Ovvero l’adeguarsi alla volontà degli altri, soprattutto quando si tratta di una figura di autorità come un superiore sul lavoro
È saggezza partenopea e calza a pennello per l’enfasi dell’informazione di ‘la Repubblica’ sull’evento calcistico Juventus-Napoli. Per una partita come tante altre, il quotidiano del Gruppo editoriale Gedi (Agnelli-Fiat-Juve) espande così la presentazione dell’incontro: nelle pagine della cronaca di Napoli riquadrato nella prima con titolo e foto di Conte; le pagine intere 8 e 9, con titoloni e fotona di Conte, in pagina 11 mega titolo e foto di Lukaku, le pagine 12 e 13 con titoloni e foto dedicate a Thiago Motta e Giovanni Manna general manager degli azzurri. La redazione sportiva centrale? Una pagina e mezzo con gigantografia di Conte e titolo adeguato. E però apprezzamento per l’intera pagina 34, titolo e foto adeguate. Racconta il sequestro di oltre settanta milioni di euro dell’eredità Agnelli che mettono uno conto l’altro i familiari.
Contiamo sulla memoria di chi è abitualmente informato: all’annuncio di Insegno conduttore di “Reazione a catena” fu automatico collegare l’ingaggio alla sua nota amicizia con la Meloni. Il modello Insigno di conduzione (il rilievo è della stessa Rai eterodiretta dalla premier) non convince. La destra al potere del Tg1 lamenta a sua volta cali di ascolto. Può darsi che abbia ragione, ma esagera nell’addebitare il mezzo flop al mancato traino di ‘Reazione a Catena’: è il classico escamotage per non ammettere che se il TG1 non gode di buona salute è responsabile prima di tutto la plateale faziosità di chi lo dirige, tutta sbilanciata a destra. C’è un altro alibi per la defaillance di Insegno, la concorrenza di Gerry Scotti con ‘La ruota della fortuna’. Rai fibrillazione e minaccia di provvedimenti.
Dichiara la rivale di Trump: “Sì, possiedo un’arma e se un intruso entra in casa gli spariamo”. I benpensanti, in buona fede, hanno giudicato l’esternazione giustizialista solo una gaffe planetaria nel Paese dove diecimila persone (tanti bambini) sono vittime della permissività americana che consente di armarsi senza nessun vincolo né limite. Errore: la dichiarazione appare incauta solo a chi poco sa degli Usa e delle stragi di innocenti vittime di sparatorie. Verosimile è che la Harris abbia strizzato l’occhio agli elettori che votano Trump, che assolve di uccide per odio o follia, chi fabbrica e vende armi.
Pordenone, vetrina choc. Accanto alla fotografia di Ilaria Salis, deputata europea della sinistra il catello “Io non posso entrare” che commercianti anticinofili espongono abitualmente per rifiutare l’ingresso di cani. Scritta carica di odio. Il negozio è gestito dal consigliere comunale Sartor, che sul suo profilo Facebook si definisce “Libero pensatore di centrodestra, ironico, imprenditore, consigliere comunale, non vaccinato”. Ha rivendicato la provocazione e in risposta alle polemiche suscitate dichiara: “La fotografia sta diventando popolar, ma io non la rinnego. Ne avevo fatta una simile anche nei confronti di Mario Draghi”. Meloni-Salvini-Tajani, ovvero tre compari di nuovo affetti da afasia. (foto di Fanpage)
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