Sfidare l’impopolarità è un dovere del giornalismo libero, indipendente, anticonformista, che si occupi del groviglio della politica, di sport e perfino di gossip. Condividere questa scomoda idea ha un costo, antitetica com’è alla lettura assolutoria di eventi che non meritano consenso o indifferenza garantista. Senza questa premessa la nota che segue giustificherebbe reazioni negative, perfino accuse di antipatriottismo. Parliamo di tennis e della ragionevole euforia per questa stagione italiana di lusso, non solo per l’ascesa di Sinner nell’Olimpo di numero uno del mondo. Gli azzurri detentori della Coppa Davis, con Berrettini, Arnaldi (poi out per infortunio) Cobolli, e con il doppio Vavassori-Bolelli, hanno sconfitto Brasile e Belgio, ma senza strafare, a fatica, con l’identico punteggio di 2 a 1 contro avversarie che l’Italia precede non di poco nel ranking mondiale. E l’accesso alla finale non è ancora scontato, richiedeva un successo per 3 a 0 che non c’è stato. Il racconto delle due prime sfide sembra dar linfa alla critica del provvisorio forfait di Sinner e Musetti, numero uno e due del tennis italiano, che hanno rinunciato alla Davis: finora, quattro le vittorie, ma sudatissime,su Brasile e Belgio, un paio di sconfitte.
Questo il bilancio fin qui. Osservatori estranei a forme dell’endorsement ‘comunque’ per i nostri migliori assenti, hanno ipotizzano, ma senza prove, che l’ entourage dei due tennisti, abbia proposto e ottenuto lo stand by, un meritato riposo di Matteo e Lorenzo, per consentire la ricarica di energia psicofisica, in vista di impegni più ‘interessanti’. La decisione sarebbe maturata per stima delle qualità superiori anche dell’Italia orfana dei suoi profeti. Sui dubbi, alimentati dall’autoesclusione di Sinner anche dalla competizione olimpica (motivo ufficiale una debilitante tonsillite), le malelingue hanno immaginato Jannik in luoghi di vacanza in piacevole compagnia della fidanzata, incombe la cruda ipotesi di scelte di ben altra natura. La tesi dei malpensanti si sostanzierebbe a la realtà di abissali sperequazioni in dollari tra il circuito da re Mida dei tornei ATP e gli impegni istituzionali quali sono le olimpiadi e la coppa Davis. Il ‘caso’ se senza reticenza: come interferisce l’accaparramento dell’Arabia-petrol di eventi mondiali, specialmente sportivi, che guarda al tennis, finora ignorato. Dal 16 al 19 ottobre telecamere accese sul ‘Six Kings Slam’, in Arabia Saudita, ricchissimo torneo, dotato del montepremi più alto nella storia del tennis. Solo per la partecipazione, i super campioni invitati incasseranno 1,5 milioni di euro. E il vincitore della competizione? Sei milioni di euro. I big in competizione: Sinner (ovvio), Alcaraz, Djokovic, Medvedev, Rune, Nadal. Il confronto con quanto prevede la partecipazione a Olimpiadi e alla prestigiosa Coppa Davis è significativo: il faticoso percorso della Davis riconosce per la partecipazione circa centomila euro, ai cinque giocatori e al capitano degli azzurri.
In caso di vittoria il premio è di 1,6milioni da dividere fra tutti i componenti della troupe, cifra lontanissima dai 3,6 milioni guadagnati da Sinner , solo con la vittoria degli Open Usa. Il poi: evitare lo stress di Olimpiadi e Davis, concedersi il ‘riposo del guerriero’, rigenerare il patrimonio energetico, spiegherebbe gli occasionali forfeit dei nostri big. Non assolve il dispotico prevalere dei superpremi dei tornei sul tennis rappresentativo dell’Italia. Nulla sottrae all’elogio incondizionato per l’esplosione dii talenti, di Sinner, Musetti, Sonego, Arnaldi, Cobolli, Nardi…ma avviene in apnea, nell’attesa dell’ardua sentenza Clostebol non ancora chiusa. Sinner, risultato positivo per tracce del metabolita clostebol, anche nel successivo controllo otto giorni dopo, non è ancora scagionato dall’accusa di assunzione della sostanza, contenuta in un farmaco per trattare una piccola ferita. Dita incrociate e credito all’onestà del nostro numero uno.
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