Stati Uniti e Gran Bretagna sempre più fianco a fianco nelle global war del presente e anche del futuro, per sconfiggere il gran nemico di oggi, la Russia dello zar Vladimir Putin, e soprattutto di domami, l’impero cinese guidato da Xi Jinping.
Lo dichiarano in mondo congiunto, nel corso di un super vertice sulla Sicurezza che si è appena tenuto a Londra, i capi dei due Servizi, lo statunitense Bill Burns, alla guida della CIA, e Richard Moore, al timone del SIS, il ‘Secret Intelligence Service’, meglio noto come MI6, lo storico ‘servizio al servizio’ di Sua Maestà britannica.
E, tanto per farlo intendere meglio al mondo e, soprattutto, ai nemici di oggi e di domani, lo mettono nero su bianco in un editoriale a firma congiunta pubblicato da ‘The Financial Times’. E’ la prima volta che succede una cosa del genere tra i media britannici e non solo. Segno che i tempi sono davvero particolari, da conflitto geopolitico internazionale che più aspro e pericoloso – per i destini di tutto il mondo – non si può. E serve anche come ‘avvertimento’ ai nemici, quasi a lanciare un guanto di sfida e a mostrare i muscoli in tutta la loro possanza.
Viene però anche da chiedersi: questo comportamento è un segno di forza o di debolezza? Staremo a vedere.
Vi segnaliamo subito il link per poter leggere integralmente il testo pubblicato il 7 settembre dal Financial Times, titolato Bill Burns and Richard Moore: Intelligence partnership helps the US and UK stay ahead in an uncertain world
Qualche breve nota sui due personaggi prima di passare ai contenuti proclamati a voce e firmati a 4 mani.
L’attuale numero uno della CIA occupa la sua poltrona dall’11 gennaio 2021, nominato da Joe Biden. Una carriera politico-diplomatica che arriva da lontano e già corre veloce da metà anni ’90. Dal 1996 al ’98, infatti, è direttore del Segretariato Esecutivo del Dipartimento di Stato Usa: un Dipartimento fondamentale, non dimentichiamolo mai, nelle strategie militari a stelle e strisce, da anni ben più guerrafondaio dello stesso ‘Pentagono’ (composto da militari); un Dipartimento guidato da Anthony Blinken, affiancato dal ‘falco’ Victoria Nuland, la ‘zarina’ e stratega del golpe bianco di piazza Maidan nel 2014 che ha poi portato all’elezione plebiscitaria, 5 anni dopo, di Volodymyr Zelensky.
Ma torniamo al pedigree di Burns. E’ ambasciatore in Giordania dal 1998 al 2001; quindi, fino al 2005 Assistente della Segreteria di Stato per il ‘Vicino Oriente’. Poi, dal 2005 al 2008 – udite udite – ambasciatore Usa a Mosca. Una carriera che non conosce soste: dal 2008 al 2011 è Sottosegretario di Stato per gli Affari politici; con la presidenza di Barack Obama diventa Vice Segretario di Stato dal 2011 al 2014, prima insieme ad Hillary Clinton, poi in compagnia di John Kerry. Quindi, via Biden, il salto alla poltrona di direttore della potentissima CIA, dove si decidono i destini di mezzo mondo (e forse qualcosina in più).
Passiamo all’omologo britannico, Moore, il quale è al vertice suo altrettanto potente Servizio, il SIS-MI6, dal 1° ottobre 2020, quindi da quasi 5 anni tondi tondi. Nato a Tripoli, la capitale libica, il suo primo incarico di peso è stato quello di Direttore generale per gli Affari politici al ‘Foreign, Commonwealth and Development Office’. Per alcuni anni, poi, è ambasciatore ad Ankara. A luglio 2023, nel corso di un intervento pubblico, ha usato toni durissimi contro il governo cinese e il suo presidente Xi: “Sono assolutamente complici dell’invasione russa in Ucraina”.
Parole che fanno letteralmente a cazzotti con gli attuali tentativi occidentali di ‘ammorbidire’ Pechino: tentativi palesemente goffi, comunque altri segnali del timore crescente per un asse sempre più consolidato e forte tra Russia e Cina, come dimostra il crescente ruolo economico-politico dei BRIC a livello internazionale, documentato nel pezzo pubblicato ieri, 7 settembre, dalla ‘Voce’,
TURCHIA / CHIEDE DI ENTRARE NEI BRICS CON RUSSIA E CINA. E ORA?
