Sembrava, all’inizio del conflitto in Ucraina, uno dei pochi premier con un po’ si sale in zucca, pronto al dialogo e all’apertura dei negoziati.
Tutto è durato l’espace d’un matin, e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz è rientrato subito tra i ‘ranghi’, genuflesso davanti ai diktat del padrone, ossia gli Stati Uniti. Ed è sicuramente servita la ‘lezione’ impartita dalla CIA, in perfetta combutta con Volodymyr Zelensky, il presidente-burattino, con il sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, sui quali solo ora emerge, negli Usa, la verità, con gli articoli del ‘Wall Street Journal’. Che però arriva con molto ritardo: ad esempio rispetto alle clamorose rivelazioni, circa un anno fa, del grande report di guerra Seymour Hersc, che ha aveva già fatto luce sui veri mandanti di quel sabotaggio subito addossato al Cremlino, e invece chiaramente co-firmato da Washington e da Kiev.
Ora il cancelliere tedesco dà un’ennesima prova di ossequio alla Casa Bianca. Perché si è appena dichiarato contrario a quel ‘cessate il fuoco’ nella Striscia di Gaza invocato da mezzo mondo, in testa Papa Francesco (che lo implora quasi quotidianamente) e il Segretario generale dell’ONU Antonio Guterrez, che altrettanto quotidianamente parla di ‘genocidio’ dei palestinesi perpetrato dai vertici di Tev Aviv, il premier Bibi Netanyahu e il ministro della Difesa Ben Gvir in testa.
Ecco le sue fresche, apodittiche parole, pronunciate nel corso di un dibattito promosso dal quotidiano regionale tedesco ‘Heilbronner Stimme’: “Sono contrario ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Ammetto liberamente che non credo che gli appelli per un cessate il fuoco immediato o per una lunga pausa – che equivarrebbe quasi alla stessa cosa – siano giusti. In fin dei conti, ciò significherebbe che Israele darebbe ad Hamas la possibilità di riprendersi e di procurarsi nuovi missili”.
Più chiari e guerrafondai di così, davvero, si muore.
E pensare che veniva considerato ‘una colomba’…
Ma Scholz si ritrova altre grosse grane in casa, nella sua Germania.
L’autorevole nome del Cancelliere teutonico, infatti, è ‘associato’ a quello di uno dei più grossi immobiliaristi che hanno operato negli ultimi anni in Germania, l’austriaco Rene Benko, un suo grande ‘amico’ appena finito in crac.
Una storia tutta da raccontare, quella made in Benko, alias ‘Osigarka’, il quarantaseienne oligarca e faccendiere originario di Innsbruck, il Paperone di quel paese, visto che le special hit di ‘Fortune’ lo hanno collocato una volta al quinto e poi addirittura al secondo posto nella classifica dei più ricchi in terra austriaca.
Due mogli (la seconda è una top model), quattro figli, un patrimonio da 6 miliardi di euro e passa, faraonica villa e tenuta in quel di Lech am Arlberg (che fittava ritualmente ai vip per mezzo milione di euro la settimana!), e uno yatch da sogno, dove ha gentilmente ospitato per vacanze da favola la crema della politica tedesca. Scholz uber alles, ‘naturlich’; ma anche l’ex vice-premier austriaco Heinz-Christian Strache, una folgorante carriera politica stroncata per una brutta storia di maxi tangenti. E pensare che lo sfortunato Strache ebbe la notizia della sua incriminazione quando veleggiava, a largo di Ibiza, a bordo dello yatch griffato Benko!
Torniamo al super immobiliarista finito in crac. Perché dopo la pandemia i suoi maxi investimenti, portati avanti dalla corazzata di famiglia, ‘SIGMA Holding’, hanno fatto registrare perdite sempre crescenti, i debiti sono saliti alle stelle e i creditori non si sono fatti pregare.
Ma quali erano stati quei miracolosi investimenti che ne avevano decretato l’ascesa nell’empireo finanziario?
Partiamo dall’inizio, in una rapida carrellata.
La fortuna griffata Benko inizia dalle ristrutturazioni di negozi e palazzi. Così rastrella, in Austria, il primo milione di euro (ricordate il mitico 1 milione – di lire – di Bonaventura mezzo secolo fa e passa?). Ma i confini austriaci ovviamente gli vanno stretti e quindi sbarca presto in Germania. Fa incetta di immobili nel centro storico di Monaco, compra (con il prezioso aiuto, la ‘manina’ del principe saudita Mohamed Bin Salman) la nota catena di magazzini ‘Karstadt’, quindi sbarca con le sue vagonate milionarie a Stoccarda, a Francoforte e, soprattutto, ad Amburgo, che ben presto diventa la sua ‘Mecca’.
Anche perché può contare su un altro grande amico: stavolta non si tratta di un super sceicco, ma del sindaco. Guarda caso Olaf Scholz, che di quella poltrona da primo cittadino ha fatto il trampolino di lancio verso il cancellierato. E grazie al ‘disinteressato’ aiuto (un’altra ‘mano’ fatata) made in Benko.
Il sindaco Scholz, infatti, ha creduto e sponsorizzato gli arditi maxi progetti per Amburgo made in Benko: primo fra tutti la ‘Elbphilarmonie’, che è riuscito a completare. Mentre invece si è dovuto fermare solo al ventesimo piano il sogno di sempre, la ‘Elbtower’ da 246 metri, il grattacielo progettato da David Chipperfield e super sponsorizzato dall’allora sindaco Scholz, che ha dovuto sudare le proverbiali sette camice per far passare il più che chiacchierato (già allora, per via del suo ‘mattonaro’ eccellente, Benko) e super contestato progetto.
Verranno al pettine ‘politico’, adesso, quei nodi?
E pagherà il conto il Cancelliere-Guerrafondaio Scholz per le sue manie di grandeur?
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