Povera ‘stella’: Yo soy Giorgia gira la manopola dell’audio, la porta sulla tacca del ‘minimo’ e con espressione inequivocabile da vittima di infami complotti, denuncia di essere sotto ricatto. Il caso ricorda il precedente di una dichiarazione molto simile all’attuale redatta con il metodo del copia-incolla. Un’identica denuncia, filmata nell’aula del Parlamento connotò un a tu per tu con l’improvvido Berlusconi autore di un ‘pizzino’, ripreso da una indiscreta telecamera, molto to poco tenero sulla prorompente Giorgia. Non è la prima volta che il/la presidente del consiglio paventa il pericolo per sé e il ruolo che svolge. Ne ui sarebbe responsabile il fuoco amico di picconatori che approfitterebbero della sua vulnerabilità causata da associati governativi colti in flagranza di peccati d’ogni genere. Nella narrazione di questo timore manca all’appello l’identità dei presunti sabotatori interni. Nella puntata del cerimoniale di fine anno, disertato dai giornalisti parlamentari ‘imbavagliati’, la Meloni ha detto e non detto. “Vogliono condizionare le mie scelte, ma non cedo ai ricatti”. Di estremo interesse la frase successiva: “Preferisco andare a casa” (magari!). Ma Giorgia, con chi ce l’ha? Cosa nasconde l’idea di esternare la denuncia nell’incontro plenario con i giornalisti addomesticati, per lo più ‘amici’, molti inviati da testate politicamente espressione della frastagliata maggioranza meloniana? È azzardo maligno supporre che la denuncia sia avvolta volutamente di mistero per l’opinione pubblica e chi l’informa, ma benintesa dal vero destinatario? All’ex borgatara ed ex Fiamma tricolore, non fa difetto l’astuzia e un ramo della sua strategia di allenatrice capo della maggioranza potrebbe avere dato frutti avvelenati: ha contemporaneamente declinato ogni responsabilità per i guai procurati dai dilettanti del suo governoo allo sbaraglio (Nordio, Piantedosi, Valditara, Donzelli, Delmastro, il pistolero Pozzolo…) e inviato un messaggio in codice all’intemperante socio Salvini, che affetto da inguaribile narcisismo, non ha mai digerito il protagonismo della ‘sorella d’Italia’. Dietro il silenzio omertoso della “donna, madre, cristiana”, ci sarebbe il doppio obiettivo di essere coccolata da amici e nemici, novella Giovanna d’Arco da difendere perché ‘piccola e scomoda’ e di lasciare aperta ogni ipotesi di disturbo di sé manovratore/trice alle prese con i primi passi della scuola guida e il vezzo, così birichino di raccontare frottole.
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