Dall’onda del fiume in piena le news ci hanno dato con il ‘buongiorno’ una nobile esternazione della celibe con figlia “Yo soy Giorgia”, cristiana in stato di peccato per aver procreato e convissuto extra nozze con un compagno. Il suo dire ci commuove, ma al tempo stesso ci rallegra, perché ora sappiamo come pensionarla con un “grazie, hai già dato, goditi il futuro di ‘donna e madre’, rivendicato in quel di Spagna mentre lo urlavi con impeto fraterno, condiviso dai neonazisti di Vox. Dice il premier, insomma la premier”, che nel ruolo di presidente autoritario vuole essere citata al maschile: “il premier, il leader”, eccetera (scelta nettamente antifemminista) e ha postato il seguente, accorato messaggio: “Senza il consenso degli italiani mi farò da parte”. La notizia apre un interessante spiraglio di ottimismo sul futuro dell’Italia. Ora chi spera di liberare l’Italia dal malgoverno della destra, ma lo tiene in vita disertando il voto e ogni altra forma di opposizione, non ha più alibi: basterà trasformare il dissenso virtuale e dare accelerare il lento decrescere di like per la sorella d’Italia. La cronaca del gossip politico-giudiziario racconta di una ex borgatara della Garbatella con i nervi a fior di pelle, affiliata al club dei potenti che ricorrono alla vendetta con l’arma della querela contro chi osa puntare contro di loro il dito del je accuse. La mannaia si abbatte specialmente sul giornalismo d’inchiesta. L’impossibilità di sostenere le spese legali per evitare la condanna, induce purtroppo all’auto bavaglio, a “giocare con i fanti e lasciar stare i santi”. Non ci sta l’eccellentissimo filologo, storico, saggista, emerito professore universitario Luciano Canfora, che nel corso di un incontro sul tema della guerra russo-ucraina, in un liceo di Bari, ha definito il/la premier “neonazista nell’anima” (anche con riferimento al comizio spagnolo con i neonazisti di Vox?). Ogni valutazione politica non è certo reato ma la sorella d’Italia non ha gradito e ha querelato Canfora, che il 16 aprile dovrà difendersi, in udienza predibattimentale. “Il termine ‘neonazista’, ha chiarito a suo tempo lo storico, è altra cosa rispetto a ‘nazista’. Neonazista è uno che non accetta e non rispetta l’unità del genere umano e riguardo al fenomeno migranti si esprime in maniera bellica. Questa è il motivo per cui approdo al concetto di neonazista, che somiglia all’atteggiamento mentale secondo cui alcuni esseri umani sono di serie B”. Canfora non ha convinto la Meloni che lo ha querelato per diffamazione: “Si dovrebbe occupare di cultura e formazione e finisce a fare becera propaganda a giovani studenti”.
Il prof si mostra tranquillo: “Una valutazione politica in termini di metafora politologica non può costituire reato, qualunque giurista lo sa. Cerchiamo di ragionare in termini razionali e non emotivi. Le parole vanno apprezzate nella loro esattezza”.
30 ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI hanno firmato un appello di solidarietà nei confronti del filologo: “Il giudizio di Canfora sulle idee e sui sentimenti della Meloni va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica. Siamo consapevoli che il bersaglio dell’azione legale intrapresa è il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione”.
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