‘A’ privativa, cos’è: è il primo elemento di parole composte nelle quali ha valore di negazione. Da tenere a mente, più avanti l’uso scriteriato che ne ha fatto Travaglio. Prima ancora che la tecnologia applicata al telefono introducesse il narcisismo del selfie, esisteva già la categoria degli idolatri di se stessi, di soggetti cronicamente affetti da presunzione. Mister Marco Travaglio gode dell’amichevole, frequente ospitalità di Lilli Gruber, che ieri sera gli ha chiesto di commentare la doppia dichiarazione di antifascisti di Amadeuse e Mengoni, accompagnata dal canto di “Bella ciao”, dedicato alla premier. La cinica, insolente risposta: “Me ne po’ fregà de meno”. Poi, sul mutismo della destra di governo che rifiuta di rispettare la Costituzione e rifiuta di dichiararsi antifascista: “Non sono né fascisti, né antifascisti, sono a-fascisti. Chi è al governo non si dichiara antifascista perché è indifferente al tema. Perché continuare a chiedere di dichiarare cosa non sono è un esercizio ozioso! La canzone? È non è l’inno dei partigiani. Sono tutte manifestazioni di maniera e di folklore (di folclore!) sul momento che viviamo, ma non spostano le cose”. Amadeus e Mengoni, certo non hanno l’autorevolezza politica per rappresentare l’Italia democratica, ma che coraggio nel dichiararsi antifascisti, nell’esporsi al rischio di epurazione artistica. Il loro ‘caso’ è in indiretta, ma significativa antitesi con la scelta della celeberrima Laura Pausini che qualche tempo fa rifiutò di cantare “Bella Ciao”, per non scontentare la destra dei suoi followers. Non risulta che in quella circostanza Travaglio abbia dichiarato “Me ne pò fregà de meno”. Una domanda alla Gruber: “Non le sembrano folclore esibizionista le provocatorie esternazioni del suo interlocutore preferito?”
LOLLOBRIGIDA E I TRATTORI, stralci dell’ironico commento di Renzi (dal quotidiano Riformista): “La nostra Presidente del Consiglio ha nominato Ministro suo cognato. E suo cognato non è cattivo: è solo incapace. Voi direte…anche altri hanno fatto la stessa cosa, a Roma… Caligola ha fatto senatore un cavallo, la Meloni può pure fare Ministro un cognato. Ma se il cognato fa il Ministro peggio di come il cavallo faceva il senatore (perché almeno il cavallo non faceva danno) allora abbiamo un problema…Quando inizia la protesta Lollobrigida va al tg1. Nel senso che occupa gli studi RAI per collegarsi con la missione spaziale e promuovere la pasta italiana. I trattori sono ad Orte, Lollobrigida pensa a Marte: tutto normale, no?… Qualcuno gli ricorda che ha aumentato 248 milioni di tasse per gli agricoltori. Conclusione? I trattori italiani smettono di lamentarsi di Bruxelles e iniziano a lamentarsi della LOLLOTAX. Marciano su Roma: insomma Lollobrigida pur di dare segnali di antifascismo organizza una marcia su Roma al contrario, contro il Governo Meloni.
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