Per loro fortuna l’inferno è un’invenzione dei cattolici di Dante e di Guttuso che l’ha rappresentato in pittura, altrimenti ci finirebbero dentro, arrostiti, Hamas e Netanyau. D’accordo, sono episodi tra loro incomparabili, ma infastidiscono alla pari: assalto fascista al Parlamento americano e la foto di gruppo dei soldati israeliani nella sede istituzionale della Palestina, mentre nell’ospedale di Gaza morivano povere anime innocenti di neonati, uccisi dalla disumanità di chi ha privato la struttura delle incubatrici, mentre ammalati e persone operate, venivano portate fuori a braccia, mentre procedeva a fatica il fiume di palestinesi in fuga, ai limiti della sopravvivenza, privati di farmaci, acqua e cibo. Per legittimare tutto questo e il chiaro obiettivo di Netanyau di liberare dai palestinesi quello che Israele ha ridotto a una striminzita Striscia di Gaza, viene continuamente evocata la disumanità del massacro compiuto dai terroristi di Hamas. Sacrosanto il diritto di reagire, ma orrenda la rabbia sanguinaria che ha ucciso civili palestinesi in numero almeno cinque volte superiore alle vittime israeliane (violenza da crimine contro i diritti umani), imperdonabili i bombardamenti degli ospedali di Gaza per il sospetto che nascondano i terroristi: ed è terrorismo impedire gli aiuti umanitari a un popolo privato del minimo per la sopravvivenza, sospetto il ‘no’ alla proposta Hamas di liberare ostaggi israeliani e palestinesi, indecente l’inerzia dell’Onu, che non mette fine a una guerra di trent’anni con il riconoscimento di due popoli, due Stati. Sic stantibus rebus, avranno ragione gli analisti internazionali nel prevedere tempi lunghi del conflitto. Gli economisti ricorderanno invano che non ci saranno mai vincitori e vinti, o peggio che a vincere saranno i mercanti di armi, i loro affari vanno a gonfie vele. Svanisce ogni altro evento nella nebbia del silenzio stampa. In sordina la guerra in Ucraina, il pericolo delle mutazioni climatiche, l’allarme per gli effetti dell’intelligenza artificiale, l’onda anomala della destra, che si afferma quasi ovunque, la fame del mondo. Uno sguardo all’Italia, sconvolta dai cosiddetti eventi naturali, racconta il progetto strisciante, sempre meno latente, di un remake del ‘Ventennio’ con “yo soy Giorgia” erede del presidenzialismo mussoliniano, il pensiero unico illiberale, la Costituzionale stracciata, una inedita legge razziale e chissà un rigurgito di colonialismo bellico. Il segnale c’è ed è esteso. Non c’è giorno senza manifestazioni di nostalgia fascista, di violenze dell’estrema destra e cos’altro è la prevaricazione del diritto allo sciopero che la destra affida a Salvini, leghista in combutta con la fascista Le Pen, per zittire il sindacato dei lavoratori, il diritto allo sciopero…
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