L’AMICO VLADIMIR

L’arte può prescindere dal contesto sociale e politico in cui opera? Proprio no. Se Raffaello e gli immensi pittori italiani hanno elevato il nostro Paese all’ incommensurabile primato artistico mondiale lo si deve anche alla committenza del clero, che contemporaneamente ha condizionato la straordinaria opportunità di rappresentare soggetti non religiosi. Il ragionamento lo sollecita il caso Jorit, alias il napoletano Ciro Cerullo, street artist famoso in tutto il mondo. La metamorfosi di questo narratore murale è talmente anomala da non crederci. Jorit non fa mistero del suo impegno sociale, esalta la figura di Che Guevara, fa ricche le facciate di palazzi dormitorio delle periferie napoletane, a Betlemme firma un murale di solidarietà alla Palestina. Napoli lo adotta, gli affida l’area orientale della città perché diventi  un parco artistico, Jorit risponde con opere contro il razzismo, lo sfruttamento. Globetrotter richiestissimo in tutto il mondo, opera anche a Mariupol, sul muro di un edificio distrutti dai russi. Ritrovarlo a Mosca è già una sorpresa, ma lascia senza parole l’incontro con Putin, che lo usa sfacciatamente per accreditarsi come padre buono della Russia e amico dell’Italia ( ricorda il piacevole bunga-bunga ospite di Berlusconi e  l’endorsement manifestatogli a più riprese da Salvini. Cerullo è accolto con entusiasmo dal Putin colpito da un mandato internazionale di arresto per crimini di guerra. Succede a Sochi, nel corso del Festival della Gioventù.  Foto e motivazione di Cerullo: “Per dimostrare in Italia che lei è umano come tutti e la propaganda su di lei è falsa” (citazione da “la Repubblica”).  Per un adulatore di tal fatta ci si aspetterebbe un decreto legge, magari proposto da un Salvini pentito, per ritirare il passaporto o almeno vietare il visto per la Russia. Jorit condivide l’attenzione dei media con la signorina Cecchini, emigrata a Mosca, studentessa di Relazioni internazionali. Colta da appassionata folgorazione sulla via del Cremlino, ha goduto del privilegio di interloquire con l’ex Kgb,  ha chiesto di conoscere il suo elevato pensiero sui rapporti con l’Italia. Risposta: “Da voi mi sono sempre sentito a casa” (certo, nella sontuosa tenuta di Berlusconi in Sardegna). La fanciulla si è poi dichiarata: “Sono innamorata della Russia” e Putin, emulo dei machi italici, di Silvio e Matteo, per intenderci si è rivelato erede di Casanova: ““Non si è innamorata di nessun altro?”. Imbarazzo della studentessa anche per il successivo, ammiccante “Come mai una bella ragazza come lei non si è ancora innamorata?” La domanda sorge spontanea: “Dove farà carriera la fanciulla?”


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