Indietro tutta

Il preambolo. Hanno gambe corte le bugie, proporzionalmente in linea
con deficit di statura di chi le diffonde: la metafora rivela una
falla nella complessiva qualità di quanto è racchiuso nella scatola
cranica di chi mente. Un’intelligenza no limit avrebbe consapevolezza
che una bugia o due possono passare per verità, non la terza e le
successive. Per il 28 virgola qualcosa degli sprovveduti italiani, che
infliggono al Paese il peggiore esecutivo di governo, “Yo soy Giorgia”
ha spacciato come soluzione geniale l’accordo con l’Albania per
liberarci di un po’ di migranti, ma ha mentito sul numero dei profughi
da imprigionare nei centri di cosiddetta accoglienza, ha evitato di
dire che con i 400 milioni di sovvenzione all’Albania si potevano
ospitare in Italia. Nel nostro Paese indagini super partes dicono che
mancano ai settori produttivi un milione di lavoratori, che i loro
tributi fiscali eviterebbero il pericolo di non poter più pagare le
pensioni, che compenserebbero il saldo negativo nati-deceduti. Ma
soprattutto ha trascurato gli aspetti di illegittimità istituzionale,
la violazione di leggi nazionali che hanno indotto la Corte suprema di
Tirana a stoppare l’accordo, sollecitata dai ricorsi del partito
democratico albanese che denuncia anche la mancanza di trasparenza
nelle procedure adottate dall’Italia. A far le spese dello stop,
ovviamente è la Meloni, che non poteva ignorare i motivi di
illegittimità dell’operazione, l’aspetto disumano della segregazione
in Albania: altra doccia fredda  per lei e per il leader albanese
Rama, che contava di essere ammesso alla comunità europea per ‘motivi
umanitari’. Commenta il Pd: “Quanti premi raccatta l’Italia in Europa,
peccato che siano riconoscimenti per incompetenza”. Ecco un esempio
simile a un autogol, a un boomerang: il/la presidente del consiglio
minaccia di bloccare con il veto dell’Italia il patto di stabilità,
perché “non è corretto decidere senza conoscere i termini di un
provvedimento”. Peccato che il rigore sia una sua dote estemporanea,
dal momento che quando ha firmato il contratto con l’Albania era
sicuramente informata sugli aspetti di illegittimità. Di scivolone in
scivolone la Giorgia nazionalsovranista diventa una serial auto
revisionista. Dice e disdice. Parla di Draghi, cita la sua foto in
treno con Macron e Scholz diretti verso Kiev e lo attacca: “Per alcuni
la politica estera è stata semplicemente farsi fotografie con Germania
e Francia, anche senza portare a casa niente”. Parla lei, che pur di
apparire usa le troupe Rai a suo piacimento per spot autopromozionali
e in casa. dopo più di un anno al governo, manca anche un po’ di pane
quotidiano della politica. Beccata per sua impudenza a denigrare
Draghi, corregge malamente il tiro e aggiunge peggio al peggio: “Ce
l’avevo con il Pd”. In che senso signora Meloni donna, madre,
cattolica? Comunque, faccia un altro passo all’indietro, è il Pd che
ce l’ha con lei.


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