BANDIERA BIANCA

La sacra autorevolezza di Bergoglio ha forse ostacolato la scelta editoriale dei media italiani, che se liberi dal rispetto dovuto al capo della Chiesa cattolica avrebbero assegnato titolo e notizia di prima pagina all’intervista di papa Francesco sulla tragedia della guerra in Ucraina, alla frase “Il coraggio della bandiera bianca” non equivocabile, che da sempre definisce la resa degli sconfitti. Perché non vi siano dubbi sul significato dell’affermazione è arrivato in tutta fretta un comunicato della Santa Sede per decodificarla e legittimarla: dice che il pontefice intendeva invitare a una sosta della guerra per favorire la trattativa di pace, evento a cui Putin e Zelenski, com’è noto, si adatterebbero solo con la sconfitta del nemico. Che dire, Papa Francesco non vive da eremita, è costantemente informato sul conflitto nato dall’invasione della Russia in Ucraina, sa che per colpa di questa tragedia finora sono diecimila le vittime civili e decine di migliaia di feriti; conosce la distruzione di aree residenziali, scuole, ospedali, strutture agricole, è consapevole che nelle aree occupate dai russi i civili subiscono torture, violenze sessuali, che milioni di ucraini sono sotto la soglia di povertà. Soffre per la sorte dei bambini deportati in Russia e l’esodo di oltre sei milioni di Ucraini, per le violazioni dei diritti umani. Arrendersi? Se fosse il necessario prologo per una pace di risarcimento per quanto ha subìto l’Ucraina. L’attenzione si Bergoglio per il conflitto a un passo dalla Comunità europea apre una parentesi nel dominio mediatico del ‘caso Gaza’, del massacro che il popolo ebraico non riesce a fermare e l’Occidente fatica a definire genocidio. Perché lasciare a Erdogan, a un tiranno estraneo alla democrazia, di paragonare Netanyau a Mussolini, e Hitler, di omologarlo con i nazisti del nostro tempo, con li assassini dell’era moderna? Erdogan: “Abbiamo assistito tutti insieme a come la Dichiarazione Universale dei diritti umani diventa un pezzo di carta quando si tratta del diritto alla vita di bambini, donne e civili innocenti palestinesi, all’inutilità delle organizzazioni internazionali, per i diritti umani e dei media quando si tratta di Israele. Purtroppo, il mondo islamico, che conta quasi 2 miliardi di abitanti, non ha adempiuto debitamente al suo dovere di fratellanza nei confronti del popolo palestinese”. Ecco, nel giorno del silenzio elettorale, tornano in evidenza la barbarie della guerra, gli interessi occulti che ne accendono in tutto il mondo e svelano le motivazioni di chi trae profitti miliardari dalla produzione, dalla vendita delle armi e sostegno determinante per l’elezione alla presidenza dei Paesi produttori. Esemplare è la contraddizione di Biden, che condanna Netanyau e continua a rifornirlo di armamenti, mentre l’Onu assiste impotente alla strage di innocenti e finge l’impossibilità di intervento risolutore dei ‘caschi blu’, ostacolato dal veto anche di un solo membro. Il terrorismo è terrorismo, nessun alibi, ma non è abissale la differenza tra lo sterminio di palestinesi e la ritorsione degli attacchi alle navi mercantili americane e israeliane dei miliziani yemeniti Houti solidali con Gaza.


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