“Votta ’a pretella e annasconne ’a manella=“Lancia la pietra e nasconde la mano”. È il detto di chi, “pusillanime, dopo aver proditoriamente arrecato un danno vero o figurato, fisico o morale, cela la mano nel tentativo di non lasciarsi cogliere in flagranza, per non rendere ragione delle proprie azioni, o per evitare, la giusta punizione, la naturale ritorsione”. Il detto napoletano veste come un abito su misura il calciatore Acerbi dell’Inter e della nazionale, che ha offeso Juan Jesus, calciatore brasiliano del Napoli con frasi razziste confermate dallo stesso interista e con le scuse, tra l’altro tardive, per l’indegno comportamento. Perché chiederle se non lo ha offeso? Esplode la sacrosanta protesta del Napoli, dei tifosi azzurri, del calciatore, che si riserva di denunciare Acerbi penalmente. Dice la sua il sindaco Manfredi: “Gli insulti razzisti ci sono stati”. Maurizio Crosetti, su la Repubblica: “Insufficienza di prove o di coraggio…nell’attesa di capire se in Figc abbiano cambiato il giudice sportivo nottetempo, mettendo su quello scanno un nipote di don Abbondio o un pronipote di Ponzio Pilato…” Di segno opposto la milanese Gazzetta dello Sport, apertamente nordista: “L’assoluzione di Francesco Acerbi a rigor di Codice (di giustizia sportiva) è piuttosto indiscutibile (parla di assenza di supporto probatorio e soprattutto ‘indiziario esterno, diretto e indiretto’), ma al di là delle reazioni sorprese e in molti casi indignate dei tifosi, è praticamente certo che chi la prenderà peggio sarà Juan Jesus. Il difensore del Napoli deve cercare di archiviare presto la rabbia e concentrarsi sul campo, visto che dal punto di vista giuridico questa strana storia è definitivamente chiusa. Paradossalmente, al giocatore del Napoli poteva essere contestato l’art. 4 sulla mancata lealtà, probità e correttezza (sic, incredibile, ndr)). A gettare fango sul fango di una sentenza vergognosa commenti da schiaffi: “Giusto così, bisogna chiedere scusa ad Acerbi”[S1] e la sprezzante chiosa della moglie di Acerbi: “Ora sciacquatevi la bocca!”. I social: “Ha vinto il calcio!” Per capire lo sdegno dei napoletani è utile riportare di seguito la definizione di ‘razzismo’ tratta dal dizionario Treccani: “Complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizî sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori”. Per esempio il buco nero della mancata repressione, negli stadi e fuori di essi e l’inerzia generale che lo consente: è vuota la scheda dell’anamnesi e della prevenzione di questa patologia sociale, di conseguenza è nebulosa la diagnosi, inefficace la terapia. Se c’è astio, nello sporti, dell’Italia da Roma in su, contro Napoli e il Mezzogiorno: il ‘caso Acerbi’ lo certifica clamorosamente, la risposta è: “Sì, c’è”.
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