IL ‘CASO’ SARDEGNA PARLA  AL FUTURO

Parla, parla, mente, sparla a microfoni aperti, che a tre giorni dal voto (Tg1 telemeloni), accolgono il comizio elettorale della signorina della Garbatella, di “Yo soy Giorgia”, scempio consentito dai vertici di Viale Mazzini, in spregio dell’equilibrio che dovrebbe rispettare il servizio pubblico. È solo l’ultimo caso di trasgressione ai doveri di imparzialità, un nuovo “me ne frego”, verbo dell’era “Duce, eia eia, alalà”, abusato dal neo fascismo della destra-destra chiamata a governare dalla subcultura ipnotica della politica italiana.  Di miss Giorgia ritenevamo di conoscere (come si dice), vita e miracoli, specialmente gli urli isterici del comizio spagnolo a favore dei nazifascisti di Vox, ma anche il mutismo a copertura delle proprie cavolate o dei suoi associati. Ci sorprende egualmente il silenzio tombale, per mancanza di alibi, seguito al clamoroso tonfo del suo candidato, opposto ad Alessandra Todde. Sorprende e delude. Incantati dalla performance di show girl, dal monologo comico, esilarante del comizio pre elettorale, dalle maliziose vocine e imitazioni della Schlein, ci siamo affidati alla pazienza, in attesa di assistere al bis degli sberleffi anti dem interpretati con maestria che avrà sicuramente apprezzato Crozza, re delle imitazioni e indotto il progama Zelig a ingaggiarla. Macché, bocca cucita, faccette da maliziosa scugnizza sparite d’incanto, ritiro spirituale in confessionale per barattare l’assoluzione con il fioretto-promessa di assumere la responsabilità del patatrac. Di là dall’entusiasmo per la ‘V’ di vittoria del ‘campo largo, l’esito del voto on Sardegna lascia intravedere un insperato work in progress del sodalizio Pd-5Stelle, con possibile aggregazione di sinistra, verdi, +Europa e altri oppositori a vario titolo. Intervistato da La7, il number one di 5Stelle, fino all’atro ieri ostile ad alleanze stabili con i dem, è apparso più che possibilista di consolidare il sodalizio con la Schlein. Il vento, elemento virale della Sardegna in festa, ha scompigliato i capelli del leader grillino. “Ecco dalla Sardegna” ha commentato “parte di qui il vento di un’importante novità e arriva nell’Italia peninsulare”: Euforia prematura, da sbornia post elettorale?  La risposta è lì a due passi. A marzo si replica la sfida del campo lungo alla destra, ammaccata dal voto che affida a una donna di riconosciuta saggezza risposte pronte e concrete all’emarginazione di un’isola sgovernata, di gente orgogliosa che ha respinto le ingerenze e i conflitti interni della coalizione sconfitta. Ultim’ora: Briatore, discusso soggetto filo meloniano dice: “Dopo la vittoria di Todde non torno più in Sardegna” e non sa quanto i sardi apprezzino l’idea. Alessandra Todde: “Ce ne faremo una ragione, no problem”


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