Lo scettro di ‘le Roi’ Emmanuel Macron colpisce ancora.
Mentre i leader europei tentennano, brancolano nel buio dei dazi amari, ben compresa anche la nazi Ursula von der Leyen, che è passata dalle rappresaglie (e dal ‘REARM EU’) di qualche giorno fa al nulla odierno, il capo dell’Eliseo impugna la sciabola come un perfetto Aramis per assestare i colpi giusti al sempre più tronfio Donald Trump, che ha iniziato la guerra di liberazione degli States dagli alleati-parassiti.
Ecco le fresche cannonate di Napoleon-Macron. “La decisione degli Stati Uniti è brutale e infondata” e “avrà un effetto massiccio su tutta l’economia”, non solo europea, ma anche a stelle strisce, una sorta di boomerang. Perché – spiega il Vate dell’Eliseo – “con la decisione di ieri l’economia americana e gli americani, che si tratti di imprese o di cittadini, ne usciranno più deboli e più poveri”.
L’arringa non è finita certo qui. Si tratta di un “massiccio choc per il commercio internazionale”. “Non si correggono i deficit commerciali mettendo le tariffe. Si tratta di misure di estrema gravità per tutta l’economia europea”.
Che fare secondo il profeta parigino? “Nessuna operazione è esclusa”.
Ma fin da subito, “invito tutti gli imprenditori francesi a sospendere ogni investimento negli Stati Uniti”.
Mostra la mascella dura: “Ciò che conta è che gli investimenti futuri e quelli annunciati nelle ultime settimane siano temporaneamente sospesi, fino a che non avremo chiarito con gli Usa”.
E assesta l’ultima stoccata: “Quale sarebbe il messaggio che i principali attori europei darebbero se investissero milioni di euro in questo momento nel quale ci stanno colpendo? Non siamo così ingenui, quindi ci proteggeremo e risponderemo a dovere”.
Ma il primo colpo da novanta lo ha già piazzato nella canna del fucile. Si tratta di una nomina da novanta: quello del nuovo capo staff all’Eliseo, ossia il braccio ma, soprattutto, il “secondo cervello” di ‘le Roi’, come viene definito dall’autorevole sito ‘Politico’. Il suo nome è ben noto in tutti gli ambienti finanziari che contano a livello internazionale: Emmanuel Moulin, uno dei ‘funzionari’, dei ‘brasseur’ più potenti in Francia, con un pedigree chilometrico.
Prende il posto del consigliere presidenziale di sempre (e anche prima dell’Eliseo), ossia Alexis Kohler, che va ad occupare una poltrona di vertice in una delle banche transalpine più prestigiose, ‘Société Générele’.
Partiamo da inizio millennio. Dal 2000 al 2003 Moulin becca già un incarico finanziario di peso: è il rappresentante francese in seno alla ‘Banca Mondiale’, Washington.
Frequenta gli ambienti che contano (non solo i soldi) e subito diventa Segretario generale del potente ‘Club di Parigi’, il super salotto di finanze & strategie globali ante litteram.
E’ quindi super consulente del colosso bancario a stelle e strisce ‘Citigroup’.
Dal 2007 fa il suo ingresso a vele spiegate nella burocrazia politica di altissimo rango. Diventa il consigliere personale del ministro dell’Economia e delle Finanze, Christine Lagarde, oggi al vertice della ‘BCE’.
Il gran salto due anni dopo, quando diventa l’uomo che sussurra all’orecchio (in qualità di consigliere speciale) del presidente francese Nicolas Sarkozy.
Tramontato l’astro presidenziale, torna ai grandi affari. Prima come consulente di ‘Eurotunnel’, quindi con una poltrona ‘italiana’ da non poco: nel 2012, infatti, ‘Mediobanca’ lo sceglie come direttore generale degli affari in Francia e nei Paesi Bassi.
Nel 2017 riprende la sua marcia politica. Diventa il capo staff del primo ministro Bruno Le Maire.
Poi, nel 2022, va ad occupare la postazione strategica alla Direzione generale del Tesoro.
Per 8 mesi, a partire da gennaio 2024, affianca, sempre come capo staff, il primo ministro Gabriel Attal. Quando Attal si dimette, viene subito nominato Ispettore Generale delle Finanze.
Adesso la chiamata ‘alle armi’ di Napoleon-Macron. Che ha scelto nel mazzo il nome ad hoc per la gran singolar tenzone con il ‘rivale’ d’Oltreoceano, nella guerra dei dazi e certo non solo.
Ciliegina sulla torta. Viene apprezzato per il suo carattere non ‘burocratico’ e per il suo humour. A quanto pare è un ottimo imitatore, soprattutto di pezzi grossi della politica, come Sarkozy, l’ex presidente Francois Mitterand e l’ex primo ministro Michel Rocard. Ha dato la sua voce a Sarkozy in una brillante commedia francese, “Neuilly, sa mere, sa mere!”.
Vista la vis attoriale di ‘The Donald’, cosa di meglio che allestire uno spettacolo al Moulin Rouge?
Finiamo il tour con qualche ragguaglio sul tormentone che ci accompagnerà certo per mesi e mesi fino alle presidenziali francesi 2027.
La procura generale di Parigi, a quanto pare, ha deciso di assestare un colpo al cerchio e un altro alla botte (o viceversa). Dopo la clamorosa condanna di Marine Le Pen che in pratica la escludeva dal voto, ha in sostanza ‘rivisto’ i tempi per l’appello, dandole una chance: il procedimento di secondo grado potrà infatti celebrarsi entro l’estate 2026 (mentre di prassi si svolgono ben oltre i 18 mesi), permettendole quindi, in caso di esito positivo, di prender parte alla corsa per l’Eliseo.
Lei, comunque, affila le armi, “e batterò ogni strada possibile”, proclama con ardore. Proprio per questo il suo staff legale sta preparando tre ricorsi. Oltre a quello, ovviamente, per l’Appello (Corte di Parigi) in qualche modo anticipato di alcuni mesi, c’è poi il ricorso al ‘Consiglio costituzionale’ francese (la nostra Corte costituzionale) e quindi quello davanti alla ‘Corte Europea per i Diritti dell’Uomo’ (CEDU). Un tris tutto da giocare.
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