Quella dei “Fratelli di Dio” è una comunità fanatizzata, in apparenza religiosa e accogliente, ma in realtà è una setta che sfrutta la fragilità umana e psicologica dei suoi adepti … fino a ridurli in una sorta di schiavitù spinta al punto di far sterminare la propria famiglia.
I dati ufficiali ci dicono che, in Italia, le sette sono in vertiginoso aumento e coinvolgono più di due milioni di persone. Le cause apparenti sono state la pandemia e, soprattutto, i lunghi periodi di isolamento relazionale da lockdown. Quasi la metà di queste sette, definite psico-sette, si sono formate come gruppi di studi per potenziare la mente e combattere l’ansia da isolamento. Naturalmente troviamo anche quelle che si dedicano a culti estremi, come satanismo e spiritismo, quelle magico-esoteriche e quelle pseudo-religiose.
Dal 2021 è aumentato anche il numero di esorcisti. In Italia ve ne sono tra i 250 e i 300, ossia la metà di tutti quelli che agiscono nel mondo intero. In media ogni anno si rivolgono ufficialmente ad esorcisti oltre 2000 persone, ma di queste meno del 5% richiede un intervento.
Le sette di tipo religioso raramente si oppongono alla fede religiosa. Ma nel caso di Altavilla Milicia la strage si è compiuta in un clima di fanatismo quando Barreca ha ucciso la moglie e due dei suoi tre figli, perché posseduti dal demonio.
Quest’uomo, un muratore cinquantatreenne, era diventato membro di una setta ultrareligiosa, seguace del barese Roberto Amatulli. Questo santone era stato un parrucchiere che, dopo il fallimento della sua attività a causa della pandemia, ha “scoperto” di avere poteri taumaturgici.
Con Barreca sono stati arrestati anche due amici predicatori che condividevano non solo il credo religioso, ma anche incontri privati di preghiera e di letture sacre. Pare che questi amici abbiano partecipato alla strage dei figli di Barreca, Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, “per liberarli dal demonio”. E poi anche dell’omicidio della moglie Antonella.
Barreca aveva iniziato tentando un esorcismo che è finito con quel massacro. L’unica sopravvissuta è stata la figlia primogenita, una diciasettenne ritrovata dalla polizia nella sua stanza in apparente stato confusionale, che ha poi confessato di aver partecipato attivamente al massacro.
Roberto Santulli è molto attivo su Facebook e Tik Tok, dove si definisce “ministro di Cristo Gesù” e “ripieno di spirito santo”. Sostiene di essere anche esorcista e capace di scacciare il demonio e di curare con la preghiera tumori e altre gravi malattie. Invita a tale scopo i suoi seguaci a non rispettare le terapie prescritte e di affidarsi a lui perché, col suo intervento, Gesù li avrebbe salvati.
Lo stesso Barreca, forse pentito o spaventato, ha poi chiamato i carabinieri confessando il triplice delitto. “Ho ucciso la mia famiglia – avrebbe detto tra le lacrime – vi aspetto … venite a prendermi”.
È stata fermata e interrogata per ore anche la coppia di amici predicatori, due promoter di “prodotti per il benessere” che usavano autodefinirsi “mental life coach”.
Ma come è possibile che si incontrino simili personalità disturbate? Si tratta forse di un caso di delirio collettivo, ma anche di una forma di disperazione individuale in un contesto che implementa tale delirio. Un indizio che può aiutare a capire è forse dato dal fatto che la famiglia Barreca era angosciata da gravi problemi economici. Ma è anche possibile che si sia trattato di un disturbo collettivo di personalità che ha portato a sterminare la parte di quella famiglia che non voleva condividere il loro delirio.
Un’ignara vicina, interrogata su quanto accaduto, ha riferito che la moglie le aveva descritto il marito come un uomo violento e aduso a picchiarla. Ha detto anche che quell’uomo sosteneva convintamente alcune bizzarre teorie. Affermava, per esempio, che i felini sono animali del demonio e mandava in giro link, video e passi evangelici a sostegno di questa sua tesi e di altri argomenti simili. Fra le ossessioni deliranti di Barreca era radicata anche quella contro la diffusione di immagini di santi o di tipo religioso. “Dio non si riconosce in queste cose”, era solito affermare con voce ispirata.
Ne scaturisce l’immagine di un uomo confuso e fanatizzato, che aveva fatto della sua religiosità uno straordinario strumento per alimentare la propria autostima con l’unico strumento di cui poteva disporre per affermare un qualche autorevole potere nei confronti degli altri. Interlocuzione infine ridottasi ai confini della sua famiglia. Siamo di fronte al delirio di un uomo culturalmente povero e senza risorse. Capace di convincersi delle più fantasiose teorie, che diventano nelle sue mani, ancor più potenti se accompagnate da riti o condivisi da altri adepti alla setta. Poco importa se pochi, è importante solo che siano fidelizzati.
Un ruolo importante in questi gruppi è svolto dal capo spirituale. Quel santone-parrucchiere, era lo stesso uomo che, durante il lockdown, aveva visto il suo locale fallire, producendo tanto tempo vuoto riempito da enormi angosce economiche e personali, sfociate in una forma di fanatismo che lo ha spinto a dedicarsi a quella che sembrava la sua vera missione. È così diventato un leader religioso, arrivando a espandere la sua influenza in Calabria e Sicilia e, prima di essere coinvolto in questo drammatico episodio di cronaca, a raggiungere il top della sua effimera popolarità grazie ad una trasmissione televisiva delle “Iene”, che si era occupata di lui.
Assistiamo a un mix di fallimenti individuali, di ignoranza e di disperazione che ha portato questi protagonisti, per vie diverse, al feroce delitto che li ha accomunati in una setta che li “protegge” e che controlla la vita dei suoi adepti.
Non è ancora chiaro, al momento, il vero legame tra il santone e gli autori della strage. Quello che è certo è che Amatulli non si nasconde, anzi sembra quasi voler sfruttare questa occasione per implementare la sua esposizione mediatica. Non sfugge alle domande, come fece in occasione dell’inchiesta delle Iene quando lo rintracciarono in un campo Rom in Toscana. Il santone, al contrario, è stato ancor più attivo sui suoi canali social. Una sera, in diretta Facebook, ha predicato, cantato e messo in guardia i suoi seguaci dal tentativo del demonio di eliminarli, a riprova di essere l’unico argine all’espandersi del male nel mondo. Si è cimentato anche in pratiche di guarigione da malattie molto gravi esortando gli adepti a non seguire le terapie prescritte dai medici. Ci avrebbe pensato lui, diceva, praticando particolari esorcismi e rituali per scacciare il demonio attraverso il rito del «fuoco di Dio».
Il tutto sempre in diretta social. Una volta aveva persino millantato di aver risvegliato, con la sua preghiera, un bambino dal coma. Ma quando questo bimbo è deceduto ha detto “è stata fatta la volontà del signore, è dura da accettare ma Dio è Dio. Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare per salvarlo”.
L’autoproclamato santone si era così anche autoassolto.
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