I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Molte sono state le crisi vissute negli ultimi decenni dall’umanità intera. La guerra, la pandemia, una virulenta crisi economica. Ma forse la più devastante è oggi quella ancora sottovalutata del cambiamento climatico. Inquinamento atmosferico, siccità, riscaldamento, innalzamento degli oceani, aumento della temperatura globale e di conseguenza della fame nel mondo, delle migrazioni forzate e … tanti problemi di salute mentale. Questi ultimi sono anch’essi effetti del cambiamento climatico e si aggraveranno se non si interviene tempestivamente e senza ulteriori indugi. Siamo in un’epoca di disorientamento, un’epoca definita di “grande cecità”, che vede la Terra allontanarsi da noi esseri umani, che continuiamo a reagire agli sconvolgimenti climatici con l’arma inefficace dell’indifferenza e della negazione. Solo negli ultimi anni si è cominciato a realizzare la gravità degli effetti della crisi climatica, sia per gli equilibri della natura, che per la vita stessa degli esseri umani. Se l’incremento delle temperature rischia di sconvolgere equilibri sistemici, inevitabilmente, sta avendo un forte impatto su ogni aspetto della nostra vita. Il cambiamento climatico, infatti, non comporta conseguenze solo ambientali, ma intacca anche aspetti sociali, culturali e politici.

Basti pensare che in molti paesi ad alto reddito, le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo all’interno di ambienti chiusi. Possiamo dire che, secondo quanto riportano alcuni studi scientifici, “… l’aumento prolungato delle temperature durante le ore notturne causa disturbi legati al sonno e, dopo un’ondata di caldo, le temperature interne risultano ancora elevate per molti giorni”.

Le complicanze in ambito psicologico-psichiatrico si generano per molte cause, ambientali ma anche sociali, come è accaduto dopo le sempre più frequenti epidemie, causate a loro volta anche da modificazioni ambientali indotte dagli uomini stessi e dal loro sistema di produzione. Contribuiscono anche fattori relazionali se si considera il nostro ambiente domestico come rappresentato sia dall’abitazione che dal luogo di lavoro. Si generano spesso tali incrementi di stress da causare sempre più frequenti crisi di ansia generalizzata, burnout e disturbi dell’umore. Da queste condizioni patologiche derivano malattie connesse all’aumento dell’ansia e degli stati depressivi.

La pandemia ha poi notevolmente accentuato queste patologie. Lo dimostrano i numerosi studi condotti sia nella fase acuta che a distanza, dopo la fine della pandemia. Molti soggetti hanno sviluppato patologie psicologico-psichiatriche, sia in senso collettivo che individuale. Tutte le patologie psichiatriche incidenti sulla comunità appaiono comunque sovrapponibili alle presentazioni patologiche rilevate e attribuite ai cambiamenti climatici o ai disturbi da stress prolungato. La patologia più diffusa è stata quella del Disturbo Post Traumatico da Stress.

La rivista Lancet ha riportato i dati di un interessante studio recentemente condotto in dieci paesi sugli effetti delle quarantene e delle limitazioni relazionali per cause sanitarie. Questi dati indicano che il 20% della popolazione studiata ha evidenziato sintomi in possibile relazione a esperienze riferibili a cambiamenti ambientali, mentre un ulteriore 28% ha lamentato sintomi ossessivo-compulsivi, in grado di interferire con il funzionamento individuale.

Le persone che appartengono alle categorie più vulnerabili, i più giovani, coloro che soffrono di patologie croniche o anziani, percepiscono maggiormente i rischi e le conseguenze che possono derivare dall’impatto che hanno su di loro la crisi ambientale che ha vissuto il pianeta negli ultimi dieci anni.

A tale proposito, nelle Filippine Meridionali, è stato riscontrato che molte famiglie, a causa dell’aumento delle inondazioni e delle temperature, hanno cominciato ad avere difficoltà nel procurarsi il cibo e persino le medicine essenziali. Ciò aumenta la preoccupazione della popolazione, a causa del cambiamento climatico, stanno verificando l’aumento dell’incidenza di alcune malattie, in modo particolare delle infezioni. È questa la probabile causa prima della diffusione incontrollata di patologie quali il Dengue Virus e Zika.

Oggi si tenta di arginare le difficoltà di cura ampliando il ricorso alla telemedicina, che si utilizza per aumentare l’efficacia delle prestazioni assistenziali erogate nelle zone più disagiate. Si contribuisce così a migliorare la capacità di risposta di un qualsiasi modello di Servizio Sanitario, raggiungendo l’obiettivo di aumentare l’accessibilità e di ridurre contestualmente le diseguaglianze nell’accesso alle cure garantendo però una migliore gestione domiciliare. In questo modo si prova a prevenire, per quanto possibile, gli effetti delle pressioni ambientali e climatiche. L’obiettivo principale potrebbe riassumersi nel riuscire a promuovere l’azione della cura in una direzione positiva, attraverso una forte integrazione e collaborazione tra tutti gli attori del campo sanitario, tale da perseguire un percorso finalizzato a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, non solo sull’ambiente naturale, ma anche sulla vita degli esseri umani.

È il momento di riflettere seriamente sul nostro destino e prestare maggiore attenzione agli scienziati e ai climatologi, facendo in modo che questi possano aiutarci a prendere le necessarie contromisure per arginare questa crisi, la più pericolosa che gli esseri umani hanno mai dovuto affrontare.

 


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