AUGURI GIORGIA

Il/la presidente del consiglio, gonfia di orgoglio materno per la figlia, attrice in erba della recita scolastica di Natale, costretta a condividere l’evento con il ‘povero Giambruno, bistratttato dai media, espulso dalla conduzione giornalistica di Mediaset, compagno e padre della piccola Ginevra ripudiato a detta di Yo soy Giorgia per indegnità di macho sessista. Il back ground dell’evento: la Meloni, nel corso di una seduta parlamentare si è toccata la fronte e ha scoperto di essere febbricitante. Influenza? Covid? Il test del tampone ha escluso una recidiva del coronavirus, dunque influenza. Per contrastare il male di stagione i medici consigliano riposo, caldo, tachipirina e precauzioni per non trasmettere il virus, eppure, nel caso del/della presidente, ha prevalso il concetto napoletano dei figli che “so piezze e core” e la Meloni non ha rinunciato all’esibizione della figlioletta. Intervento, ovviamente autoritario dell’efficientissimo staff previdenziale e stop a ogni impegno istituzionale.  Parentesi aperta per l’assalto di chi s-governa il Paese alla libera e piena libertà di stampa, prologo annunciato di prevedibili remake del regime, del Ventennio che imbavagliò l’informazione, costretta a portavoce enfatico del fascismo. I giornalisti hanno risposto duramente ai provvedimenti restrittivi e il team di quelli parlamentari ha dichiarato che avrebbe disertato la conferenza stampa di fine anno della Meloni. Per dare sostanza al mancato appuntamento con la stampa ed evitare  domande scomode, annullato anche lo scambio di auguri con il Presidente della Repubblica e le alte cariche dello Stato, per suggerimento strategico del suo efficientissimo staff. La provvidenziale influenza ha così evitato lo smacco del confronto non gradito con la stampa, rinviato al 28 dicembre, molto probabilmente nella speranza che nel frattempo la contestazione perda di mordente. Ipotesi maligna, ostile alla Giorgia di Palazzo Chigi? Forse, ma resta in sospeso, nell’attesa di conferme o smentite, una legittima considerazione: covid o influenza, se di questo si tratta, impongono a chi ne è colpito di impedire i contagi, che altri si ammalino e l’amorevole presenza della premier per la recita della figlia sarebbe comunque una scelta egoistica, grave, considerato il ruolo che riveste.

L’IMPERTINENZA DI DAGOSPIA, che i media filo governativi si affrettano a bacchettare:“Core di mamma! La priorità di Giorgia Meloni? La recita della figlia (e tanti saluti al Quirinale) – la ducetta stamattina era a scuola della piccola Ginevra per la rappresentazione natalizia – già ieri aveva annullato tutti gli eventi per “un’influenza” e, forse, grazie a un potente antipiretico non ha ‘bucato’ la recita – solo che ora è costretta a saltare la cerimonia di auguri con Mattarella e anche la conferenza stampa di fine anno (non sarà dispiaciuta, visto quanto mal sopporta i giornalisti) – a pochi metri dalla ducetta, c’era anche Andrea Giambruno che la scrutava pensieroso: malinconia? Rimpianto? Livore? Ah, meglio non saperlo”.


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