E da tener presente che negli ultimi tempi la Cina ha aumentato a dismisura i suoi investimenti in Africa, finanziando progetti da circa 350 miliardi di dollari per la realizzazione di maxi infrastrutture, soprattutto sul fronte dei trasporti e quello idrico. E ha sensibilmente accresciuto la sua presenza in Nigeria, dove esistono enormi giacimenti di nichel, fondamentale per la costruzione, in Cina, di auto elettriche.
Ma torniamo agli interventi dei due vertici dei super Servizi di Usa & Regno Unito.
Che hanno esplicitato diversi concetti-base.
Primo: “L’Ucraina rappresenta il laboratorio di ‘guerre del futuro’”.
Ottimo e abbondante, tanto per gradire. Proseguendo sulla scia proprio del Dipartimento di Stato Usa, tracciata guarda caso da Victoria Nuland, per il potenziamento e la realizzazione di una cinquantina di bio-laboratori, tante piccole Wuhan disseminate dal 2014 in poi nel territorio ucraino, usando, of course, cavie umane locali. Un ‘dirty business’ nel quale è entrano a pieno titolo anche il rampollo presidenziale Hunter Biden, nel 2015 nominato addirittura come membro nel CdA del colosso energetico di Kiev, ‘Burisma’.
Secondo: “Avevamo previsto l’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. E cosa ci sta a fare, sennò, un Servizio con gli attributi? Ed ecco un gustoso dettaglio: “Siamo stati in grado di avvertire in anticipo la comunità internazionale, in parte desecretando dei documenti per aiutare Kiev”. Sembra un po’ roba da James Bond e 007 al servizio di sua maestà britannica…
Terzo: “Combattere la Russia senza dimenticare il terrorismo”. Ecco la strategia fortemente condivisa dai due paesi: “Non c’è dubbio che l’ordine mondiale internazionale sia minacciato in un modo che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. Combattere con successo questo rischio è alla base delle relazioni speciali tra Regno Unito e Stati Uniti. Mentre vengono dedicate alla Russia risorse e attenzioni significative, agiamo insieme in altri luoghi e spazi per contrastare il rischio di instabilità globale. L’antiterrorismo rimane al cuore della nostra partnership e lavoriamo a stretto contatto con altri per proteggere insieme Paesi e per contrastare la minaccia dell’ISIS”.
La stoccata al Cremlino è decisa. “Mantenere la rotta in Ucraina è più vitale che mai: Vladimir Putin non avrà mai successo”. Capito?
Quarto punto, la sfida super tecnologica. E la risposta dei due big dei Servizi, all’unisono: “La guerra in Ucraina è la prima a combinare software open source con tecnologia d’avanguardia sul campo di battaglia, sfruttando immagini satellitari, commerciali, militari, tecnologia per i droni, cyber warfare sofisticato e non, social media, intelligence su fronti open source, mezzi aerei senza pilota, operazioni sulle informazioni, intelligenza umana e di segnale: tutto a un tale incredibile ritmo e dimensioni. Ma soprattutto ha evidenziato l’imperativo di adattare, sperimentare e innovare”.
Un bel minestrone in salsa High Tech ad altissimo livello militare. E d’Intelligence, of course…
Ma qui sorge l’imperativo dei due Big Friends: “Continueremo ad aiutare in modo sempre più massiccio i nostri coraggiosi e risoluti partener ucraini. Questo conflitto ha dimostrato che la grande tecnologia, dispiegata insieme a straordinario coraggio e armi tradizionali, può cambiare il corso della guerra”.
Quinto. Sullo sfondo, però, aleggia sempre il pericolo giallo, si staglia costantemente la sagoma del grande nemico, la Cina. “Mantenere nei confronti della Cina il vantaggio tecnologico è cruciale per assicurare il nostro vantaggio condiviso nell’intelligence. Sis e Cia non possono farlo da sole: la nostra partnership è potenziata da una serie di altre partnership con il settore privato, con le imprese innovative negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nel mondo, dando un forte impulso all’Intelligenza Artificiale per migliorare le attività di intelligence e le tecnologie cloud”.
Una perfetta sinergia ad altissima tecnologia. Basterà per sconfiggere l’altra sinergia rappresentata dal mostro a due teste, Russia & Cina?
Staremo a vedere. Intanto, la parola ‘Negoziati’, oppure ‘Trattative’, figuriamo ‘Pace’, vanno letteralmente a farsi fottere. Sparite, volatilizzate.
E un bel Vaffa al Papa, che ogni giorno predica nel più totale deserto.
ONU? Morto e sepolto.
UE? Muta.
E la nostra Italietta?? Il silente due di briscola.
Ma che mondo è mai questo?
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