SINISTRA / UNA SPERANZA IN ARRIVO DALLA GERMANIA?

Qualche speranza per una sinistra? Perché dalle attuali ceneri spunti una formazione politica in grado di dar vita e corpo alle utopie (ma non solo) dell’idea comunista un tempo trainante?

Forse qualche bagliore è in arrivo dalla Germania. O, almeno, qualche flebile speranza.

Olaf Scholz

Mentre la storica SPD ormai agonizza, il governo guidato da Olaf Scholz non rappresenta più niente circa i bisogni dei cittadini, i Verdi (‘Die Grunen’) i sono ormai diventati una ruota di scorta che più governativa non si può (e anche bellicista, visto il sostegno all’invio di armi a Kiev) e ‘Die Linke’, ossia l’unica forza di ‘sinistra’ (sic) rimasta sul campo. crolla nei sondaggi, ecco spuntare (anzi ‘ri-spuntare’) la carismatica figura di Sahra Wagenknecht, che si sta muovendo con decisione per dar vita ad un nuovo partito politico.

Proprio per questo, un paio di settimane fa ha lanciato la ‘Associazione Alleanza Sahra Wagenknecht’, ossia la base di lancio finalizzata a raccogliere fondi e adesioni per formare il neo partito, da lanciare per le europee di primavera 2024 e per le regionali da non poco previste entro l’anno prossimo in Sassonia, Brandeburgo e nella ‘sua’ Turingia.

Sahra Wagenknecht

Lei si autodefinisce una ‘conservatrice di sinistra’, un’etichetta che le calza parecchio. Visto che il suo programma è basato, soprattutto, sulla giustizia sociale, una merce ormai molto rara non solo in Germania. E quindi una decisa accelerazione sui temi, ad esempio, degli aumenti per salari minimi e pensioni: certo non da fame come da noi, ma comunque non tali da tutelare contro il caro prezzi e, soprattutto, il caro-energia, che i tedeschi stanno patendo molto, dopo le sanzioni Usa contro le importazioni dalla Russia e il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.

E tra le sue idee guida, infatti, c’è una forte critica a quelle insensate sanzioni (come darsi una botta sui coglioni) e alla politica estera del governo Scholz, totalmente genuflessa nei confronti degli Stati Uniti.

Un colpo al cerchio e l’altro alla botte. Visto che il programma griffato Sahra da un lato critica le posizioni ‘ultragreen’ e, dall’altro, prevede forti restrizioni sul fronte delle immigrazioni, e non solo quelle clandestine. Con ogni probabilità per assecondare la ‘pancia’ dei tedeschi e non lasciare campo aperto e libero all’unico partito che – secondo i sondaggi – guadagna ogni giorno terreno: quella ‘Alternative fur Deutschland’ di forti simpatie nazi ma in grado, appunto, di ‘toccare’ i punti sensibili (guerra, covid, povertà) di cui gli altri partiti ‘storici’ e ‘ufficiali’ se ne fregano altamente.

Nelle intenzioni di Sahra c’è quella di attrarre nella sua orbita – ossia in quella del partito che sta per nascere – tutti gli scontenti nei confronti di ‘Die Linke’. E già da subito i freschi fuoriusciti, addirittura nove, tra cui Amira Mohamed Ali, avvocatessa di evidenti origini musulmane, per diversi mesi co-capogruppo al Bundestag per ‘Die Linke’; e poi i deputati Christian Leye e Lukas Schon.

Ecco alcune sue fresche dichiarazioni. “Abbiamo un grosso vuoto rappresentativo, la gente non sa per cosa votare, viviamo in un’epoca di massicce crisi geo-politiche mondiali e al contempo il peggior governo che la Repubblica federale abbia mai avuto. Deve succedere qualcosa, altrimenti vedo il futuro con apprensione: c’è il rischio che la Germania decada economicamente e desidero impedirlo”.

E poi: “Se Die Linke è scesa così in basso, vuol dire che la sua proposta politica non arriva più agli elettori”.

Ancora: “Il nuovo partito potrà dare un indirizzo serio per tutti quelli che oggi votano Alternative fur Deutschland: non perché sono di destra, ma perché sono arrabbiati, disperati e non sanno che fare”.

“La Germania è un paese scarso di materie prime, forte nelle esportazioni e una gran parte del nostro benessere dipende dal fatto che abbiamo una creazione di valore industriale molto alta. Ma con le sanzioni economiche ci siamo tagliati fuori da forniture energetiche a buon mercato. Occorre assolutamente una politica che assicuri un ceto medio forte”

Da rammentare che già cinque anni fa, nel 2018, la battagliera Sahra diede vita ad un soggetto politico, il movimento ‘Rialzarsi’, che però durò lo spazio d’un mattino. Adesso ci riprova. Se son rose fioriranno. E lo si vedrà proprio la prossima primavera.

A seguire, ecco il link di una interessante analisi pubblicata dall’ottimo sito ‘La Fionda’. Ne è autore Franco Bortolon.

 

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Germania: la sinistra esplode. Sahra Wagenknecht leader del nuovo partito

 


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