Per maligna ironia della sorte, le 68 (sì sessantotto) mancanze rilevate da chi giudica la fattibilità del progetto per il Ponte sullo Stretto firmato dal Consorzio Eurolink sono del Comitato Scientifico nominato proprio dal ministero delle Infrastrutture, ovvero da Salvini. Povero Matteo: l’Italia secessionista vuole sfrattarlo dall’amata Lega, lo contestano i celoduristi e gli ideologi di xeno e omofobia, i followers del blocco navale, i giustizieri di ‘armatevi e sparate’, i “prima gli italiani”, anzi, prima i nordici, meglio se lombardo-veneti e i sardi lo bocciano con il miserrimo 3 virgola spiccioli di voti, inoltre, l’agognato ‘terzo mandato’ pro domo sua dei governatori di Veneti e Trentino è a un passo dal default, ma peggio,l’asso pigliatutto, al secolo la signorina Giorgia, trama con il compiacente Tajani per escluderlo dal club del potere e ora, il fuoco nemico del comitato scientifico spara bordate ad altezza uomo, pone ostacoli alla follia del Ponte sullo Stretto prima che nasca. L’opera faraonica, contestata anche dai siciliani, perché secondaria per un’isola con un sistema ferroviario medievale e intere comunità senz’acqua potabile, appare utile solo alla magniloquenza propagandistica del carrocciaro della valpadana: concretezza zero, un cantiere attivo solo nella testa di Salvini, finora seicento milioni di euro sottratti inutilmente agli italiani e neppure una pietra dell’infrastruttura, le ‘avvertenze’ del Comitato sull’acciaio da utilizzare, il pericolo sismicità, la stabilità in caso di vento forte. Insomma, per farla breve, l’intenzione autopromozionale di Salvini, di tagliare il nastro per l’approvazione del progetto prima del voto per le europee, è un altro uppercut al mento del leghista in caduta libera. Per capirci, solo l’analisi delle conseguenze del vento sul ponte richiedono molti mesi e non è facile la scelta dell’acciaio, la reperibilità sul mercato. Aperta è la questione della sicurezza in presenza di eventi combinati: traffico ferroviario e stradale, vento, sismi elevati. Non è una bocciatura del progetto, ma ci somiglia e non poco. Intanto chi risponderà dei 4 milioni di euro spesi in un anno dalla società Stretto di Messina per contratti esterni, 32 assunzioni, appalti e incarichi di ‘consulenza’ a politici, avvocati, all’ex portavoce del leghista Zaia, (supporto all’ufficio stampa!). Storico l’endorsement al ‘Salvini Ponte sullo Stretto’ di Bruno Vespa, notaio delle promesse elettorali della destra (il massimo per Berlusconi) che con lo strategico aiuto del solito plastico ha celebrato l’impegno a inaugurare il cantiere nell’estate del 2024. In poche parole: Sardegna, poco più del tre percento di voti, Abruzzo poco più del 7%, Lega quasi doppiata da Forza Italia, achtung per l’asse privilegiato Meloni-Tajani e contestazione interna dei leghisti di Lombardia e Veneto, contrari all’attenzione propagandistica di Salvini per la Sicilia. Ora, il rischio per il valpadano in crisi è di far sloggiare dall’ingresso del ministero il famoso plastico del Ponte e dintorni.
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