Più forte dell’invidia

Questione di fuso orario: sette le ore di differenza tra Shangai dove è in corso un importante torneo di tennis e il nostro: spiegati i motivi della scelta di Sky sport di mettere in onda alle 9 di questa mattina la registrazione del match Sinner-Medvedev, con sobria telecronaca in inglese, posticipiamo un breve commento della nuova impresa che proietta Jannic verso la sfida della semifinale, per far posto a una doppia polemica: è davvero inaccettabile tenere in bilico per mesi il sospetto che Sinner, anche se involontariamente, ha assunto una sostanza vietata dall’antidoping. Le conseguenze del conflitto sospetti-certezze sono accertate. Il ‘bravo ragazzo’ Jannic, che il mondo dello sport stima per qualità etiche e signorilità, oltre che per il talento che lo vede sul gradino più alto dell’eccellenza, ha palesemente sofferto il chiacchiericcio, spesso velenoso sul ‘caso’, ma specialmente le insinuazioni immotivate, malevole, di tennisti, palesemente indotti da invidia repressa (il peggiore? Kirgios, ex della tennista ora fidanzata di Jannic). Sinner, emotivamente, ha reagito con la maturità ancora in progress dell’uomo giovane che è, con qualche prestazione non all’altezza di numero uno del mondo.

Il tempo ha parzialmente sanato il vulnus di pettegolezzi e maldicenza, esito possibile solo a un campione predestinato al ruolo di vincente. Alle 9 di questo 10 ottobre, anche per rispondere al monito dell’allenatore, insoddisfatto per il suo rendimento altalenante in incontri comunque vinti, nel primo dei due set che gli hanno spalancato la strada della semifinale, ha annichilito il russo Medvedev con un perentorio 6 a 1, molto prossimo alla perfezione assoluta. L’avversario, non a caso numero 5 del mondo, ha provato a contrastare Jannic e in parte c’è riuscito e ha contratto i margini della sconfitta conquistando 4 games contro i 6 di Sinner.  La seconda ragione di polemica è per l’incomprensibile faziosità del pubblico, che tra l’altro ha occupato una quota minima di posti del monumentale e architettonicamente avveniristico palazzo dello sport di Shangai: tifo da ultra del calcio per Medvedev, consensi con il silenziatore per il numero uno del mondo e perfino applausi antisportivi ad ogni suo errore. Ipotesi, forse fanta-sportiva, è che Cina e Russia sono legate da affinità elettive (affari, armi, dittature) e di qui l’empatia degli spettatori cinesi per il tennista russo.


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