potuto prendere ben altre destinazioni, vista l’aria cimiteriale che tira (e l’arte d’arrangiarsi poi un bel giorno finisce…).

LA DIRTY STORY DEL METRO’ KILLER

Cerchiamo di spiegarvi in modo succinto la dirty story, che fa davvero accapponare la pelle e venire i brividi. E per inquadrare quanto oggi – incredibilmente – succede a Napoli.

Tutto nasce nel 1976. E fu proprio un articolo della prima ‘Voce’ – quella diretta all’epoca da Michele Santoro – a rivelarlo, un pezzo che raccontava la posa della prima pietra per il metrò partenopeo. La cui ‘story’, strada facendo, s’è fusa, mescolata con quella della ‘Linea Tranviaria Rapida’, la famigerata LTR progettata proprio negli anni pre-Tangentopoli e da inaugurare in occasione del Mondiali ’90 di calcio. Tanti napoletani ricorderanno le rocambolesche acrobazie dalla famosa (poi famigerata) ‘TALPA’, la maxi scavatrice che poi sprofondò nel sottosuolo (e lì ancora resta, per la Memoria storica e politica dello sfascio cittadino). Una funambolica e costosissima idea partorita dal super assessore PSI di allora, quel Silvano Masciari che cumulò addirittura sei deleghe, da Guinnes dei primati.

Crolli al cimitero di Poggioreale

Lì ‘morì’ la Speedy Tram Story. E subito cominciò quella per la realizzazione della nuova Linea Metropolitana di Napoli. I cui lavori, in modo funesto, stanno continuando ancora oggi, a quasi mezzo secolo di distanza! Ai confini della realtà, ma ben dentro i confini di un mondo politico, amministrativo, professionale, e anche mediatico totalmente corrotto, deviato, marcio fin dalle sue radici.

Abbiamo scritto in modo ‘funesto’ non a caso. Perché tre anni fa – vera ciliegina sulla torta avvelenata – i lavori per portare il miracoloso metrò fino all’aeroporto di Capodichino hanno impattato, in modo devastante, con il cimitero monumentale di Napoli. Facendo scempio di un’intera cappella, con le ossa dei morti sparse per tutta l’area. E l’intero cimitero di ‘Poggioreale’ è rimasto chiuso – incredibile ma vero – per quasi due anni, nonostante le promesse sia del Comune che di ‘Metronapoli’ (la concessionaria da decenni incaricata dei lavori killer). Anni prima, quei lavori assassini hanno distrutto un’intera ala dello storico ‘Palazzo Guevara’ alla Riviera di Chiaia: solo per miracolo non è stata una strage.

Non ce la sentiamo di proseguire oltre con questo horror movie, con questa autentica galleria degli orrori. Per la quale, fino ad oggi, nessuno ha pagato il fio. Ulteriore, significativo segnale che la Giustizia da noi è morta e sepolta. Da tempo.

 

La copertina de La Metrocricca

Vogliamo, a questo punto, invitarvi a leggere un pamphlet uscito alcuni anni fa, ‘LA METROCRICCA’, edito dalle ‘Assise di Palazzo Marigliano’, costola operativa dell’‘Istituto Italiano per gli Studi Filosofici’ fondato e animato per anni dall’avvocato Gerardo Marotta e praticamente unico autorevole presidio, sul territorio, per la tutela e la salvaguardia di Napoli e dei suoi inestimabili beni massacrati e oltraggiati.

Il volume, pubblicato con la collaborazione della ‘Voce’, venne curato del geologo Riccardo Caniparoli, una vita dedicata allo studio e alla ‘cura’ del fragile ventre antico di Napoli.

Lo potete trovare nella barra a destra della home page della Voce: basta cliccarvi sopra per poterlo leggere. Eccovi, comunque, il link

https://www.lavocedellevoci.it/2021/03/12/la-metrocricca/


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