Riferiamo fantasiose indiscrezioni. La prudenza invita ad accertarne la consistenza, i dubbi inducono a non infierire, ma…: “In Parlamento è fatto obbligo a deputati e senatori di salutare i rispettivi presidenti con il braccio destro teso e un reboante ‘Alalà’. Primi firmatari della disposizione Ignazio Benito La Russa e Tommaso (detto Adolfo) Foti, i più fascisti dei neofascisti che occupano abusivamente il Parlamento di un Paese democratico nato dall’antifascismo. Deputati dell’opposizione con la nascosta vocazione di indagatori avrebbero sbirciato e scoperto la norma di comportamento da nostalgia del ‘Ventennio’ sul tavolo della/del Meloni, ex datrice/datore di lavoro di Mario Sechi, suo portavoce a tempo determinato che ieri le/gli ha dedicato questo titolo molto creativo: “Meloni, uomo dell’anno”. Delle due l’una: o Sechi è fuori di testa o si è voluto vendicare per l’espulsione dal ruolo di addetto stampa della/del premier. Comunque, si avvertirebbe fermento entusiasta tra i banchi della destra per la voce di un possibile placet del governo a manifestazioni in chiaro di recrudescenza del ‘Ventennio’.
IN TEMA, L’OK DELLA CAMERA alla legge di bilancio e il commento mussoliniano di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, che non nasconde la cieca fede nel fascio e in quel che fu il Duce. Ha lodato l’ardua fatica del governo per l’approvazione della legge citando una frase del ‘camerata’ Marinetti: “Ritti sulla cima del mondo noi scagliamo ancora una volta la nostra sfida alle stelle”. In tripudio il settore occupato dalla destra per il ricordo del manifesto di Marinetti a cui si fa risalire l’origine del Ventennio. Foti ha poi raddoppiato con un ottimistico “Il domani appartiene a noi” slogan del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani, movimento a suo tempo guidato dalla Meloni. In risposta il commento del capogruppo dem Arturo Scotto: “Saranno pure al governo, ma la puzza di fascismo non riescono a togliersela di dosso”. Quello della/del premier: “Un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese”. Che dire, le famiglie sono davvero al centro, ma dei sei milioni di poveri e poi, senti chi parla di famiglie: lei è stata la compagna di quel bel soggetto di Giambruno, Salvini, divorziato, convive con la giovane figlia di Verdini, ex parlamentare ai domiciliari e secondo indiscrezioni di questi giorni capofila di intrallazzi con il ministero delle infrastrutture, di cui ora è titolare Salvini. La Russa deve difendere il figlio sotto processo con l’accusa di aver stuprato una ragazza. (nella foto La Russa e Foti)
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