“Darsi la zappa sui piedi”: è un esempio diretto, semplice, popolare, per descrivere l’inadeguatezza umana. Il verbo “darsi” e il rimanente del detto è ampiamente coniugato dalla modesta partitocrazia italica. La “ma quanto è brava, intelligente, preparata la Giorgia nazionale”: la scaltra politicante ha smentito la fama di super woman votandosi all’abbraccio di personaggi che non potrebbero amministrare neppure una bocciofila. Nel suo entourage si fanno notare per incapacità e nessuna cultura istituzionale i Lollobrigida, Nordio, Valditara, Piantedosi, eccetera, eccetera. Come suoi alter ego la Giorgia ingloba il mussoliniano La Russa e il carrocciaro primatista-gaffeur Salvini. Chiaro, il vice Meloni valpadano non è di sicuro client della mental coach Romanazzi che allena a vincere i cervelli di super atleti. Tra i vip che le sono grati figurano il portierone della nazionale Donnarumma e il velocista Jacobs. No, Salvini non è tra i suoi ‘miracolati’ e la zappa sui piedi, a furia di darsela, lo vede zoppicare vistosamente. Accusato di intrattenere con Putin amichevoli relazioni politico-affariste, lo ha nervosamente smentito, ma, ecco dove casca l’asino, si procura un nuovo darsi la zappa sui piedi. Quando tutto il mondo commenta indignato la tragica farsa delle elezioni russe, di urne trasparenti e schede aperte, ben visibili, dichiara: “Quando un popolo vota ha sempre ragione!”, capolavoro di intelligenza politica zero e di interessata complicità. Il secondo fine è anche più ‘raffinato’: tende a riappropriarsi dei consensi vertiginosamente calati, si autoproclama portabandiera della destra più a destra della Meloni. Un risultato lo porta a casa, spacca in due il centrodestra e che dire la cosa non ci dispiace.
SUL FRONTE POLITICO OPPOSTO si osserva analoga distanza dall’elisir di salute politica della Romanazzi aggiusta cervelli. Nel circuito con aria viziata della politica, non c’è smog più smog di quello che emana l’autodemolizione dall’unico strumento potenzialmente appropriato per scardinare la roccaforte della destra (predestinata a replicare il successo elettorale in Abruzzo), ovvero una solida, convinta coalizione di oppositori al regime che ci s-governa. Quanto raccontano i media è agghiacciante. Per il voto in Basilicata, il popolo smarrito ha assistito a un valzer triste di nomi dei candidati di contrasto al centrodestra, di personaggi annunciati e ritirati, a vani empiti di solidarietà, spenti da lotte intestine, a labili aggregazioni e contrapposizioni acrimoniose.
ZAPPA SUI PIEDI, opposizioni azzoppate, dono su piatto d’argento al ‘nemico’: errori ed omissioni molto prossime a nefasto masochismo.
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