Qualità, reputazione, identità competitiva: sono i tre parametri per la preziosa password che spalanca la porta d’ingresso nel paradiso terrestre delle cento città più belle del mondo e a Napoli l’ha consegnata ‘Resonance, ovvero la ‘Cassazione’ in ambito turistico. L’indagine colloca Londra sul gradino più alto del podio. Argento e bronzo lo conquistano Parigi e New York. Quante saranno le città del pianeta Terra? Non le ha contate nessuno, ma la cifra è fuor di dubbio a sei zeri. Ebbene, l’Italia è tra le eccellenze dell’elenco Resonance con tre città: Roma, undicesima, Milano in posizione 22 e Napoli. Sì Napoli, al numero 69 della classifica, batte in bellezza Venezia e Firenze. Sì, Napoli, è in esaltante compagnia di Tokio, Singapore, Dubai, San Francisco, Barcellona, Amsterdam. Il giudizio di Resonance si avvale di un’originale metodologia combinatoria, delle recensioni degli utenti, di una panoramica completa delle peculiarità. Ed ecco la Napoli al microscopio di Resonance:
“I tre millenni di esistenza della città la rendono una delle più antiche d’Europa, con i relativi strati di bellezza, conflitto e tradizione. Napoli si colloca tra le prime 5 a livello globale nella sottocategoria Ambientazione esterna, sostenuta dal lungomare storico della città, dalle spiagge vicine e da spazi verdi tra parchi urbani e giardini pubblici segreti. Napoli è al 5° posto per Siti e luoghi d’interesse: il suo secolare Duomo di Napoli rivaleggia con qualsiasi altro nella festa sensuale che è l’Italia. Come a Roma e Istanbul, passeggiando qui si rivela la storia dimenticata in ogni isolato. Nonostante la lunga associazione della città con la mafia, il turismo è raddoppiato negli ultimi dieci anni e la criminalità è diminuita drasticamente. Nuovi investimenti internazionali stanno finalmente raggiungendo una delle città più affascinanti del continente”. Che dire la diagnosi di Resonance soffre forse di entusiastica enfasi, ma offre autorevolezza all’autostima dei napoletani, sorpresi dal neo rinascimento della città. Non troppo tempo fa era ritenuto a rischio intrufolarsi nel dedalo dei ‘Quartieri Spagnoli, ora è uno degli itinerari più frequentati dai turisti e dai napoletani, in vie e vicoli rigenerati da chi li abita, di ‘bassi’ trasformati in luoghi di accoglienza, di laboriosità, di sorprendente attrattiva. Ora il fervore culturale si snoda con cento proposte e allontana dalla realtà la struggente poetica di Pino Daniele, della sua “Napule è ’na carta sporca ca nisciuno se n’importa”.
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