Ormai è un tragico bollettino di guerra quotidiano.
Nel giro di neanche 24 ore, nella giornata di ieri, domenica, si sono susseguite a ritmo frenetico una notizia più sconvolgente dell’altra.
La prima (che di tutta evidenza si riferisce a news della notte precedente): Israele bombarda gli aeroporti di Damasco e di Aleppo. Ossia la capitale e la più martoriata, in anni di guerra, città della Siria.
Fino a prova contraria la Siria non è ancora ‘dentro’ il conflitto israelo-palestinese. Una dichiarazione di guerra, o che?
La seconda notizia, dopo poche ore. Israele bombarda alcune postazioni in Egitto. E poi fonti israeliane precisano: “colpite per sbaglio alcune postazioni egiziane”.
Fino a prova contraria l’Egitto non è ancora ‘dentro’ il conflitto.
E allora, sbaglio permettendo (ma agli ‘altri’ non sono mai consentiti): una dichiarazione di guerra o che?
La terza notizia, sempre a poche ore di distanza. Le autorità israeliane dichiarano: “Se Hezbollah apre un secondo fronte, colpiremo l’Iran”.
Fino a prova contraria l’Iran non è ancora ‘dentro’ il conflitto.
E allora, per la terza volta: un modo per tirarcelo dentro?
O cosa?
E in queste ore gli Usa, sia per bocca del capo della Casa Bianca Joe ‘Sleepy’ Biden che del numero uno del Dipartimento di Stato, il falco Tony Bliken, hanno promesso che non faranno mancare niente ad Israele: e chi osa ‘toccarlo’ muore. Come sui cavi della più alta ‘tensione’…
Tanto per tirarci su il morale, ecco, a seguire, alcune dichiarazioni che fanno correre i brividi lungo la schiena, postate via Twitter (o meglio X) da uno che di guerra/e se ne intende, eccome. Si tratta dell’ex generale a stelle e strisce Douglas Macgregor, ossia colui che guidò che le truppe dell’esercito Usa nel primo conflitto contro l’Iraq. Ecco, a seguire, fior tra fiore.
“Siamo sull’orlo della guerra totale. Se gli israeliani marciano verso Gaza non riusciranno mai a sradicare le migliaia di combattenti di Hamas presenti lì. L’arsenale di razzi e missili nella regione è enorme. Il resto della regione è pronto alla guerra. Non è solo l’Iran”.
“Prima di tutto, le armi sono cambiate. L’arsenale di razzi e missili nella regione è enorme – ribadisce – Le persone citano cifre nell’ordine di 130 mila razzi e missili solo da parte di Hezbollah. Non abbiamo nemmeno bisogno di menzionare altri nella regione, quel tipo di arsenale è sufficiente di per sé a distruggere gran parte di Israele”.
E precisa ancora: “La regione non è più quella di 20,30,40 anni fa. La regione è armata fino ai denti. I filmati degli attacchi contro civili e bambini vengono guardati come falchi da tutti nella regione. Nessuno starà fermo a guardare gli israeliani polverizzare Gaza e spingere la popolazione nel deserto. E’ nostro obbligo farlo: salvare Israele da se stesso. Israele è sulla via del suicidio in questa guerra”.
Prosegue Macgregor: “Il potere militare non è la risposta: è meglio negoziare e porre fine a tutto questo”.
“Può darsi che la rabbia e il disgusto del mondo musulmano per la distruzione di Gaza e della sua popolazione provochino alla fine una guerra più ampia che potrebbe coinvolgere l’Iran e persino la Turchia. L’Egitto non sarà in grado di restare fuori. La Giordania potrebbe crollare sotto la pressione dei disordini interni. Insomma, il mondo potrebbe cambiare radicalmente”.
E infine. “Sarei molto sorpreso se Benjamin Netanyahu e la sua amministrazione non se ne andassero nelle prossime settimane. Gli israeliani hanno spedito in Ucraina enormi quantità di munizioni di artiglieria da 155 mm su richiesta degli Stati Uniti. Zelensky ha stretto una sorta di rapporto con gli israeliani e quel rapporto potrebbe averli distratti dal vigilare sui loro confini”.
Come di consueto, in queste due settimane e passa di tragico conflitto, con i palestinesi che ogni giorno muoiono a grappoli per le bombe israeliane e per la mancanza dei beni più elementari (cibo, acqua, medicine e via massacrando), a seguire vi proponiamo la lettura di alcuni articoli e inchieste che possono rendere più ‘decifrabile’ il tremendo contesto.
E quindi, ecco i link che potranno contribuire, con gli articoli allegati, a fare un po’ di chiarezza. Li trovate in italiano oppure in lingua originale, per cui dovrete operare con il traduttore automatico.
Da ‘Voltairnet.org’, una riflessione firmata da Thierry Meyssan, titolata
“La censura militare israeliana vi nasconde la verità”.
Poi, da uno degli osservatori più attenti negli Usa, ‘Politico’, un pezzo titolato, in modo significativo,
“An unsanctioned coterie of pro-Israele lobbysts has discended on D.C.”
vale a dire sulla poderosa influenza delle lobby pro-Israele sul Congresso Usa.
Ancora, un’attesa analisi sviluppata da Gianluigi Da Rold per ‘Il Sussidiario’ e titolata
“Guerra a Gaza/In una Striscia di terra le macerie del Muro di Berlino”.
Infine, dall’ottimo sito ‘AnalisiDifesa’, una ampia ricognizione pubblicata il 22 ottobre e titolata, in modo altrettanto significativo,
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