Non c’è più religione al questo mondo, come si diceva una volta.
Per le sue più che ragionevoli parole di pace, per l’accorato invito a negoziare in Ucraina perché cessi il conflitto, per aver detto quello che la stragrande maggioranza dei popoli e degli uomini di buona volontà pensano e dicono, il Papa è stato appena letteralmente crocifisso.
Ai confini della realtà.
Ma ben dentro le smanie guerrafondaie dell’Occidente, degli USA, della UE, della NATO, della gigantesca industria militare (come ogni domenica denuncia Francesco) e, of course, del sempre più invasato presidente-pupazzo Volodymyr Zelensky il quale, come ha più volte ribadito, vuole la totale vittoria contro la Russia, costi quel che costi, “fino alla pelle dell’ultimo ucraino”.
Vediamo, più in dettaglio, quali ‘bestemmie’ ha pronunciato Bergoglio nel corso di un’intervista a ‘RSI’, ossia la radio televisione svizzera che le trametterà tra qualche giorno, per la precisione il 20 marzo; ma della quale sono subito filtrate alcune anticipazioni.
“E’ più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quanti morti finirà?”.
“Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti, la Turchia si è offerta e altre nazioni. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.
Apriti cielo.
E cominciamo con la autentica raffica di insulti, di ceffoni, di sberleffi (anche ‘storici’) contro il Pontefice, colpevole di dire la ‘verità’ e di cercare – praticamente in perfetta solitudine – le vie per la pace in Ucraina; così come nella sempre più martoriata Palestina massacrata dal boia a capo del governo nazista di Tel Aviv, Bibi Netanyahu.
Parla il burattino di Kiev: “La nostra bandiera è gialla e blu, non bianca. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere. Male e bene non possono stare sullo stesso piano: e qualcuno vuole i negoziati con l’assassino. Vladimir Putin capisce solo il linguaggio della forza”.
Così si esprime l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede via social: “Quando si parla di terza guerra mondiale, che abbiamo ora, è necessario imparare la lezione dalla seconda guerra mondiale: qualcuno allora ha parlato seriamente di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo?”.
Ecco le parole del capo della chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk: “L’Ucraina è ferita ma non è battuta. L’Ucraina è esausta ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi. E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!”.
Quindi il giudizio su Papa Francesco (definito “uno strumento della propaganda russa”) del consigliere numero uno del presidente, l’altrettanto invasato Mihailo Podolyak: “Il papa dimostra di non essere esperto di politica e continua a ridurre a zero l’influenza del cattolicesimo nel mondo”.
Se lo dice il Vate del Vate…
Sdegnate le reazioni – sempre alle parole del Pontefice – della Casa Bianca, del presidente francese Emmanuel Macron (che qualche giorno fa ha auspicato l’invio di truppe occidentali per combattere contro i russi) e del Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, sempre più bellicista anche se ormai a fine mandato.
Il nostro esecutivo – impegnato nel voto d’Abruzzo – preferisce non pronunciarsi (per ora), visto forse che il Papa abita Oltretevere.
Ma a randellare il Pontefice provvede proprio l’antico quotidiano della capitale, ‘il Tempo’, che ha da pochi giorni un fresco direttore, Tommaso Cerno, il ‘laico’ ex direttore de ‘L’Espresso’ (udite) ed ex parlamentare europeo per il PD (udite ancora). Tira in ballo il Vaticano – tanto per colpire il ‘nemico’ – nel giallo perugino di spioni e 007. Ecco il titolo da brividi: “Dossieraggio, spunta anche la pista che porta in Vaticano e al palazzo di Londra”.
Riportiamo solo l’incipit (se volete ‘gustarne’ il contenuto e avete lo ‘stomaco’ di leggerlo, basta cercare su internet digitando la testata e il titolo): “C’è una nuova pista nell’inchiesta di Perugia che non riguarda solo Palazzo Chigi e le spiate alla Lega, vittima di centinaia di accessi abusivi al sistema analisti di Striano e Co. Ma l’attenzione dei magistrati si sposta anche Oltretevere all’ombra di quel Cupolone che nasconde secoli di segreti. Quello di San Pietro, inondato da scoop e da scandali che, alla luce degli elementi agli atti, parlano. E raccontano un’altra storia”. “Di scandali che mai scalfiscono l’impero costruito da Pietro il Vaticano ne ha visti fin troppi”… e via blaterando.
Per ritrovare un po’ di luce non resta altro, in questi tempi bui anche per la totale opacità dei media di regime, che dare uno sguardo alla stampa cattolica: il che è tutto dire.
Ecco quanto scrive ‘l’Avvenire’ sul negoziato per la fine del conflitto in Ucraina proposto da Bergoglio: “Chiaramente insufficiente per Zelensky che nel suo discorso alla nazione ha detto che ‘se gli assassini e i torturatori russi non avanzano verso l’Europa è solo perché vengono fermati dagli ucraini con le armi in mano sotto la bandiera gialla e blu’. E aggiunge il presidente: ‘In Ucraina c’erano molti muri bianchi di case e chiese che ora sono bruciate e distrutte dai proiettili russi. E questo dice in modo eloquente chi deve fermarsi affinchè la guerra finisca”.
Continua il pezzo de ‘l’Avvenire’: “Da Zelensky anche un ringraziamento a ‘ogni cappellano ucraino che è nell’esercito. Sono in prima linea, sostenendo con la preghiera, il dialogo e le azioni. La Chiesa sta insieme alle persone, non a 2.500 chilometri di distanza mediando virtualmente tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che vuole distruggerti’”.
Parole che pesano come pietre, quelle del presidente-fantoccio, bordate che più pesanti non si può contro Papa Francesco: il quale ha anche la colpa di trovarsi a quasi tremila chilometri dal fronte…
A seguire vi proponiamo tre testi.
Partiamo con un pezzo pubblicato da ‘Peacelink’ il 9 marzo, firmato da Alessandro Marescotti e intitolato La saggezza e il coraggio di Papa Francesco.
Quindi, una stimolante analisi dal blog ‘DomenicoGallo.it’, ripresa con risalto dall’agenzia cattolica ‘Adista’: La ‘campagna di Russia’ dell’Europa.
Infine, sulla situazione del confitto in Ucraina, una ricostruzione messa in rete sempre il 9 marzo dall’ottimo ‘observateur continental’, titolata L’Occident force l’Ukraine à adopter la tactique de contre-attaque.
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