SOLIDARIETÀ E SGARBI POST MORTEM

Capiremo quanto Francesco mancherà al mondo quando con la ‘fumata bianca’ dal camino del Vaticano sapremo se ha lavorato per l’elezione di un suo successore o se la Chiesa ripiomberà nel buio di un Papa oligarga. La morte di Bergoglio è lutto di Roma, dell’Italia, di gran parte dell’umanità e perfino di Trump, che non gli ha risparmiato insulti e ostilità. Papa Francesco ha più volte polemizzato con il tycoon e la costruzione di muri anti emigranti, gli ha imputato di non essere cristiano. Il presidente americano ha annunciato che le bandiere sarebbero state abbassate a mezz’asta (mentre di fianco a lui si trovava una persona travestita da coniglio, una mascotte per la Pasqua, immagine inopportuna rispetto alla gravità del momento) e ha detto che sarà presente ai funerali del pontefice dimenticando le polemiche. Non è in lutto per la deputata Marjorie Taylor Greene, fedelissima di Trump. Ha esultato per la morte di Papa Francesco e ha scritto: “Oggi ci sono stati grandi cambiamenti nella leadership globale. Il male viene sconfitto per mano di Dio” e non è lutto neppure per Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche (diramazione del ministero della Giustizia) che ha detto: “Annunciata la morte di antipapa Francesco. Ora fondamentale un conclave per un vero Papa”. I contenuti di post da lui pubblicati o ricondivisi: anti-Lgbtq+, anti-islam, anti-Ue, anti-Oms e anti-immigrati, spesso definiti pedofili, stupratori e violentatori.

UN NUOVO CAPITOLO DELLO SPERPERO DI RISORSE AZIENDALI vede protagonista il solito Vespa e lo speciale del Tg1 sul papa. In copertina, esempio di becero lecchinaggio, affiancava l’immagine del pontefice alla milionesima foto propaganda della Meloni. Bufera sul programma, accuse inequivocabili: “trasmissione vergognosa”, inguardabile” (commento del giornalista Lorenzo Tosa), “Insulto alla memoria di Papa Francesco”. Bergoglio aveva provato a spingere la Chiesa fuori dal medioevo. Una Chiesa meno maschile, meno chiusa, più viva.  “La Chiesa è donna”. Punto. “Quando comandano le donne, le cose vanno bene” “L’importanza del “genio femminile”. Si deve a Bergoglio l’inclusione di figure femminili, e incarichi di rilievo. “Uno dei nostri grandi peccati è stato ‘maschilizzare’ la Chiesa”: ha riconosciuto alle donne diritti assegnati a vescovi o arcivescovi, come la nomina di suor Raffaella Petrini a presidentessa del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, di suor Simona Brambilla, primo Prefetto donna nella storia della Santa Sede. Bergoglio ha voluto che la sua Chiesa fosse declinata anche al femminile, ma nonostante fosse questo il suo volere, per parlare di quest’apertura significativa Vespa ha voluto nove uomini e neppure una donna. Indignazione. Non è la prima volta di un suo machismo, si ricorda un altro, analogo scivolone, il ‘caso’ di sette uomini invitati a discutere di aborto. Sulla morte di Papa Francesco non mancano strumentalizzazioni della destra italiana, una per tutte i cinque giorni di lutto nazionale, evento che influirà negativamente sulla divulgazione e la partecipazione alla giornata del 25 aprile. La controprova? Il ministro meloniano Musumeci, con il palese obiettivo di giustificare l’ostilità della destra e procurare un alibi agli assenti alla festa della Liberazione del Paese dal nazifascismo, ed è un più che sospetto, di un’ipocrisia, invita a manifestare con ‘sobrietà’.

NON SI RICORDA UNA RIFLESSIONE SPECIFICA di Bergoglio sul valore storico, istituzionale, politico del 25 aprile, ma è certo che in cuor suo deve averne condiviso i valori e fosse stato in suo potere avrebbe evitato che il lutto per la sua morte interferisca con la celebrazione della Liberazione.


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